Casalnoceto (AL) acquistano i banchi per tutti tranne che per un bambino disabile, affetto da autismo.

Casalnoceto (AL) 10 Agosto 2024, una triste storia di discriminazione, avvenuta nel plesso scolastico di Casalnoceto, in Provincia di Alessandria, dove un bambino disabile di 8 anni, che frequentava la terza elementare, viene costretto ad occupare un vecchio banco, attaccato al muro, per cui staccato dal resto della classe, mentre per i suoi compagni erano stati acquistati dei banchi modulari nuovi, con la peculiarità di poterli attaccare fra loro, con dei ganci appositi.

Un bambino che nonostante la disabilità di cui è affetto, si dimostra di mite carattere, ad “alto funzionamento”, capace di scrivere, e che iniziava a leggere, di una dolcezza infinita.

La famiglia scopre tale discriminazione, in seguito ad uno spintone, che il bambino disabile, aveva ricevuto da un compagno di origine marocchina, in quanto si era avvicinato ai suoi compagni, in un momento ludico-didattico, per potersi sedere accanto a loro, a quel punto riceve uno spintone, cade a terra all’indietro, rischiando di farsi male seriamente, e sbattere la testa, il tutto sotto gli occhi dei maestri, compreso quello di sostegno, a lui assegnato.

Un potenziale ambiente discriminatorio creato dalla scuola in questione, che ha coinvolto in qualche modo anche gli altri compagni, convinti che tale assetto, adottato dalla scuola, e del banco attaccato al muro, staccato dal resto dei compagni, fosse una cosa giusta.

Il bambino all’uscita da scuola racconta turbato quello che gli è accaduto, chiedendo alla sua mamma il motivo di tale accadimento, a quel punto i genitori chiedono spiegazioni al corpo docenti, eppure al dirigente scolastico del plesso di Viguzzolo, tale M. R., ed in seguito viene fissato anche un appuntamento in presenza della referente del Nodo Antidiscriminazione della Regione Piemonte, per spiegare a questo dirigente le sue gravi mancanze, in rapporto all’atteggiamento conciliativo dei genitori, con ciò lo stesso non si è mai scusato, e non ha mostrato nemmeno di aver compreso, il madornale errore.

Durante tale colloquio nessuno chiarisce le motivazione di tale increscioso comportamento, ed i genitori di questo bambino non hanno mai ricevuto nemmeno delle scuse, né dal corpo docenti, né dal preside in questione.

Durante questa squalificante faccenda, al bambino viene impedito di entrare a scuola, con una comunicazione verbale, da parte della capo plesso, davanti al cancello di scuola, che si faceva porta voce delle intenzioni del preside.

In seguito, dopo le rimostranze dei genitori, la stessa maestra, si rende disponibile a “riassettare” la classe per permettere anche al bambino disabile, (che già frequentava da 3 anni la scuola in questione), di poter usufruire del suo diritto allo studio, ed in seguito, dopo che la questione era stata sollevata, e scoperta dai genitori, la maestra, (mai il preside che addirittura non ha mai risposto alle comunicazioni, inviate via mail dai genitori), si rendeva disponibile a risolvere questa loro mancanza, mettendo a disposizione dell’alunno disabile, il banco che avevano acquistato per un altro bambino, che nel frattempo si era ritirato temporaneamente da scuola.

Il preside non ha mai risposto alle comunicazioni inviate per iscritto dai genitori, e non ha mai chiesto scusa, per tale scempio.

Insomma gli altri banchi nuovi erano tutti attaccati fra loro, mentre il vecchio banco del bambino disabile veniva attaccato al muro, staccato dal resto della classe, in quanto per lui non ne era stato acquistato uno, esattamente come era avvenuto invece, per gli altri compagni.

La situazione discriminatoria è andata avanti, anche dopo il periodo della pandemia.

A monte naturalmente, i genitori a suo tempo, in piena pandemia Covid-19, avevano presentato alla scuola, una regolare certificazione emessa dal medico curate del bimbo, affinché il minore indossasse una visiera anti Covid omologata, in quanto dimostrava una certa intolleranza alla mascherina, con ciò non ha mai contratto il Covid-19.

Eppure, come già segnalato a suo tempo, l’ex sindaco di Casalnoceto, eppure il prete (che non insegna religione presso questo plesso scolastico), si recavano all’interno della scuola in questione, entrando a contatto con i minori, ma di tali visite, non ne venivano mai informati i genitori, che in qualche occasione lo scoprivano, grazie al racconto dei propri figli, o alla presenza di un dolce, infilato in cartella degli alunni, omaggiato dall’ex sindaco in questione, eppure le restrizione valevano per tutti, infatti ai genitori veniva impedito di entrare nel plesso, o nel giardino di pertinenza della scuola, per accompagnare i propri figli, in quanto gli veniva intimato di stare tassativamente fuori dal cancello.

Precisiamo che tale situazione, ha dei pregressi, e che questo dirigente scolastico, aveva già dimostrato una certa ostilità verso questo bambino disabile, ed i suoi genitori, di cui ad oggi non ne comprendiamo le motivazioni. 

In seguito il provveditore di Alessandria, è intervenuto, istituendo varie classi, adibite a ciascuna materia didattica, facendo in modo che tutti i bambini, a seconda della materia svolta, entrassero nella classe preposta, al fine di resettare questo clima discriminativo, potenzialmente forviante e pericoloso per tutti i bambini.

I genitori del bambino disabile dichiarano

“E’ necessario che il personale scolastico venga formato, e che si renda davvero utile in quando ad inclusione e disabilità, nel contempo servono più controlli nelle scuole, in particolare sull’operato di questi dirigenti scolastici, per evitare questi gravi episodi, che potrebbero rendere la scuola un ambiente non inclusivo, pericoloso e sicuramente forviante, inoltre non è corretto che una famiglia subisca tale inciviltà, si parla tanto d’inclusione, e di non violenza, e poi la scuola diventa un potenziale strumento di emarginazione e ignoranza, insomma un pò di civiltà e cultura è d’obbligo, proprio come il diritto allo studio, che non va precluso a nessuno”.

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