21 Novembre 2024 23:15
Casamonica, condanna a carico di 44 imputati: 400 anni di carcere nel complesso.
I numeri dei reati
Arrivate le seguenti condanne: a 30 anni per Domenico Casamonica, ai vertici del clan. Fra i capi, Giuseppe Casamonica è stato condannato a 20 anni e 6 mesi. Condannato inoltre a 12 anni e 9 mesi Luciano Casamonica, a 25 anni e 9 mesi Salvatore Casamonica, a 23 anni e 8 mesi Pasquale Casamonica e a 19 anni Massimiliano Casamonica.
Le richieste dei PM Musarò e Stefano Luciani, lo scorso 24 maggio, avevano chiesto una condanna a 30 anni di carcere, sono state accolte; da notare una presenza importante che certifica l’attività mafiosa: il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Ilaria Calò.
I tanti sforzi dei Carabinieri e dei procuratori, con alle spalle i dovuti accertamenti dopo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Massimiliano Fazzari e Debora Cerreoni che hanno descritto la struttura e le modalità con cui agiva il clan, hanno portato i risultati attesi.
Nell’ambito della stessa inchiesta, a fine 2019 quattordici esponenti erano stati condannati in abbreviato e altri tre hanno scelto il patteggiamento. (Adn-Kronos)
Casamonica: storia e origini
Arrivati da fuori Roma, si tratta di famiglie di Rom abruzzesi stanziali, 1939, quando Luciano Casamonica e Adelaide Spada, arrivarono da Tortoreto nella zona del Mandrione, a Porta Furba.
Un mondo complesso e articolato in cui c’erano alleanze con altre famiglie Rom come i De Rosa, i Di Guglielmo, i Morelli, i Di Silvio, i Di Rocco, i Ciarelli, i Di Lauro, Di Colombi,gli Zini, gli Spada e gli Spinelli[6]; inoltre si affidano ai Seferovic, di origine bosniaca musulmana.
Da semplici “manovali” della famigerata Banda della Magliana, e gli episodi non sono piu’ tali: violenze, rapimenti, uccisioni, ad Aprilia, Avezzano, Civitacampomarano, al Mandrione , in via Flaminia, Barberino del Mugello, Silvi Marina, Sulmona, al Tuscolano, Arco di travertino, Ostia, Primavalle, Frascati, fino al 20 maggio 2018 alla Romanina vengono aggredite due troupe della Rai e di LA7.
Così potenti per il terrore ma anche per il flusso economico che secondo la Direzione Investigativa Antimafia il clan è la struttura criminale più potente e radicata del Lazio, con un patrimonio stimato di 90 milioni di euro.
Come sono organizzati?
Lavorano come “arcipelaghi”, ogni ceppo ha un capo, che corrisponde, se non è ubriacone o appassionato di altre cose, alla persona più anziana.
Una vasta costellazione di famiglie criminali. Dall’Abruzzo alla Calabria, passando per il Lazio e il Molise, gli ormai ex Rom formano una ragnatela di alleanze e legami parentali che sta aumentando di peso e influenza. Si tratta di famiglie tutte strettamente connesse sulla base di rapporti fra capostipiti che si sono sposati con appartenenti alle varie famiglie. Anche se in passato si sono, spesso, tesi agguati, soddisfatto vecchie vendette. Più per atavica rivalità che per affari, a cui hanno posto fine con matrimoni combinati.[70][71 (wikipedia).