Catania D.I.A. : confiscato i beni all’imprenditore del settore della trasformazione di materie plastiche Giovanni Donzelli.
Catania 01 Marzo 2022 , su proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Direttore della D.I.A. confiscati i beni all’imprenditore Giovanni Donzelli.
L’attività dell’imprenditore è incentrata nell’ambito del recupero e della trasformazione di materie plastiche nella provincia di Ragusa.
I giudici hanno positivamente valutato gli elementi compendiati nella proposta ritenendo sussistenti sia la pericolosità sociale dell’imprenditore.
Lo stesso è ritenuto contiguo all’associazione mafiosa c.d. “Stidda” operante nel territorio vittoriese sin dagli anni ’90.
Palese la sproporzione tra i redditi denunciati al fisco e i beni accumulati dall’imprenditore.
Le indagini hanno tenuto conto delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia che avevano chiarito come Donzelli implementasse i propri affari ed il proprio patrimonio.
Beni accumulati e patrimonio frutto dei proventi di estorsioni del gruppo criminale di appartenenza.
Il clan mafioso “Stidda” colpito da numerose operazioni di polizia, aveva affidato il proprio “capitale” a soggetti insospettabili affinché lo reinvestissero in attività economiche apparentemente lecite.
L’imprenditore, era già stato condannato con sentenza definitiva nel 1994 dalla Corte di Assise di Siracusa alla pena di anni 4 di reclusione per concorso in associazione mafiosa.
Ma la figura di Donzelli riemerse in seguito nell’ambito di successive indagini della Procura etnea.
La prima culminata nell’anno 2015 con l’arresto di 17 soggetti, ritenuti appartenenti a clan mafioso operante nella provincia ragusana.
Responsabili, a vario titolo di :
Associazione di stampo mafioso pluriaggravata, finalizzata alla commissione di estorsioni in danno di operatori economici esercenti la raccolta di materiale plastico dismesso dai serricoltori.
TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI ED ESTORSIONE
Ed inoltre anche di traffico illecito di rifiuti e detenzione e porto di armi comuni da sparo.
La seconda inchiesta risale a ottobre 2019 nell’ambito della quale, risultarono14 le persone coinvolte e raggiunte da misure cautelari.
I reati a vario titolo :
Associazione per delinquere di stampo mafioso pluriaggravata finalizzata alla gestione di rifiuti non autorizzata, e trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante del metodo mafioso.
La confisca a carico dell’imprenditore ha interessato, è un patrimonio stimato in oltre 5.000.000,00 di euro, che comprende :
3 aziende operanti nel settore della raccolta e riciclaggio della plastica, immobili e autovetture.
Il risultato operativo si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze.
Beni riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.