23 Novembre 2024 09:57
L’imputato ha patteggiato sette mesi e gli è stata sospesa la patente per un anno
All’esito dell’udienza preliminare tenutasi oggi, martedì 7 novembre 2023, in Tribunale a Cagliari, avanti il Gup dott. Roberto Cau, ha patteggiato la pena di sette mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, L. F., 58 anni, di Fluminimaggiore (Su), l’automobilista accusato e ora anche condannato per aver investito Antonio Congiu, 85 anni di Iglesias (Su), mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, causandone la morte. All’imputato il giudice nella sua sentenza ha comminato anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno.
Il tragico incidente che ha ucciso Antonio Congiu nel febbraio 2021
Il tragico incidente è successo il 19 febbraio 2021, alle 7.35 a Iglesias, ed è stato ricostruito dall’ing. Paolo Marcialis, il consulente tecnico cui il Pubblico Ministero dott.ssa Rossana Allieri ha affidato l’incarico di redigere una perizia cinematica per accertarne dinamica, cause e responsabilità. Alle operazioni peritali ha partecipato e fornito un prezioso contributo quale consulente tecnico di parte anche l’ing. Stefano Ferrigno messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso il responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono rivolti i congiunti della vittima per essere assistiti nell’iter risarcitorio, unitamente per la parte penale all’avv. Marcello Serra, del foro di Cagliari.
Quel mattino il signor Congiu era diretto al forno vicino al luogo del sinistro per comprare il pane e ha attraversato la strada “regolarmente ben all’interno dell’attraversamento pedonale ivi tracciato, e opportunamente segnalato” precisa l’ing. Marcialis nella sua consulenza tecnica. Aggiungendo anche che, al momento dell’arrivo dell’auto, l’ottantacinquenne aveva già ampiamente cominciato l’attraversamento della corsia opposta e si accingeva a iniziare quello della corsia su cui procedeva l’auto.
Pur essendo le condizioni meteorologiche buone, il cielo sereno, il fondo stradale asciutto e la visibilità discreta, tuttavia, l’automobilista alla guida di una Alfa Romeo Giulietta, ha visto il pedone con grave e colpevole ritardo. L’imputato ha frenato soltanto al momento dell’impatto, falciando l’anziano mentre si trovava al centro della corsia. Congiu ha sbattuto violentemente il capo contro il parabrezza del veicolo ed è stato proiettato a 13 metri di distanza, rovinando esanime sull’asfalto. Il resto, purtroppo, è tristemente noto. Trasportato in ambulanza in codice rosso, all’ospedale “Brotzu”, è deceduto nella stessa serata. Troppo gravi i politraumi riportati.
Unica possibile causa il sole, ma per l’imputato non basta
L’unica causa individuata dal Ctu per spiegare il ritardato avvisamento del pedone da parte di L. F. è il possibile abbagliamento dei raggi del sole. “Ma tale fattore penalizzante non dovette concretizzarsi improvvisamente, posto che l’autovettura procedeva secondo tale direttrice già da almeno diversi secondi. Il probabile abbagliamento, cioè, era un evento prevedibile e che, pertanto, avrebbe dovuto indurre all’indagato la riduzione drastica della velocità” spiega l’ing. Marcialis. Aggiungendo, poi, di non aver ravvisato a carico del pedone “alcuna violazione delle norme specifiche sancite dal Codice della Strada, avendo egli attraversato la carreggiata stradale servendosi regolarmente dell’attraversamento pedonale”. Il povero signor Congiu non ha dunque avuto colpa alcuna.
Di qui la richiesta di processo per l’automobilista accusato di aver causato la morte dell’anziano “non avendo tenuto una velocità adeguata alle caratteristiche e alle condizioni della strada e avendo omesso di fermarsi a dare la precedenza al pedone che transitava sulle strisce pedonali, investendolo” per citare l’atto con cui il magistrato inquirente ha chiesto il rinvio a giudizio. Si è così giunti all’udienza preliminare e alla decisione di L. F., a fronte delle sue schiaccianti responsabilità, di patteggiare la pena.
Antonio Congiu aveva lavorato per tutta la vita come operaio all’ex Alumix nel polo industriale di Portovesme, ed era in pensione dal 1993. Nel giugno 2015 aveva perduto l’amata moglie ma non si era lasciato andare né perso d’animo ed era ancora il perno della famiglia, una presenza forte per i tre figli, Maria Laura, Roberto e Maurizio. I quali, attraverso Studio3A, sono già stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma ora hanno quanto meno ottenuto anche una risposta, per quanto molto parziale, anche in sede penale.