Conflitti. siamo a conoscenza, o almeno si spera, degli orrori della seconda guerra mondiale non tanto lontana e dell’attuale rischio sicurezza in Europa.

Fin dal dopo guerra molteplici sono stati i tentativi per un esercito di difesa europea.

Il più consistente fu quello disegnato da Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Konrad Adenauer e Jean Monnet.

Il progetto della Ced, la Comunità europea di difesa, un progetto di collaborazione militare tra gli Stati europei.

Aveva come obiettivo un futuro in grado di garantire pace, prosperità e coesione ai diversi popoli europei.

Il progetto fallì a causa del veto della Francia e dalla pressione degli Stati Uniti.

L’ Europa, già con un proprio esercito di difesa, da usare già solo come deterrente, avrebbe più peso internazionale.

E riuscirebbe a mantenere equilibri geopolitici e soprattutto potrebbe salvaguardarsi da paesi totalitari.

I paesi membri dell’Unione Europea oggi sono circondati da parecchie nazioni politicamente instabili e in guerra, situate ad Est, in Nord Africa ed in Medio Oriente.

Un contesto che mette seriamente in pericolo la sicurezza.

Ed altresì dallo smisurato flusso di migrazioni, diventato permanente, verso l’Italia e l’Europa, per i rischi reali di aggressioni da parte delle organizzazioni terroristiche.

Bisogna mantenere adeguate capacità militari per dissuadere ogni potenziale attacco, ancor prima che per contrastarlo.

Un esercito militare di tipo difensivo pronto a procedere in caso d’attacco e a collaborare nelle materie difesa, politica economia e cultura.

E’ sotto gli occhi di tutti la preoccupazione nei paesi europei coinvolti nelle tensioni:

tra Oriente e Occidente, del rischio attentati terroristici e dalle fragilità scoperte delle forniture energetiche europee, che rievocano scenari da guerra fredda.

Non dimentichiamo gli attentati di Parigi che sconvolsero il mondo.

L’aumento delle tensioni e delle guerre richiede con forza che gli attuali 27 Stati membri dell’Ue giungano ad un accordo che garantisca i loro interessi di sicurezza.

La creazione di una forza di soldati sotto il comando europeo, e non della Nato.

Un accordo che preveda altresì la “promozione di stabilità, sicurezza, prosperità, democrazia, libero scambio, libertà fondamentali e stato di diritto”.

Anche per poter dimostrare, ai cittadini europei, come il percorso comunitario fosse l’alternativa migliore all’isolamento o peggio alla dipendenza di stati più forti.

Quasi tutti i Paesi membri sono favorevoli, serve però superare lo scoglio della votazione a unanimità. 

Solo un processo d’integrazione dei Paesi europei può arrivare a poter costituire una vera e propria azione comune ed unica di tutti gli stati membri.

Nessuno singolarmente può presumere di fronteggiarle da sole.

Perché si realizzi questo progetto è necessario l’impegno per ridurre le discordanze fra i suoi membri.

Avvicinare i popoli d’Europa e indirizzarli verso i principi storici della grande famiglia europea, mantenendo permanenti i suoi ideali:

di democrazia, libertà e integrazione sociale, senza lasciare nessuno indietro.

Realizzando un esercito comune di difesa, vi potrebbe essere anche la premessa di tradurre in realtà un progetto federalista.

Protrarre un approccio puramente intergovernativo è fallimentare, è una posizione che ha fortemente penalizzato la difesa europea.

Nessun paese europeo è più in grado di condurre, senza il sostegno degli Stati Uniti o della Nato, complesse azioni belliche.

La maggioranza dei paesi europei è certo di poter ridurre le spese militari reputando che gli stati uniti continueranno a garantire la loro sicurezza.

L’ Europa non può più permettersi di delegare agli Stati Uniti, dentro la Nato, l’incarico di rappresentare l’Occidente.

Mantenendo le proprie strutture nazionali gli Stati europei non avranno mai un peso politico all’interno della Nato:

di fatto subiscono le politiche stabilite dagli interessi dello Stato più forte, cioè gli USA, che non sempre equivalgono con quelli europei.

D’altra parte, quando gli Stati europei non sono protetti dagli USA subiscono la volontà delle altre potenze mondiali, come accade con la Russia.

E’ fondamentale però, contenere l’avanzata del sovranismo

perché crea diffidenza nell’opinione pubblica verso l’obiettivo dell’integrazione europea, nonché, ad un esercito militare difensivo degli stati membri.

Un esercito europeo comporta il potere di prendere decisioni e di reperire le risorse per realizzarle, richiede cioè un governo europeo e una maggiore autonomia dalla Nato.

Tutto questo potrebbe richiedere un sacrificio finanziario?

Purtroppo l’essere umano è un animale che aggredisce, sottomette, uccide per motivi diversi e il potenziamento della sicurezza europea è inevitabile.

 

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