Costi conti correnti. Bankitalia mette il dito nella piaga

Costi conti correnti,  interviene sulle modifiche contrattuali sfavorevoli ai consumatori

Bankitalia ha invitato (1) tutte le banche a valutare con estrema attenzione le modifiche contrattuali a sfavore dei clienti.

L’intervento positivo di Bankitalia cerca di riequilibrare i rapporti coi clienti delle banche, i cosiddetti consumatori.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc nel suo comunicato in cui si apprezza l’operato a favore dei consumatori che la sua associazione difende:

“considerato che l’aumento degli interessi stabilito dalla Banca Centrale europea (Bce) può avere effetti positivi sulla redditività complessiva dei rapporti tra banche e clienti, potendo anche compensare l’aumento da inflazione.

Le variazioni contrattuali, dice Bankitalia, hanno ragione solo per ripristinare l’equilibrio degli impegni in essere coi clienti.

“Meglio tardi che mai?”, visto che è da tempo che le banche, ad ogni piccolo movimento di mercato chiedono sempre più soldi, anche se si tratta di cambiamenti che non influiscono sui loro costi di tenuta dei conti correnti.

A dimostrazione che Bankitalia ha messo il dito sulla piaga, arriva la conferma del presidente dell’Associazione delle banche (Abi):

“non vedo criticità nei costi dei conti”. Negare sempre e comunque, anche le evidenze, è un’antica strategia

che corrobora chi lo fa credendo che due/tre negazioni, per esempio, equivalgano a dar valore alle proprie opinioni.

La realtà è che oggi non si può fare a meno di avere un conto bancario, foss’anche per riscuotere lo stipendio.

Questo lo sa bene Bankitalia, il Governo e il Parlamento.

Ma tutti continuano ad ignorare questa indispensabilità e, con la scusa del mercato, alzano le braccia (proprio come fa l’Abi) di fronte ai continui abusi…

come se questi ultimi non fossero diversi dalla concorrenza.

Ben venga, quindi, Bankitalia, e il suo invito.

Ma occorre passare anche alle sanzioni, per esempio, nei confronti di quegli istituti che non motivano il

cambio unilaterale delle condizioni di contratto e costringono i risparmiatori al turismo bancario.

Condividi sui social