Covid? Natale a rischio

Covid? Natale a rischio, marcata incertezza anche per agroalimentare e florovivaismo

“Con l’incognita di nuove restrizioni in vista del Natale, le filiere di cibo e turismo nella provincia prealpina vivono, già oggi, una situazione di marcata incertezza, con l’impossibilità oggettiva di programmare ordini, prenotazioni e, più in generale, ogni cronoprogramma legato alle festività natalizie:

parliamo in generale di ogni settore produttivo, dall’agroalimentare al florovivaismo”. Lo rimarca il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori evidenziando come i contraccolpi di un nuovo rischio di “zona gialla” (o, comunque, di restrizioni legate all’avanzare dei contagi) mettano in forte difficoltà l’intero comparto agroalimentare prealpino.

La recrudescenza della pandemia mette quindi a rischio le vacanze di 10 milioni di italiani, per una spesa di 4,1 miliardi solo per i turisti nazionali, di cui quasi 1/3 destinato al cibo, tra souvenir e pranzi e cenoni in ristoranti e agriturismi.

Nuove inevitabili misure di restrizione legate alla ripresa della circolazione della pandemia – sottolinea l’organizzazione agricola interprovinciale – rovinerebbero, infatti, il sogno di un ritorno alla normalità in vista delle feste, dopo l’avanzare della campagna di vaccinazione.

Il timore è che si possa verificare un forte rallentamento nelle prenotazioni ma anche la cancellazione di molti eventi legati al Natale nelle località turistiche: “A rischio c’è un tessuto produttivo già duramente provato che contava di ripartire dopo un Natale 2020 segnato dal lockdown e il sostanziale azzeramento delle presenze turistiche nazionali ed estere” aggiunge Paolo Zanotti, presidente dell’Associazione Agrimercato.

 “I nostri Mercati Agricoli sono sempre rimasti aperti anche in fase di zona gialla e, anche nei periodi più stringenti di lockdown, abbiamo continuato ad assicurare gli approvvigionamenti di cibo grazie alle consegne dirette a domicilio. Certamente i Mercati Agricoli continueranno a restare aperti, ma una recrudescenza della pandemia nell’avvicinarsi del Natale, certamente, avrà contraccolpi negativi anche per le nostre imprese:

c’è infatti un turismo di prossimità che, ogni anno, raggiunge le nostre zone anche dalle vicine aree metropolitane per acquistare formaggi, salumi e prodotti alimentari a km zero con cui imbandire la tavola delle feste, magari coniugando il tutto con un fine settimana.

Va altresì sottolineato come, a fronte di un aumento smisurato dei costi delle materie prime, i produttori agricoli siano finora riusciti ad assorbire gli stessi, senza aumenti per i consumatori. Ma la situazione nel medio termine rischia di diventare insostenibile”.

Nuove chiusure e limitazioni andrebbero, inoltre, a frenare la ripresa dell’intero settore ristorazione – sottolinea la Coldiretti provinciale – già tra i settori più danneggiati dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio, con una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro a livello nazionale.

Una situazione che, quindi, si ripercuote a cascata sull’intero sistema agroalimentare prealpino: ogni drastica riduzione dell’attività – rileva Coldiretti Varese – pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino ai formaggi, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

Un pericolo che, sotto Natale, andrebbe a minacciare anche e soprattutto le specialità made in Varese più ricercate e consumate, anche al ristorante, nel periodo festivo come formaggi (tra cui Grana Padano e Gorgonzola prodotti con il latte munto nelle stalle prealpine), cotechini, salumi tipici e prodotti da forno.

Condividi sui social