Due anni e due mesi al responsabile della morte di Asif Mahmood

Un po’ di giustizia per i familiari di Asif Mahmodd

Per i familiari di Asif Mahmood nessuna pena sarebbe mai stata commisurata alla loro incolmabile perdita. Ma almeno hanno ottenuto un po’ di giustizia. Il trentanovenne di origini pakistane, residente a Corridonia, è l’incolpevole vittima di una tragica uscita di strada da parte del conducente della vettura dov’era trasportato. E oggi, mercoledì 20 dicembre 2023, in tribunale a Macerata, il giudice dott.ssa Daniela Bellesi ha condannato a due anni e due mesi di reclusionesenza la sospensione condizionale, il responsabileFlorin Constantin Racariu29 anni, di origini rumene ma residente a Recanati. E gli ha anche inflitto la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per due anni.

Una pena che sarebbe stata più pesante se l’imputato non avesse beneficiato degli sconti previsti dal rito abbreviato sceltoI genitori, i fratelli e le sorelle della vittima, per essere assistiti, attraverso l’area manager per le Marche Andrea Polverini, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, si sono costituiti parte civile al processo con l’avvocato Massimo Cesca, del Foro di Macerata, e il giudice ha stabilito di liquidare le provvisionali in loro favore.

Due anni e due mesi al responsabile della morte di Asif Mahmood
Foto dell’incidente

La ricostruzione del tragico incidente

Il terribile incidente è accaduto il 13 ottobre 2021 alle 15, a Porto Recanati. L’imputato procedeva in via dell’Industria alla guida di una Fiat Multipla in cui trasportava, sul sedile del passeggero anteriore Mahmood. Improvvisamente e inspiegabilmente, però, perso il controllo del mezzo. Il tratto di strada in questione infatti è rettilineo, la visuale libera, l’asfalto era asciutto, c’era il sole, la visibilità era buona e il traffico normale. Insomma le condizioni ideali per guidare.

La macchina ha sbandato sulla destra andando a sbattere con violenza contro il muretto di recinzione dell’abitazione al civico 26. Le condizioni di Mahmood dopo l’impatto sono parse subito disperate. E’ intervenuto anche l’elisoccorso per trasportarlo il più in fretta possibile all’ospedale Torrette di Ancona, dov’è giunto in stato di coma e in prognosi riservata. Qui il trentanovenne ha lottato per quasi un mese tra la vita e la morte. Ma i politraumi riportati, soprattutto l’edema cerebrale, erano troppo gravi. Il 10 novembre 2021 il suo cuore ha cessato di battere.

Agli agenti intervenuti per i rilievi il conducente della Multipla ha dichiarato di aver sterzato bruscamente a destra per evitare un presunto veicolo proveniente dal lato opposto. Non è stata, però, rinvenuta dagli inquirenti alcuna prova circa la supposta presenza di questo altro mezzo. E sull’asfalto non vi era alcuna traccia di frenata.

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Il limite di velocità

La cronistoria del processo ai danni dell’imputato

Il giovane rumeno è stato subito iscritto nel registro degli indagati per il reato di lesioni colpose stradali gravissime, capo d’imputazione diventato omicidio stradale . L’’autopsia disposta dal Pm della Procura di Macerata dott. Vincenzo Carusi affidata al medico legale dott.ssa Donatella Fedeli ha confermato il nesso di causa tra decesso e lesioni riportate nel sinistro. Alle operazioni peritali ha partecipato anche il dott. Marco Palpacelli quale medico legale di parte messo a disposizione da Studio3A.

Al termine delle indagini preliminari, dunque, il dott. Carusi ha chiesto il processo per Racariu quale esclusivo responsabile dell’incidente. L’accusa è di aver causato la morte del passeggero “per negligenza, imprudenza e/o imperizia e in violazione degli art. 141 commi 1,2 e 11 Cds, procedendo a una velocità di 74 km/h in luogo dei massimi prescritti 50 km/h e comunque mancando di regolare la velocità di guida, perdendo così il controllo della vettura”.

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L’incidente stradale

Ora i congiunti di Asif Mahmood aspettano l’assunzione di responsabilità dell’assicurazione

I familiari però hanno dovuto attendere un altro, lungo anno. I difensori dell’imputato hanno infatti cercato di mettere in dubbio che la morte della vittima fosse collegata al sinistro, ipotizzando presunte altre patologie subentrate a causa di malpractice medica dei sanitari che lo hanno avuto in cura. Inoltre hanno avanzato la richiesta, ammessa, del rito abbreviato condizionato all’espletamento di una ulteriore perizia medico legale. Tentativo che non ha però evitato la condanna a due anni e due mesi a Racariu. 

Un altro e decisivo punto fermo in questa tragica vicenda dal quale ora i genitori e i fratelli della vittima si aspettano finalmente una assunzione di responsabilità da parte della compagnia di assicurazione Adriatic. La quale, pur a fronte di una dinamica chiara e di un terzo trasportato che ha diritto sempre e comunque alla tutela risarcitoria, non ha mai riscontrato le richieste di risarcimento non formulando alcuna offerta in spregio a tutte le norme del Codice della Assicurazioni private. Al punto che lo Studio ha anche dovuto inviare un formale reclamo all’Ivass, l’istituto di vigilanza sul settore assicurativo. Anche questo, però, mai riscontrato.

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