25 Dicembre 2024 08:31
Cuneo, contrasto al caporalato operazione dei Carabinieri Nucleo Ispettorato del Lavoro, nelle Langhe
Cuneo 28 Marzo 2024, contrasto del caporalato, operazione dei Carabinieri del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Cuneo e dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Cuneo e Bolzano.
Eseguita un’ordinanza di misura cautelare interdittiva, del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale o imprenditoriale, e un sequestro preventivo di :
- n.11 veicoli.
Ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Asti su richiesta della Procura della Repubblica del medesimo centro, nei confronti di 9 persone (4 macedoni, 4 albanesi e 1 tunisino).
I reati contestati sono :
- caporalato;
- occupazione, alle proprie dipendenze, di lavoratori non in regola con il soggiorno in Italia.
Le indagini condotte nelle province di Cuneo, Alessandria e Asti
L’attività investigativa, avviata nel mese di aprile 2023, a seguito di attività ispettiva condotta unitamente ad Arma territoriale di Cuneo, ispettori ITL e con il concorso di mediatori culturali dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), nell’ambito del contrasto al caporalato, e del lavoro irregolare in agricoltura, ha permesso d’individuare un quadro diffuso di sfruttamento lavorativo in tutta la zona di Alba (CN) e territori limitrofi (meglio indicata come zona delle “langhe”) a forte vocazione vitivinicola, ai danni di cittadini extracomunitari in stato di bisogno, reclutati sulle piazze, prelevati con pulmini o autovetture, da parte di datori di lavoro contoterzisti.
Lo sviluppo delle indagini, condotte mediante escussione da parte delle vittime di sfruttamento, in concomitanza a servizi dinamici sul territorio, permettevano ai Carabinieri, di ricostruire la rete di sfruttamento classico in agricoltura.
Da un luogo di concentramento dei lavoratori, gli stessi venivano prelevati e trasportati a cura dei caporali, titolari di aziende agricole di lavoro conto terzi, per l’impiego in condizioni di sfruttamento, in aziende agricole operanti nei vigneti delle province di Cuneo, Asti e Alessandria.
Identificati ben 40 lavoratori, vittime di sfruttamento :
- 14 del Gambia;
- 4 del Senegal;
- 1 del Ghana;
- 3 della Macedonia;
- 3 della Tunisia;
- 1 del Pakistan;
- 1 del Nigeria;
- 1 della Guinea;
- 4 dell’Egitto;
- 2 dell’Albania;
- 3 del Marocco:
- 1 del Gabon;
- 2 del Bangladesh.
Per 30 di loro, ricorrendone le condizioni, è stato chiesto ed ottenuto il Nulla Osta al rilascio del permesso di soggiorno, per grave sfruttamento lavorativo ed in parte sono stati presi in carico da O.I.M. che li ha trasferiti e inseriti in progetti SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) in altre località italiane lontane da Alba, luogo dello sfruttamento, per l’inserimento lavorativo in diverse realtà imprenditoriali.
Tra questi vi erano anche quelli che avevano trovato riparo in accampamenti di fortuna lungo il fiume Tanaro.
Nel corso delle operazioni è stato eseguito anche il sequestro degli 11 mezzi utilizzati dai caporali, per il trasporto dei lavoratori.
Le indagini sono volte a reperire elementi indiziari anche a discolpa degli indagati, che devono considerarsi innocenti sino alla pronuncia di una eventuale sentenza definitiva di condanna.
Il caporalato
Il caporalato è un fenomeno di sfruttamento della manodopera a basso costo molto diffuso nel settore dell’agricoltura e dell’edilizia, dapprima diffuso nel Sud Italia, e poi espandendosi anche al Nord Italia.
A reclutare i lavoratori è il caporale, lui si occupa anche di trasportare i lavoratori, per portarli nei campi a lavorare.
Il caporale inoltre, ha anche il compito di contrattare la paga con il lavoratore, per conto delle aziende.
Nella stragrande maggioranza dei casi, i lavoratori sfruttati appartengono alle fasce più deboli e disagiate, in special modo extracomunitari.
Quanto vengono pagati i lavoratori
Purtroppo la somma destinata al bracciante spesso non arriva integralmente al lavoratore, e la paga si aggira intorno a 1/2 euro per ogni cassetta di prodotti raccolti, pertanto circa 30 euro, per 12 ore di lavoro, per la manodopera maschile, e circa 27 euro, per la manodopera femminile.