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DIA, mega blitz 18 arresti, tra cui il figlio del boss della Magliana, ed il figlio del boss del clan Senese.

Roma 09 Luglio 2024, 18 misure cautelari, grazie alla vasta operazione gestita dalla DIA, (Direzione Investigativa Antimafia), su disposizione della Dda di Roma.

Sequestro di beni per oltre 131 milioni di euro e 57 indagati.

Le persone coinvolte sono ritenute gravemente indiziate a vario titolo, di far parte di due associazioni mafiosa, radicate a Roma, accusate dei reati di :

  • estorsioni;
  • usura;
  • fittizia intestazione di beni;
  • riciclaggio;
  • autoriciclaggio;
  • reimpiego dei proventi illeciti, in attività economiche di proventi illeciti.

Tra i reati di cui sono accusati tutti gli indagati, c’è anche l’aggravante di aver agevolato :

  • il clan della camorra Mazzarella – D’Amico,
  • le cosche della ‘ndrangheta Mancuso e Mazzaferro;
  • il clan Senese.

Arrestato anche il figlio dei boss della banda della Magliana, tra gli indagati anche l’ex calciatore di Serie A, Giorgio Bresciani.

Nell’operazione della Dia è coinvolto anche Antonio Nicoletti, figlio di Enrico Nicoletti, ex storico esponente della banda della Magliana.

Anche Vincenzo Senese, figlio di Michele Senese, ritenuto il capo della camorra a Roma, è stato arrestato.

Misura cautelare anche per il produttore cinematografico Daniele Muscariello e il manager musicale Angelo Calculli, tra gli arrestati anche Roberto Macori e Salvatore D’Amico.

Le indagini iniziate nel 2018

Dalle indagini avviate a marzo del 2018, emerge che il sodalizio criminale, si sarebbe avvalso : “della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento derivante sia dagli stretti legami con le organizzazioni criminali mafiose tradizionali che dall’immediata disponibilità di armi da guerra e comuni da sparo”.

Inchiesta avviata, dal monitoraggio di una serie di operazioni di riciclaggio, in diversi settori commerciali quali :

  • cinematografia;
  • edilizia;
  • logistica;
  • commercio di auto;
  • commercio di idrocarburi.

Si ipotizza l’esistenza di una serie di società di facciata per le false fatturazioni.

Nell’ambito delle società “cartiere” – intestate a prestanome – emergerebbe la figura di Daniele Miscariello, produttore cinematografico, e quella di Daniele Miscariello, manager musicale Angelo Calculli.

Commercio illecito degli idrocarburi.

Gli inquirenti ipotizzano che tra gli altri, in qualità di capo e promotore, del sodalizio criminale ci sia anche Vincenzo Senese, figlio di Michele.

Le indagini del Nucleo Polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza di Roma hanno poi chiarito i diversi episodi di estorsione e usura.

Intercettazioni : “La politica nella Capitale è mafia”

Ecco cosa emerge da un’intercettazione citata nell’ordinanza cautelare : 

“Perché la politica là è la mafia, là se vai a Roma politici onorevoli tutti corrotti perché è proprio la politica di Roma che è così”. .

Con l’accusa di riciclaggio, è indagato anche l’ex calciatore di serie A del Bologna e del Napoli, Giorgio Bresciani, residente a Pomezia.

Bresciani citato da un collaboratore di giustizia

Dalle dichiarazioni rilasciate alla Dda di Roma, da un collaboratore di giustizia, emerge :

“Tramite Daniele  Muscariello incontravamo Pasquale, Roberto, il figlio di Senese, Alberto Viola, Coppola Alberto, Stefano De Angelis, Bresciani, Giovanni Festa (che veniva con Umberto D’Amico detto ‘o puorco), Massimo con la barba (arrestato per un’evasione di tre milioni di euro) e altri”.

“Daniele ha gli uffici a Roma”.

“Salvatore Pezzella lavorava con l’IVA a Roma con Andrea Salsiccia e De Angelis e noi lo abbiamo bloccato a Napoli dicendo che doveva “favorire” anche noi”.

“Così gli abbiamo affidato 100.000 euro e lui ha iniziato a restituircene 5mila euro a settimana. O meglio portava 105.000 euro, ma 100.000 venivano reinvestiti”.

“Noi lo abbiamo minacciato che avremmo chiuso il bar del fratello Giovanni e la mamma e le sorelle sono venute da me dicendo che mi avrebbero denunciato e che avevano dei video che mi riprendevano”.

“Io effettivamente ero andato al bar per chiuderlo”.

“Poi ci siamo accordati con Salvatore perché aveva paura”.

“Noi abbiamo così aperto con Salvatore Pezzella un altro canale per investire il denaro provento del traffico di droga”.

“Salvatore Pezzella e Muscariello, che all’inizio lavoravano insieme, poi si erano bisticciati e siamo stati noi a farli riappacificare”.

Raggiunto da misura cautelare anche Roberto Macori, legato alla “destra eversiva romana

Macori, prima all’ombra di Massimo Carminati, e dopo alter ego di Gennaro Mokbel, legato alla “destra eversiva romana”, che poi si legò a Senese”.

Tra gli indagati anche Domitilla Strina, la figlia di Anna Betz nota come Lady Petrolio.

“Roma – aggiunge il gip – storicamente rappresenta il punto di contatto tra imprenditori a, politica e mafie”.

Intercettazione in cui uno degli indagati non usa mezzi termini.

“Faccio quello che mi pare – afferma senza sapere di essere ascoltato dagli inquirenti – a Roma faccio proprio la carne di porco, faccio proprio lo schifo”.

I sequestri

 Oltre alle misure cautelari personali, il gip ha disposto il sequestro preventivo di tre società e per equivalente di euro 131.826.000, profitto dei reati, nei confronti dei 57 indagati, da eseguirsi sui beni nella loro disponibilità.

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