estorsioni a Misterbianco
I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 10 indagati per estorsioni a Misterbianco.

I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 10 indagati per estorsioni a Misterbianco.

estorsioni a Misterbianco

I destinatari dell’ordinanza sono indagati a vario titolo per acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti, furto aggravato e una serie di estorsioni a Misterbianco.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania coi reparti specializzati dell’Arma (Compagnia d’Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili), hanno eseguito l’ordinanza.

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso il provvedimento.

L’ordinanza riguarda 10 indagati, a vario titolo, presunti autori dei reati d’estorsione aggravata dal “metodo mafioso”, acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti e furto aggravato. 

il nome dell’indagine è “The Gift”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dai Carabinieri della Tenenza di Misterbianco dall’ottobre al dicembre 2020.

Estorsioni con metodo mafioso

L’attività ha consentito di accertare una serie estorsioni, perpetrate con un modus agendi mafioso, ai danni del titolare di un’autocarrozzeria e di una concessionaria di automobili.

Entrambe sono ubicate nel comune di Misterbianco. 

Le estorsioni venivano effettuate per mantenere alcuni detenuti in carcere, nonché per garantire “protezione” alle attività commerciali prese di mira.

L’estorsione veniva pagata in contanti con cadenza mensile. 

Le indagini hanno quantificato il ricavato delle estorsioni in circa € 5.200 complessive.  

I militari, durante le indagini, hanno arrestato in flagranza di reato uno dei responsabili delle estorsioni, nonché hanno fermato un altro correo.

L’attività investigativa ha inoltre fatto emergere ulteriori episodi estorsivi commessi ai danni di privati cittadini.

Cavallo di ritorno

I malviventi prima rubavano autoveicoli e successivamente pretendevano il pagamento per la restituzione.

Le indagini inoltre hanno evidenziato il coinvolgimento di alcuni indagati  in altre attività delittuose e in particolare la detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti.

In particolare le indagini hanno fatto emergere la “poliedricità criminale” di Giuseppe Strano impegnato in diverse attività criminali, dalle estorsioni alla compravendita di stupefacenti.

Strano era un “intermediario qualificato” nell’estorsione relativa agli autoveicoli rubati e resi con la tecnica del “cavallo di ritorno”.

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