22 Novembre 2024 11:00
I carabinieri hanno arrestato i genitori schiavisti e il padrino approfittatore di una quattordicenne ceduta in cambio di cibo e denaro.
genitori schiavisti a Caltagirone
La vicenda dei genitori schiavisti si inquadra in un contesto di miseria e di degrado che non può essere ancora accettata.
Non possiamo più fare finta di non vedere le vergognose sacche di deterioramento sociale che caratterizzano alcune periferie.
In un paese come il nostro che ha la presunzione di definirsi civile, abbiamo il dovere di prevenire e risolvere i fenomeni di degrado sociale.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito l’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea.
La magistratura indaga i tre soggetti arrestati in quanto ritenuti responsabili dei reati di concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale.
Inoltre sono sospettati di sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.
L’indagine
L’indagine, coordinata dalla D.D.A. di Catania è stata condotta dalla Compagnia Carabinieri di Caltagirone dal novembre scorso.
I militari hanno accertato un gravissimo quadro indiziario nei confronti degli odierni indagati: i coniugi M. S. e M. E., rispettivamente di 49 e 41 anni, nonché S. S. L., 43enne.
Premesso che, al momento, nel procedimento non è ancora intervenuto il contraddittorio, i tre arrestati sono ritenuti responsabili di spregevoli condotte nei confronti di una delle figlie minori dei citati genitori.
La ragazza attualmente quindicenne all’epoca dei fatti aveva solamente 14 anni.
Dalle intercettazioni è emerso un contesto familiare molto degradato di miseria.
In quell’ambito di grave indigenza economica il padre e la madre della vittima avrebbero esercitato una sorta di diritto di proprietà sulla minore.
I due genitori avrebbero indotto la ragazzina con violenza e minaccia ad intrattenere una relazione anche sessuale con S.S.L. (suo padrino di cresima).
Venduta per cibo e denaro
I due avrebbero così agito al fine di ottenere da quest’ultimo cibo e denaro.
Nello specifico, la ragazzina, utilizzata quale vera e propria “merce di scambio”, sarebbe stata pertanto ripetutamente indotta ad accompagnarsi al “compare”.
I genitori l’avrebbero costretta a convivere con il padrino, nella sua abitazione, giorno e notte.
La ragazzina doveva anche provvedere alla preparazione dei pasti e alle faccende domestiche.
I militari avrebbero anche accertato che, a volte, i genitori avrebbero rimproverato e percosso la figlia, esortandola a “comportarsi bene”.
Il “padrino” della minore è pregiudicato per reati contro la persona e in materia di armi nonché, all’epoca dei fatti era affidato, in prova ai servizi sociali per altra condanna.
In un’occasione l’uomo si sarebbe imposto fisicamente sulla quindicenne costringendola a consumare un rapporto sessuale non consensuale.
In un’altra l’avrebbe costretta a rimanere chiusa in casa, percuotendola, soltanto per essersi ribellata.
Le minacce del padre
Il padre della ragazzina è gravato da numerosi e gravi precedenti penali anche per reati contro la persona.
L’uomo, contattato da un’assistente sociale del comune di residenza per problemi di dispersione scolastica di un’altra figlia di dieci anni, l’avrebbe minacciata di “fare danni”.
Tra l’altro risulterebbe che “il padrino” manifestasse interessi sessuali anche nei confronti di questa bambina.
Tra le altre cose “il padrino” in passato avrebbe ceduto vari quantitativi di marijuana ad un minore.
Lo avrebbe fatto in prossimità della comunità ove quest’ultimo era stato collocato con provvedimento del Tribunale per i Minorenni.
Durante l’indagine i militari hanno sequestrati al padrino un fucile doppietta a canne mozze e una pistola revolver 375 magnum.
I due uomini sono stati associati presso la locale Casa Circondariale, mentre la donna è stata tradotta nell’Istituto a custodia attenuata per madri” di Avellino.