Gravina in Puglia, 22 arresti, indagini sul clan MANGIONE Vincenzo detto Remì

Gravina in Puglia, operazione condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari.

in collaborazione con altre unità competenti, che ha portato all’arresto di ventidue persone accusate di appartenere a un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e ad altre attività illecite.

Le indagini sono state condotte dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Altamura e dalla Stazione di Gravina, e hanno avuto inizio nel gennaio 2018.

L’indagine è stata avviata in seguito a un tentato omicidio avvenuto il 8 gennaio 2018 nel quartiere CEP di Gravina in Puglia.

Le attività investigative hanno evidenziato l’esistenza di due consorterie criminali radicate a Gravina in Puglia, entrambe facenti capo al clan Mangione.

Il clan che si contendevano il controllo dello spaccio di droga. I gruppi erano guidati da Vincenzo Mangione, detto Remì, e da suo cugino Nicola Mangione, detto Geppetto.

L’operazione ha svelato l’esistenza di un sodalizio ben strutturato e organizzato, guidato da Vincenzo Mangione, che si dedicava allo spaccio di stupefacenti in diverse zone di Gravina in Puglia.

Durante le indagini sono stati sequestrati circa 2,5 kg di stupefacenti, tre pistole calibro 7.65 e 87 cartucce dello stesso calibro.

Sono stati documentati numerosi episodi di spaccio di hashish, marijuana e cocaina, nonché il possesso e il trasporto di armi.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.

Le misure sono state eseguite a Gravina in Puglia, Loreto, Limone sul Garda ed Ancona.

È importante sottolineare che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la colpevolezza degli indagati dovrà essere accertata in sede di processo.

Il comunicato dei Carabinieri evidenzia l’impegno dell’Autorità Giudiziaria e dei Carabinieri nel contrastare il traffico di stupefacenti.

E sottolinea il ruolo delle istituzioni come punto di riferimento per combattere l’attività criminale.

Si sottolinea che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure cautelari odierne seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati.

Indagati la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

 Durante le attività, sono stati sequestrati 2,5 kg circa di stupefacente, 3 pistole calibro 7.65 e 87 cartucce dello stesso calibro

e sono stati documentati numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti nonché la detenzione ed il porto di armi. Nove persone sono state arrestate in flagranza di reato.

Nel 2013 altra importante operazione:

“Quella di Gravina – scrivono i carabinieri – è un’organizzazione malavitosa di stampo mafioso, fortemente radicata sul territorio.

E capace non solo di resistere ai continui arresti operati dalle forze dell’ordine nel corso degli anni:
(si ricorderanno su tutte le operazioni antimafia “Gravina” e “Canto del Cigno”)

ma anche di disporre di ingenti quantitativi di denaro che vengono riciclati attraverso società finanziarie o

società edilizie costituite appositamente o attraverso l’acquisto di lussuosi beni mobili e di prestigiosi immobili.

Un patrimonio che la Procura di Bari e la Sezione Misure di Prevenzione stanno continuamente ‘attaccando’

nella convinzione che proprio la sottrazione dei beni ai clan malavitosi possa produrre i maggiori risultati sul piano della lotta anti-mafia”.

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