Green Pass, il Sindacato Europeo dei Lavoratori presenta ricorso in Europa

Green Pass, la mobilitazione è forte, e ci sono una serie di errori e appigli giuridici, che hanno dato adito ad una serie di interpretazioni e problematiche serie, tanto da indurre al ricorso.

Green Pass, il Sindacato Europeo dei Lavoratori presenta ricorso in Europa, per una serie di violazioni.

Green Pass,, ricorso a :Corte Europea dei diritti dell’uomo, Protocollo Consiglio d’Europa, Protocollo, Agenzia Europea dei diritti fondamentali.

Ma anche a l Protocollo Parlamento dell’Unione Europea, Protocollo Commissione Europea, Protocollo Istituzioni presso la Commissione Europea, Mediatore Europeo, DG Competition.

Il ricorso cosa prevede?

 Il ricorso riguarda la violazione politica di concorrenza e regole di concorrenza a mezzo dell’utilizzo del “green pass” – covid certificate in Italia.

Le istituzioni adite sono già state portate a conoscenza, a mezzo numerose segnalazioni, di quanto occorso dal 2020 fino ad oggi in Italia, cioè i provvedimenti adottati dal Governo Italiano e delle numerose violazioni dei diritti essenziali perpetrate ai danni dei cittadini.

Le misure adottate dal Governo Italiano siano in netto contrasto con la politica di libera concorrenza

Le misure adottate dal Governo Italiano siano in netto contrasto con la politica di libera concorrenza, creando un pregiudizio ed un danno non solo al sistema economico e finanziario italiano, ma all’intero mercato europeo nella sua complessità, per le motivazioni di fatto e di diritto che si riportano.

Green Pass. Ci sono novità importanti che riguardano la gestione e la sua applicazione in Italia come hanno individuato e messo in luce una serie di giuristi, che hanno indotto il Sindacato Europeo dei Lavori ad apporre per primo la firma all’esposto.

La questione non è di essere contro il vaccino, tutt’altro, ma manca una legge che renda obbligatorio il vaccino e quindi si sta spingendo per il Green Pass, per non incorrere in eventuali ricorsi con una legge ad hoc.

“La dinamica incontrollata finora della decretazione d’urgenza da Conte a Drgahi, deve finire; con la scusa dell’emergenza sono stati fatti errori che hanno comportato conseguenze gravi sotto il profilo sanitario ed economico.

le misure adottate dal Governo Italiano siano in netto contrasto con la politica di libera concorrenza, creando un pregiudizio ed un danno non solo al sistema economico e finanziario italiano, ma all’intero mercato europeo nella sua complessità, per le motivazioni di fatto e di diritto che si riportano.”

La legislazione italiana non puo’ esimersi dai controlli e dalle verifiche della UE: tante misure hanno messo in ginocchio l’Italia e non solo, a causa di provvedimenti discussi e discutibili.

Il Governo in difficoltà per Covid 19 ha decretato all’infinito e a ancora non è detto sia finita

” in Italia veniva dichiarato lo stato di emergenza con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 Gennaio 2020, con scadenza al 31 luglio 2020.

Durante questo periodo venivano adottati vari DPCM, cioè Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e successivamente con diversa tecnica legislativa alcuni Decreti Legislativi oggetto di successiva conversione in sede parlamentare, aventi ad oggetto una serie di misure restrittive delle libertà individuali, nonché limitative del diritto al lavoro, alla libertà di stabilimento, alla libera iniziativa economica privata e alla tutela del diritto dei consumatori.”

MOTIVI IN DIRITTO

Il Decreto Legislativo n. 127 del 2021 appare in aperto contrasto e in netta violazione dell’art. 4 comma 1 lett. e) del Decreto Legislativo n. 105 del 2021, nonché dei regolamenti 953 e 954 EU del 2021, nonché – della risoluzione del Consiglio d’Europa n. 2361 del 2021, oltre che dei principi enunciati dalla Carta Sociale Europea ( art. 3, 4, 11, 12, 26, parte V sezione E ed F: obbligo di non discriminazione tra lavoratori ), dalla Carta di Nizza ( art. 15, 20, 27, 21 principio di non discriminazione, sezione solidarietà artt. 31, 34, 35: condizioni lavorative ispirate a giustizia ed equità, sicurezza e assistenza sociale e protezione nella salute fisica e morale ) e del T.F.E.U. ex art. 45 previsione di libera circolazione dei lavoratori all’interno della Unione Europea, senza alcuna discriminazione.

Inoltre il contenuto di tale Decreto viola la Direttiva Unione Europea 89/391/EEC (attuata con Decreto Legislativo Italiano n. 81 del 2008, articolo 15, comma 2) poiché la direttiva europea prevede che i costi relativi alle misure di sicurezza e di prevenzione siano a carico dei datori di lavoro, che potranno avere agevolazioni fiscali in ordine ai medesimi, mentre in Italia tale costo viene posto a direttamente carico dei lavoratori per spingerli surrettiziamente alla vaccinazione, la quale invece è gratuita, realizzando in tal modo un meccanismo di ricatto mai visto prima nel mondo, ed in aperto contrasto con le previsioni della Risoluzione n. 2361 del 2021 de Consiglio d’Europa e con il Regolamento EU n. 953 del 2021.

Vi è, quindi, una violazione sia relativa ai diritti del lavoratore come consumatore ed anche nella sua posizione di utente nei confronti del Ministero della Salute e dell’Amministrazione dello Stato, nonché una palese violazione dei principi di concorrenza stante che il consumatore italiano nella figura del lavoratore si ritrova in una posizione di inferiorità rispetto ai lavoratori europei.

Tale violazione sussiste in maniera più grave e viene portata all’attenzione della Echr, poiché viene violato il diritto al lavoro e alla libera iniziativa economica privata, poiché il green pass diventa misura coercitiva per il lavoratore per potere avere accesso al lavoro (sia pubblico che privato), e per il consumatore nell’aver accesso a determinati servizi (vedasi art. 9 bis), con una immediata violazione delle norme che sovraintendono all’equilibrio del mercato europeo sia dal lato dei consumatori, che dal lato degli imprenditori.

Un disequilibrio del mercato interno italiano, infatti, determinerà conseguenze a catena anche in ambito europeo e soprattutto determinerà una posizione di inferiorità da parte degli imprenditori e dei cittadini italiani rispetto alle altre realtà produttive in tutto il resto della Unione Europea dove tali limitazioni non esistono e dove, quindi, esiste un implicito vantaggio per gli imprenditori nel realizzare le loro produzioni, ed una conseguente maggior facilità di accesso alle merci prodotte per i consumatori.

Il documento in forma integrale è visibile, cliccando sul sito del Sindacato Europeo dei Lavoratori.

PS

una delle tante anomalie non previste:

Mi chiamo Raffaella, mi sono ammalata di Covid nel febbraio 2021. Su consiglio del medico curante a giugno  ho fatto il vaccino,  una sola dose,  come indicato dal Ministero della Salute per i guariti di Covid, ma non ho il Green Pass. E ora che dal 15 ottobre diventa obbligatorio per tutti i lavoratori, come faccio? Per questo chiedo al Governo di prevedere delle soluzioni per chi è nelle mie condizioni: vaccino fatto secondo le regole, ma senza Green Pass. Mi dai una mano?

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