Capannone distrutto dall'incendio, danni per due milioni, ma Allianz non paga neanche l’acconto dell’indennizzo dovuto

Capannone assicurato distrutto dall’incendio, danni stimati per due milioni, ma Allianz non paga neanche l’acconto dovuto

La polizza parla chiaro. In caso di un danno di almeno venticinquemila euro, l’assicurato, dopo tre mesi dalla denuncia del sinistro, ha diritto ad ottenere un acconto sull’indennizzo che gli spetta, fino al cinquanta per cento del danno minimo stimato e sino ad un massimo di un milione di euro. Ma per la compagnia Allianz il contratto è carta straccia. Poco importa che un’attività economica sia chiusa da oltre sette mesi, senza prospettive di ripartenza, e la titolare e i suoi lavoratori siano in ginocchio.

Vittima dell’ennesimo caso di mala assicurazione la Texinternational Srl di Sossano, che commercializzava all’ingrosso tessuti. Nel capannone dell’azienda, in via Daniele Manin, la mattina del 3 marzo 2023 era scoppiato un furioso incendio. Un miracolo (almeno) che al momento all’interno non si trovasse nessuno. I vigili del fuoco di Vicenza sono intervenuti rapidamente e hanno dovuto lavorare ore per domare le fiamme. L’edificio di circa 2.500 metri quadrati è andato distrutto con tutto ciò che vi era contenuto. Successivamente sono anche crollati due interi tegoli della copertura. Il fabbricato è irrecuperabile e dovrà essere abbattuto e ricostruito. Un disastro per l’attività, che ha dovuto ovviamente chiudere lasciando a casa i tre dipendenti.

Il verbale parla chiaro: l’incendio è di natura accidentale

Nessun dubbio sulla natura accidentale del rogo. Nel loro rapporto i pompieri hanno escluso “con ragionevole certezza” un’azione dolosa, imputandolo a cause di natura elettrica, o per problemi legati a un quadro o per il probabile mal funzionamento di attrezzatura presente nell’area degli uffici. Qui, infatti, è stato individuato il primo innesco delle fiamme, che hanno “covato” durante la notte e le prime ore del mattino per poi “scatenarsi” attorno alle 8.

Per fortuna, quanto meno, la legale rappresentante della società aveva assicurato con la compagnia Allianz il sito produttivo. E anche attraverso un prodotto assicurativo completo, “Impresa Sicura”, che copre praticamente tutti i possibili danni, a cominciare ovviamente da quelli da incendio. Il tutto per un oneroso premio da pagare, sempre regolarmente corrisposto, di oltre cinquemila euro l’anno. Dunque, garanzia operante e rischio sufficientemente garantito dalla somma massima assicurata.

Danno stimato in due milioni, ma Allianz non paga nemmeno l’acconto

La titolare dell’impresa a questo punto, per essere assistita, attraverso l’Area Manager Vicenza Alessio Rossato, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che segue numerosi casi di incendio, dalle operazioni di bonifica alla documentazione anche aerea, mediante droni, e alla quantificazione dei danni, dalla verifica dei contratti assicurativi con le relative garanzie fino alla liquidazione finale del dovuto da parte della compagnia assicurativa.

Studio3A naturalmente ha subito denunciato il sinistro alla compagnia e già il 15 marzo ha inviato all’assicurazione tutti i documenti per procedere a perizia formale del danno con lo Studio Lercari S.r.l., perito fiduciario di Allianz. Il danno è stato indicativamente valutato da ambo le parti in circa due milioni di euro. Contemporaneamente, sono stati acquisiti i preventivi di cinque imprese ed è stato scelto quello economicamente più conveniente per procedere all’inevitabile demolizione e allo smaltimento del capannone che è stato dichiarato fin da subito inagibile. In questo caso, per inciso, l’utilizzo dei droni da parte di Studio3A per visionare meglio i danni è risultato decisivo, non potendo accedere fisicamente all’immobile.

Sette mesi dopo, l’attività resta chiusa: un’azienda in ginocchio

Decorsi i 90 giorni, come previsto a termini di contratto, è stata quindi presentata la richiesta di acconto sull’indennizzo dovuto. L’istanza sarebbe potuta arrivare fino un milione, ma sono stati richiesti solo 150mila euro per pagare intanto le opere di demolizione dell’edificio e di pulizia dell’area. Una somma vitale per l’azienda per cominciare a ripartire. E qui si è incomprensibilmente bloccato tutto. Di fatto in questo caso non c’è neppure un diniego formale, del resto non ce ne sarebbero le ragioni. Semplicemente, Allianz prima ha tentato di abbozzare delle scuse vaghe sulla presunta mancanza di alcuni elementi per procedere, poi neppure quelle, non risponde proprio ai solleciti inviati da Studio3A per la propria assistita, che ormai non si contano più. E così l’attività non ha più un futuro.

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