L’arcivescovo ha ricordato le vittime della strage di via Palestro

L’arcivescovo ha ricordato le vittime della strage di via Palestro 

Era la sera del 27 luglio 1993, esattamente 30 anni fa alle ore 23.14 quando una bomba provocò una strage in via Palestro.

L’Arcivescovo di Milano, Sua Ecc.za Mons Mario Enrico Delpini, questa mattina proprio sul luogo dove avvenne la strage ha celebrato una messa di suffragio in memoria di tre Vigili del Fuoco, un Vigile Urbano ed un venditore ambulante.

I nomi delle vittime, riportate su una targa posta nel 2013 sono:

Alessandro Ferrari, Vigile del Fuoco;

Carlo La Catena, Vigile del Fuoco;

Sergio Pasotto, Vigile del Fuoco;

Stefano Picerno, Vigile Urbano;

Druss Moussaffir, venditore ambulante.

Foto Andrea Cherchi

VITTIME DI UNA STRAGE MAFIOSA VOLTA A RICATTARE LO STATO.

Omelia integrale dell’Arcivescovo.

Strapperà il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
“Così vivono gli uomini: un velo copre la faccia e non vedono, una confusione abita
la mente e non riconoscono la verità, ripetono le parole sentite e non sanno dire del
mistero del mondo.”

“Così vivono gli uomini: sanno dell’ingiusta morte dei giusti e si convincono che la
giustizia è sconfitta e non c’è vantaggio a vivere bene, a compiere onestamente il proprio
dovere.”

“Così vivono gli uomini: immaginano l’allegria idiota dei disonesti, quelli che tramano
nell’ombra e decidono morti e stragi e sono indotti a pensare che il male vince, che
l’organizzazione mafiosa è inestirpabile, che i delinquenti potenti se la cavano sempre.”

“Così vivono gli uomini: credono di interpretare la vita a partire dai dati della cronaca e
perciò hanno il volto triste, dicono parole tristi e vivono una vita triste.”
“Ma il Signore strapperà il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che
copriva tutte le genti. Così si può riconoscere la verità del mondo.”

“La verità del mondo è questa: vivono e tengono vivo il mondo gli amici del bene.”

“Sono animati dalla persuasione che il bene è bene e il male è male e hanno dentro la
certezza che si deve fare il bene ed evitare il male, anche quando fare il male o non fare
niente sembra più facile, più bello, più conveniente.”

“Loro invece fanno il bene.”

“Gli amici del bene vivono e tengono viva la città perché fanno il loro dovere, con serietà,
con professionalità.”

“Nei giorni in cui è facile e nei giorni in cui è difficile, nei giorni in cui
ricevono applausi e riconoscimenti e nei giorni in cui ricevono critiche o sono circondate da indifferenza.”

“Gli amici del bene vivono e tengono viva la città perché fanno il loro dovere e alla fine
della giornata o della notte di lavoro sentono di poter aver stima di sé stessi, di essere in
pace con la propria coscienza, perché hanno fatto quello che dovevano fare, anche se
nessuno se ne è accorto. Intanto però la città vive.”

Gli amici del bene.

“Gli amici del bene non sono senza difetti e talora sono simpatici, talora sono antipatici,
ma vivono e tengono viva la città perché quando si svegliano.”

“Ogni giorno, sanno che
devono offrire il loro servizio, che c’è gente che se lo aspetta, che la città ha bisogno di
loro e perciò si mettono all’opera.”

“Gli amici del bene sono un popolo innumerevole: sono presenti dappertutto, tanto che si
finisce per non notarli e invece di ringraziare per tutto quello che loro fanno funzionare,
di diffonde il lamento e il malumore per quello che non funziona.”

“Ma loro, gli amici del
bene, non cercano di farsi notare, ma sono all’opera per far funzionare la città, rendere
sicuro e desiderabile abitare la città.”

“Gli amici del bene sono dappertutto: nelle istituzioni, nelle famiglie, nella gente che va e
viene, nelle persone che tutti i santi giorni da anni e anni fanno le stesse cose.”

“Gli amici
del bene sono dappertutto e per il fatto che ci sono loro, la città vive, il mondo continua
ad andare incontro al suo futuro.”

“Gli amici del bene non sono i soli ad abitare la città: ci sono anche i complici del
male, ci sono quelli che organizzano la loro vita per fare del male, seminando tristezza,
disperazione, miseria.”

“I complici del male talora si sentono invincibili, talora sfidano gli
amici del bene e li umiliano: per guadagnare una miseria consumi la vita; guarda noi: con
una nostra impresa viviamo da nababbi.”

“I complici del male sono aggressivi e strafottenti,
e non si rendono conto di quanto fanno soffrire. Hanno messo una bomba anche qui vicino
e hanno fatto una strage, hanno combinato un disastro.”

“Chi sa che cosa si immaginavano:
il velo copriva il loro volto. Hanno dovuto poi imparare che il male fa male, persino a
loro, che sono i complici del male. Hanno poi sperimentato la desolazione di una vita
buttata via, l’angoscia degli incubi che non lasciano tregua, il terrore dell’avvicinarsi della morte.”

In quella notte alcuni amici del bene hanno fatto il loro dovere.”

“La loro morte è
stata una tragedia per le loro famiglie, uno spavento per tutta la città, una sconfitta per
tanti che erano impegnati a respingere il male e a combattere gli amici del male.”

“La morte dei vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno,
l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e Moussafir Driss è sembrata una
vittoria dell’arroganza dei complici del male.”

“È stata però anche un momento in cui è
stato tolto il velo che copriva la faccia dei popoli e si è capito con indiscutibile evidenza
la presenza degli amici del bene: sono dappertutto, si prendono cura di tutto, vivono e
fanno vivere la città.”

Dio ha preparato la sua festa.

“Per i nostri fratelli defunti Dio ha preparato la sua festa che non ha fine, li ha
accolti nel suo abbraccio, ha asciugato ogni lacrima dai loro volti.”

Li ricordiamo in questa preghiera.

“Li ricordiamo in questa
preghiera perché sentano che la nostra riconoscenza non si spegne e per invocare ancora
conforto per i loro familiari.”

La grazia di togliere il velo.

“Ma nella nostra celebrazione riceviamo anche la grazia di togliere il velo che ci
impedisce di vedere, e di riconoscere e di essere grati al popolo immenso degli amici del
bene che sono dappertutto, e in particolare tra coloro che sono colleghi dei defunti e
continuano nello stesso servizio, tra i vigili del fuoco, nella polizia locale.”

La grazia del Signore.

“La grazia del
Signore ci dia di non lasciarci oscurare la vista e di interpretare in profondità che cosa
consenta alla città di continuare a vivere e al mondo di continuare a sperare.”

“Ecco la vita continua: dappertutto ci sono gli amici del bene.”

Foto e Omelia: www.chiesadimilano.it

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