Milano, la Procura indaga per omesso versamento dell'Iva di META

Le multe fanno il solletico. Multe Antitrust che solleticano Apple e Google. Ogni consumatore sia vigile di se stesso

A turbare la “festa” del Black Friday ci ha pensato l’Antitrust. Due dei maggiori attori di questo tipo di festa, Apple e Google, sono stati multati perché hanno usato i dati dei loro utenti per uso commerciale, a differenza degli impegni presi (1). Turbamento che dovrebbe portar via dalle loro casse 20 milioni di euro.


Briciole per queste due tra le prime cinque aziende al mondo per valore e fatturato. Briciole che, ammesso che vengano respinti i ricorsi che sicuramente faranno, porterà loro un valore aggiunto (i ricavi dai dati raccolti) molto più alto non solo dell’importo della multa, ma anche del costo di qualunque campagna pubblicitaria avessero potuto concepire per avere gli stessi risultati.


E’ il meccanismo delle multe delle Autorità nei confronti di queste mega-aziende transnazionali, da cui si conferma che le Autorità di controllo non hanno strumenti adeguati per far fronte agli illeciti o alle criminalità messe in atto a questi livelli. E non è solo questione di importi delle multe che, già se fossero indicizzate agli specifici fatturati di chi viola le regole, sarebbe qualcosa.

Ma è un potere d’intervento che conferma come alla giusta libertà transnazionale di operare economicamente dovrebbe corrispondere altrettanta autorità di controllo per il rispetto delle regole…. ma quali regole? Quelle nazionali e, per noi europei fortunati, quelle dell’Unione. Ma siamo sicuri che bastino queste regole e che l’eventuale illecito sia circoscritto a specifici confini?


Al momento non ci può essere risposta istituzionale in merito , per cui sarebbero possibili solo accordi, magari in sede trattati internazionali Onu


Un contesto in cui è il singolo utente che può decidere di usare la massima prudenza nel comunicare i propri dati, con la consapevolezza che anche se nei contratti c’è scritto XX, come è accaduto oggi per Apple e Google, non è detto che queste aziende siano oneste nel tener fede ai contratti.

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