27 Dicembre 2024 02:02
Le ville dei Casamonica in uso ai carabinieri, sgomberato stamane a Roma un complesso residenziale che è destinato in uso all’Arma.
Il sequestro
Carabinieri del Gruppo di Frascati stanno sgomberando a Roma in via Caldopiano 80 in borgata Centroni un complesso residenziale di circa 3.000 mq.
Il blocco comprende due villette unifamiliari e una villetta bifamiliare riconducibili ai “Casamonica”.
I beni, una volta sequestrati e confiscati, saranno concessi in uso all’Arma dei Carabinieri.
Cinquanta carabinieri e la Polizia Locale di Roma Capitale stanno partecipando alle operazioni di sgombero.
La polizia locale ha anche attivato i servizi sociali per alcuni degli occupanti senza diritto.
La zona degli sgomberi è nella periferia est tra Morena e Ciampino.
Gelsomina Di Silvio
Gelsomina Di Silvio è la proprietaria degli immobili abitati dai figli.
La Prefettura ha sottolineato che l’assegnazione degli immobili sequestrati all’Arma ha un alto valore simbolico.
Il gesto garantisce l’utilizzo immediato dei beni per finalità istituzionali e trasforma così le villette sottratte alla criminalità, in un presidio di legalità.
Le ville dei Casamonica in uso ai carabinieri
L’iniziativa di oggi fa seguito ad altre due operazioni degli scorsi giorni negli Alloggi Ater e a Tor Bella Monaca.
La Ater ha messo all’asta 21 appartamenti tra Garbatella e Flaminio mentre a Tor Bella Monaca sono stati recuperati e restituiti cinque locali.
Anche il neo sindaco Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Nicola Zingaretti hanno manifestato la loro soddisfazione per l’operazione.
Gelsomina Di Silvio, detta Silvana, è diventata famosa ai tempi della operazione “noi proteggiamo Roma”
Gli inquirenti che avevano organizzato il blitz del giugno 2020 la consideravano altrettanto importante del marito Ferruccio Casamonica.
La sessantaseienne “Silvana”, aveva sposato con rito Rom il capo del suo ceppo familiare.
Nell’ordinanza dell’epoca gli inquirenti la descrivevano come “terribile, una delle più temute, isterica e imprevedibile. Mena come un maschio”.
La donna avrebbe contribuito costantemente all’operatività dell’associazione, curando insieme alla figlia i rapporti con il gruppo familiare riconducibile a Giuseppe Casamonica.