Narcotraffico in Colombia, Gustavo Petro, ha sospeso il cessate il fuoco che dal 31 dicembre scorso aveva stretto con la più grande banda di narcotrafficanti del paese a causa degli attacchi ai civili.

Gustavo Petro,
Gustavo Petro,

“Ho ordinato alle forze di sicurezza di riattivare tutte le operazioni militari contro il Clan del Golfo“, ha scritto Petro su Twitter (AGI)

Il Clan del Golfo

Nel 2015 il Clan del Golfo è considerato l’organizzazione criminale più potente della Colombia, contava  su 1200 membri solo per quanto riguarda i ranghi più alti.

Il Clan si occupa di altre attività (estorsione, spionaggio, rappresaglie), oltre alla droga.

Nel dicembre 2011 il Clan del Golfo ha stipulato un contratto da 3,2 milioni di dollari con i rivali Rastrojos per il controllo di una serie di miniere illegali nella regione di Antioquia[4], arrivando l’anno successivo a firmare un patto di non aggressione con gli stessi Rastrojos e con i Paisas, altro gruppo rivale con cui si erano verificate faide in passato.

Nel maggio 2013 il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America ha inserito il Clan del Golfo nella lista delle organizzazioni di narcotraffico internazionale. (wikipedia).

Il progetto della pace coi gruppi dei narcos sembra archiviato, dopo l’attacco alle forze militari governative, per cui ha deciso di cambiare rotta.

Il 23 ottobre 2021, Dairo Antonio Úsuga David, detto “Otoniel”, l’esponente di maggior spicco del cartello è stato catturato a Necocli in una operazione congiunta di Polizia, Aviazione e Esercito colombiani.

Il Presidente colombiano Ivan Duque ne ha annunciato l’estradizione negli USA per essere sottoposto a processo per narcotraffico.

La Colombia è sicuramente al centro del traffico mondiale per la sua produzione di droga, di cui abbiamo parlato in precedenza con Ferrari.

Droga dalla Colombia, il quadro della situazione complessa e articolata, descritta nell’intervista di Giuseppe Criseo a Simone Ferrari

Chi è Simone Ferrari?

Ricercatore e giornalista. Si occupa di diritti e culture dei popoli indigeni in Colombia e della loro relazione con il narcotraffico e il conflitto armato.

In Colombia, la coltivazione avviene tra i contadini stretti tra controlli governativi e mafia mondiale.

Le opzioni in campo:

-l’intervento militare ” che dura da vent’anni” afferma Ferrari che però per ora non ha funzionato: “è una catena internazionale”.

In Colombia si produce un 30% della cocaina nel mondo, viene esportata in America, Messico e poi in Europa.

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