21 Novembre 2024 14:09
Ndrangheta, le mani sulle banche, il caso di Crotone, amministrazione giudiziaria dalla Guardia di Finanza su disposizione del Tribunale di Catanzaro
Ndrangheta, le mani sulle banche non è certo un caso isolato, visto che le cifre in gioco sono ingenti e nei sequestri si parla di decine di milioni.
Sono tante le operazioni di DIA, Carabinieri, Guardia di Finanza e altri organi dello Stato che continuano a intervenire sull’economia malata e drogata della criminalità organizzata.
E spesso emerge il dubbio com’è possibile che nonostante le normative rigide, si riescano ad accumulare capitali con cifre ingentissime?
Le banche che fanno? Le segnalazioni dalle banche sono pochissime
“Lo scopo della misura, particolarmente rilevante in quanto eseguita nei confronti di un Istituto di credito con una significativa estensione in termini di raccolta ed impieghi
– é detto in una nota stampa della Guardia di finanza – è anzitutto quello di tutelare la clientela ‘sana’ della banca, realizzando un programma di sostegno
e di risanamento dell’attività d’impresa finalizzato alla rimozione delle situazioni esponenziali dell’infiltrazione nell’azienda da parte della criminalità organizzata e di altri soggetti pericolosi”. (ANSA).
Come non funziona e perchè? Chi controlla?
Una delle tante circolari che lasciano stupiti:
Il 24 aprile 2020 la Banca d’Italia ha reso noto di aver concesso “una dilazione fino al 30 settembre per l’invio della prima segnalazione rilevante per finalità di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento del terrorismo (art. 23 del Provvedimento del 23 aprile 2019) relativa al secondo trimestre 2020
Si tratta di una particolare categoria, però non va bene
Altri passaggi particolari:
l contenuto delle segnalazioni dovrà essere oggetto di informativa da parte dell’Autorità di vigilanza di settore alla UIF e alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo laddove dai dati segnalati emergano “situazioni ritenute correlate a fattispecie di riciclaggio e finanziamento del terrorismo” (cfr. articolo 7, comma 4, del decreto antiriciclaggio).
Tra l’altro, la legge non prevede l’accesso diretto della UIF a tali dati.
La catena gerarchica che è la seguente:
–Operatore di sportello (segnala l’operazione sospetta al suo responsabile)
–Responsabile di filiale o di unità produttiva (valuta e se ritiene segnala all’ufficio del delegato aziendale)
–Delegato aziendale (decide se inoltrare la segnalazione alle Autorità competenti o archiviarla).
–Autorità competenti (svolgono le indagini con le conseguenze del caso…)
Ogni azienda ha un responsabile dell’antiriciclaggio detto delegato aziendale.
Il sistema funziona dalla capacità valutativa degli operatori e del personale incaricato, così si commenta sul sito training finanziario.
L’economia sana resta spesso tagliata fuori da certi circuiti e c’è chi invece traffica a causa…
“della compilazione lacunosa di questionari di adeguata verifica nei confronti dei clienti e l’omessa segnalazione di operazioni sospette nonostante ne ricorressero i presupposti” (askanews)