25 Novembre 2024 08:17
Ndrangheta, una lunga e articolata denuncia di chi ha subito sulla sua pelle il racket
Mi chiamo Giuseppe La Riccia, sono un Imprenditore, Vittima del Racket in Calabria.
Il Pastificio La Riccia-Zona Industriale Bisignano (CS),inserito nel Patto Territoriale del Cosentino –PROTEKOS- è stato edificato ex novo ed entrato a regime nel 2003.
Il Luogo (C/da Imperatore Bisignano –CS- Zona Industriale) è di interesse storico per essere stato accampamento logistico nel passaggio dell’Imperatore Carlo V.
Da qui l’idea di “Costruire” un’ immagine a richiamo storico per la mia Pasta Fresca di Alta Qualità, per questo l’opificio, invece del solito capannone prefabbricato, è stato strutturato per richiamare le sembianze di un Castello Medioevale, primo passo per la creazione del Marchio :Pasta dell’Imperatore. (Allegato n° 1 Foto Pastificio La Riccia).
L’ Azienda, esordisce con un know-how già acquisito, poiché nata a seguito di un significativo bagaglio di esperienze iniziate molti anni prima con il primo negozio di Pasta Fresca, gestito dal Coniuge.
Ideata a naturale propensione personale di fare Impresa del sottoscritto, nasce come Ditta Individuale, quindi responsabile in solido di tutte le obbligazioni finanziarie assunte, che si sono circostanziate ben al di sopra del contributo in conto capitale, peraltro parzialmente incassato.
Inserita nel comparto dei PASTIFICI, con prevalente produzione di prodotti di PASTA FRESCA di alta qualità commercializzati prevalentemente all’estero (Francia,Olanda e Germania) era arrivata a contare 15 Dipendenti.
Purtroppo già nella fase embrionale sin dalla “Posa della prima pietra”-2000- sono stato oggetto di attenzionamento occulto da parte del Racket delle Estorsioni , che in Provincia di Cosenza allora ha interessato parecchie aziende.
La Politica già allora evidenziava che le “Isole Felici” in quel periodo stavano per essere interessate da una “Pioggia di Miliardi” nelle zone Industriali del Patto Territoriale, cosicché gli astuti “Emissari del Racket” sono intervenuti già praticamente in “Fase di Progettazione”, agendo a tutti i livelli.
Prima di aver prodotto un Kg. di Pasta nella mia Azienda ho subito le prime intimidazioni prontamente denunciate. Si era praticamente innescato il “Nuovo Modus Operandi” della Ndrangheta, disatteso dai massimari giurisprudenziali.
In buona sostanza gli Imprenditori a seguito dei primi inequivocabili danneggiamenti nei Cantieri, dovevano ricorrere “Agli Amici degli Amici” per garantirsi una “Protezione” da questi “Fastidi”.
La personificazione del mafioso con la “Coppola e la lupara” o, dello ndranghetista con il “vistoso girocollo d’oro massiccio” e “Brillante al dito”, che va a ritirare la “Tangente”, già allora si vedevano solo nelle fiction a tema.
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E ancora oggi è necessario fare chiarezza,” sul Modus Operandi” del Racket delle Estorsioni, spesse volte NON CONOSCIUTO da chi deve Giudicare, poiché fa riferimento a Disposizioni Legislative,NON AGGIORNATE che DI CONSEGUENZA non rispecchiano la realtà.
Nel corso del tempo il Racket delle Estorsioni ha affinato la sua “Tattica”.
Non è più il Mafioso a cercare l’Imprenditore, ma è esattamente il contrario.
Non mi meraviglio che chi deve legiferare possa non conoscerla, poiché questo è anche uno degli aspetti che determina lo stato delle cose nei riguardi di chi deve emettere pareri e/o sentenze, che agganciate solo a esperienze teoriche, non rispecchiano assolutamente la realtà.
Personalmente ho deciso subito di non aderire alla benché minima richiesta ho subito DENUNCIATO (Allegato n°2 una delle prime denunce) quando già mi avevano bruciato 2 Autovetture e quasi anche la mia casa (Allegato n° 3). Volevano “Bruciarmi vivo” perché io NON HO PAGATO quei 30.000.000.£. Alla fine non mi hanno bruciato vivo, ma sono stato costretto a chiudere la mia attività.
“Preso in carico” dalla Prefettura, Questura ed Arma dei Carabinieri di Cosenza (Allegato n° 4 Articolo Giornalistico del tempo) ho proseguito nella realizzazione dell’iniziativa entrando a regime nel 2003, ma non era una gestione tranquilla, tutto era pesantemente condizionato, sia dall’attenzionamento delle Forze dell’ordine, sia da quello del Racket.
Benché l’attività estorsiva, nel corso degli anni, si è configurata con innumerevoli telefonate minatorie,attentati,furti e incendi di Automezzi personali e strumentali alla gestione dell’attività del Pastifico, che hanno pesantemente condizionato lo stile di vita dell’intera famiglia, gli inquirenti NON HANNO INDIVIDUATO I RESPONSABILI, anche se l’attenzionamento accordato in Prefettura era ALTO.
Aneddoto di quel periodo che ritorna ancora oggi a molestare le mie lunghe notti insonni è stato quello di un INSEGUIMENTO di sospetti a cui involontariamente ho partecipato direttamente, ARMA IN PUGNO.
Brevemente: Nel mentre era in atto una vigilanza sotto la mia abitazione da parte dei Carabinieri ed io mi trovavo in perlustrazione sul territorio a seguito di un’autovettura dell’Arma guidata dall’allora Comandante di Stazione insieme al
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Capitano della Protezione Civile di Bisignano (Mi avevano rubato un Furgone del Pastificio e ci accompagnava anche la Protezione Civile che conosceva il territorio nel tentativo di ritrovarlo), è arrivata via radio la segnalazione di una macchina sospetta che nei pressi della mia abitazione aveva fatto una manovra inconsulta recepita dai Carabinieri di Guardia come un tentativo di fuga. Succede che il caso volle che questa Macchina venisse intercettata proprio dalla Autovettura dei Carabinieri in perlustrazione insieme al sottoscritto. Inizia a sirene spiegate l’inseguimento. La percezione del momento era
quella di aver individuato i responsabili di un ennesimo attentato alla mia persona. Grazie alla bravura del Maresciallo che arriva questa macchina e come in un Film la blocca, mettendosi di traverso. Arma in pugno scende solo il Maresciallo per intimare l’Alt. Io a seguito, ero armato (Come sempre in quel periodo) e per istinto metto il colpo in canna alla mia Beretta 9×21. Mi ha fermato solo il fatto di aver avuto la percezione immediata di conoscere uno degli individui fermati. Cosi è stato, un falso allarme che poteva sfociare in tragedia. Ancora oggi quando incontro quella persona (Oggi noto Imprenditore della ricettività turistica), della macchina inseguita e risultata completamente estranea alla vicenda, non posso fare a meno di iniziare a tremare, per il ricordo.STAVO PER DIVENTARE UN OMICIDA.
A parte l’aneddoto, tutto questo se da una parte ha determinato una “Chiara visione” della mia posizione nei riguardi dei “malfattori”, ha determinato come conseguenza nel giro di pochi anni la chiusura dell’azienda (2010), con la perdita netta di tutto il mio capitale proprio di anticipazione.
Grazie alle direttive avute dalla famiglia, ho deciso “Da che parte stare”, quando mi sono rifiutato di PAGARE LA TANGENTE O LA MAZZETTA CHE DIR SI VOGLIA, non andandomi a ricercare un PROTETTORE NELL’ANTISTATO.
Praticamente oltre a cercare e trovare degli eccellenti segmenti di mercato di sbocco dei miei prodotti, cercavo di coinvolgere quanti più Operatori Economici nel Territorio Cosentino. (Allegato n°5 Locandina Regionale).
Cercando inoltre di diffondere, tramite l’Associazionismo Antiracket, un’immagine di una Società Civile che può ripudiare le Mafie, promovendo il concetto di Legalità, a costo di vanificare i sacrifici di una vita, non aderendo alle richieste di Tangenti subite, con danneggiamenti e boicottaggi della mia attività, per sollecitare la Società civile nella lotta alle Mafie e promuovere legalità e Giustizia. (Allegato n° 6 ALA-FAI).
Cosa è accaduto dopo che ho denunciato le richieste estorsive,come è cambiato il rapporto con le persone che vivono nel mio paese e non solo.
Risposte avute dalle istituzioni dopo quanto accaduto.
Una sola parola:
“Pusillanimità”.
Riscontrata ancora oggi, da parte di Operatori Commerciali,Imprenditori e Organizzazioni di Categoria, che li spinge a “Stare lontani” da chi è stato a qualsiasi titolo interessato dal Racket.
Per intenderci il “Pusillanime” è un Vile, pavido, meschino, privo di volontà e di forza d’animo.
Pertanto è “Pusillanime” colui il quale pur apprezzando le tue qualità Professionali,venendo a sapere che ti sei opposto al Racket, cessa ogni contatto per paura di ritorsioni.
Ci sono “Pusillanimi” tra i “Parenti” e tra gli “Amici” , ma quello che fa più male è la “Pusillanimità” Istituzionale e Politica. Fa più male la “Pusillanimità Politica ed Istituzionale, perché ti trae in inganno, facendoti perdere tempo e la Speranza.
ANCORA OGGI qui in Calabria si preferisce NON CIRCONDARSI DI PERSONE che si sono opposte allo strapotere del Racket, poiché, probabilmente è ormai consolidata una voce contabile nei propri Bilanci, destinata al pagamento delle TANGENTI.
POTREBBERO RICHIAMARE L’ATTENZIONE del RACKET, magari per ALZARE IL PREZZO della tangente, alla stessa stregua delle ASSICURAZIONI BONUS/MALUS, qualora l’azienda che già paga la Tangente, o peggio ha in
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ORGANICO “Personaggi strani”, potesse dare ospitalità Lavorativa,o comunque intrattenere rapporti Imprenditoriali, con chi ha ripudiato il Racket.
Altro “Aneddoto” molto più importante del primo del quale non ho mai parlato è l’aspetto del “Boicottaggio Lavorativo” che l’organizzazione Mafiosa pratica quando un’azienda non si dimostra accondiscendente.
Il boicottaggio si può circostanziare con la messa in atto di campagne denigratorie sulla Clientela dell’azienda. Praticamente la Clientela è costretta a desistere dall’intrattenere rapporti commerciali con l’azienda interessata.
Nel mio caso sono andati oltre.
Anche se nato da poco tempo il Pastificio La Riccia aveva ricevuto il consenso di un Socio Importante, operativo nello stesso comparto.
Per ovvie ragioni di Privacy non posso palesare il nominativo, ma un particolare provo ad accennarlo.
Con l’entrata di questo Socio nella mia Azienda si doveva produrre un quantità considerevole di un determinato formato di Pasta Artigianale non più fresca bensì Secca, destinata al mercato SVIZZERO.
Tagliatelle SCHUMACHER !
Questo non tutti lo sanno, il grande Campione era appassionato di Tagliatelle.
Tanto da consentire l’uso della sua immagine ,(Ovviamente in aggiunta ad un lauto compenso),in questa grande operazione pubblicitaria come reclame per le Tagliatelle che si dovevano produrre in esclusiva nella mia Azienda a Bisignano (CS).
Uno dei tanti rimorsi è di non aver potuto neanche conservare o fotografare le gigantografie espositive con Schumacher in formato reale.
E’ successo che un momento prima di ufficializzare il connubio Societario, dopo aver attraversato un iter di verifica molto circostanziato, sia a Livello Ministeriale sia a Livello di Garanzie Bancarie concordate con specifico accordo SOCIO/BANCA, la “Fusione” Societaria si è inspiegabilmente interrotta, senza una spiegazione plausibile.
Ricordo anche la marca dello Champagne utilizzato per festeggiare in un ristorante di “Cruditè”, al ritorno da Bari dove si trovava la direzione Generale della mia Banca di riferimento.
Solo dopo tanto tempo ho realizzato il perché , adducendo le motivazioni ad un’azione dissuasiva occulta messa in atto nei confronti del Socio, che si è ritirato.
A proposito delle Banche.
Il sistema Bancario classifica come “Lebbrosi” chi ha avuto la sfortuna di essere attenzionato dal Racket.
Nella mia fattispecie le vicissitudini della mancata operazione Societaria ha rappresentato il definitivo declino di ogni rapporto fiduciario CON IL SISTEMA BANCARIO, tanto che sono stato costretto a Cedere la Struttura del Pastificio per NON trovarmi coinvolto in un’ASTA GIUDIZIARIA.
L’AGGRAVANTE è per le Ditte Individuali, cioè per chi NON HA MAI PENSATO DI REALIZZARE UNA TUTELA A MANOVRE NON LECITE (TRUFFE) ESORDENDO COME S.R.L. (Appunto Società a responsabilità LIMITATE).
A titolo indicativo ma non esaustivo BISOGNA EVIDENZIARE (Ai più aspetto sconosciuto) che se una Ditta Individuale ricorre a FONDI ANTIUSURA, le Banche (Concessionarie) chiedono GARANZIE PATRIMONIALI AGGIUNTIVE, tanto che se l’intervento non è esaustivo a far riattivare l’attività, oltre ad escutere la GARANZIA ti privano anche dell’unica Casa di abitazione familiare.
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Le Istituzioni hanno fatto peggio.
La “staticità legislativa” in merito alla problematica del Racket sta portando , tanti Imprenditori a ricredersi sul loro operato, nei riguardi del loro contrasto al Racket delle estorsioni e non è più facile decidere da che parte stare.
L’argomento provoca ritenzione e non è semplice parlarne adeguatamente, per il tramite di svariate trasmissioni Televisive e nemmeno tramite il Social Network per eccellenza, dove anche le “Messe cantate” interagiscono con attempati cybernauti.
Esisteva la legge 23 febbraio 1999, n. 44, dalla cui lettura, chiunque “Realizza” una “Tutela” giuridica, a favore di chi e´ coinvolto nella problematica.
In verità, essa stessa si è rivelata “Farraginosa” e “Burocratizzata” all´inverosimile.
Ho attraversato infruttuosamente l’iter burocratico/amministrativo di ben tre istanze in base alla Legge 44/99 , per riattivare la mia attività, quando ancora si poteva fare.
Oggi a causa di incongruenze legislative in materia di tutela riservata a chi è inserito “borderline” in questa problematica, mi trovo in condizione di estremo disagio, poiché la Legge 44/99 cosiddetta Antiracket , si è rilevata deleteria per il sottoscritto, per aver nel corso degli anni generato una Legittima aspettativa in ordine al comportamento avuto a contrasto del triste fenomeno del Racket delle estorsioni.
Perché non bastano solo le attuali contromisure legislative:
Per poter “Procurare” l’incriminazione e/o l’arresto di qualche malfattore, si deve avere avuto la disgrazia (Oggi opportunità) di entrare in contatto fisico con gli stessi malfattori, magari prima iniziando a pagare la tangente o mazzetta che dir si voglia ed in seguito a causa della “Lievitazione” delle loro richieste, denunciare questi (oggi provvidenziali) malfattori.
Mentre chi, più ancora rispettoso della Legge, ha “SOLO” denunciato i primi approcci con gli emissari del Racket e per questo ha “SOLO” subito danneggiamenti personali e patrimoniali,inequivocabilmente provocati dagli stessi malfattori (Criminalità organizzata);
Ha quindi “SOLO” rifiutato anche il primo contatto fisico con gli stessi (Per questo non conosciuti e quindi non denunciabili individualmente), per tentare una mediazione sulla tangente o mazzetta che dir si voglia:
Oggi, pur riconosciuti come “Vittime della Criminalità Organizzata”, si “posizionano” nella “Graduatoria di merito” dei Vessati, ALL’OMBRA DEI TESTIMONI DI GIUSTIZIA ISTITUZIONALIZZATI ,spesse volte esclusi anche dal circuito della Legge 44/99 cosiddetta Antiracket, praticamente perché loro si sono RIFIUTATI DI PAGARE LA PRIMA TRANCHE DEL PIZZO.
In buona sostanza, se si perde la propria azienda, che in seguito a numerosi atti intimidatori regolarmente e prontamente DENUNCIATI è stata inevitabilmente chiusa, non si ha diritto ad essere tutelato economicamente, poiché la Legge 44/99, non contempla tale eventualità.
CIOE’ IN PAROLE PIU’ ESPLICITE:
1) Se non hai dato una “Contropartita” allo Stato, facendo arrestare almeno un malfattore;
2) Se non sei stato fisicamente “Colpito” da pallottole,bombe e coltellate;
3) Se non ti sei procurato un numero infinitesimale di targhe di encomi.
MA TI SEI SOLO OPPOSTO A QUALSIASI CONTRADDITTORIO DIRETTO CON MAFIA e/o CAMORRA e/o NDRANGHETA e/o S.c.u. DENUNCIANDO SUBITAMENTE I PRIMI TENTATIVI DI ESTORSIONI, QUINDI DEMANDANDO “LA TRATTATIVA” ALLO STATO,NON SI RIENTRA NELLA FATTISPECIE DELLA LEGGE 44/99 E SEGUENTI.
Bisognerebbe ammetterlo: cosi lo Stato, centrale e quello periferico, non sono in grado di offrire valide alternative a chi vive nel disagio sociale di aver subito il Racket.
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Resta il fatto che la sintesi della classificazione dei Vessati è solo questa:
1. Il Vessato di serie A, ha conosciuto i suoi “Aguzzini” (Mafia, Ndrangheta o S.c.u.), iniziando a pagare la tangente (In alcuni casi) ha inizialmente stretto un PATTO con loro. Solo quando ha dovuto scioglierlo, ha denunciato ed è diventato un Paladino dell’antimafia, assistito, giuridicamente ed economicamente, talvolta con cifre considerevoli .
2. Il Vessato di serie B, oggi di serie C,più rispettoso della Legge, non ha voluto neanche conoscere i Malfattori (Mafia,Ndrangheta o S.c.u.), ha “SOLO” denunciato i primi accadimenti delittuosi, perpetrati per “Creare il connubio”, non si è procurato un “Protettore” fra “Gli Amici degli Amici”,si è praticamente fatto sostituire dalla Legge.
Oggi non rientra in nessuna fattispecie delle disposizioni legislative che dovrebbero tutelare chi non ha consentito che il malaffare potesse proliferare, anche gestendo la sua azienda.
Queste “Differenze” potrebbero essere annullate praticando il richiamato “Buon senso Burocratico/Amministrativo”.
La Politica, potrebbe beneficiare di una integrazione a quelle che sono le attuali “Linee Guida” seguite per discernere sull’argomento del Racket, che sta affossando la poca economia residuate in Calabria:
“Spingere i Prefetti a vedere anche con i loro occhi e non solo con quelli del Pubblico Ministero”.
Come ha asserito nel 2014 il Dott. SANTI GIUFFRÈ, allora Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura,in un resoconto stenografico di una Seduta della Commissione per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura,CHE HA TRATTATO ANCHE IL MIO CASO,la n. 66 di Martedì 25 novembre 2014, fra altro si legge testualmente:
……………..Per quanto riguarda, invece, l’estorsione, dal punto di vista legislativo, forse la situazione è meno complessa. Lì, infatti, il legislatore è più chiaro. Oltretutto, anche la materia è più chiara. Si tratta, semmai, di stimolare, laddove ce ne fosse bisogno, i prefetti nel ricordare che esiste l’intimidazione ambientale: laddove il pubblico ministero non si fosse espresso, attraverso gli organi di Polizia può essere data lettura alla natura dell’atto intimidatorio commesso.
Credo anche che culturalmente, mentalmente, vada anche invertito l’onore della prova. Bisogna capire che, laddove non ci sono altri fattori ascrivibili a fatti privati, è molto probabile in certe realtà geografiche che fatti di un certo tipo siano ascrivibili a natura estorsiva.
Poco fa mi ero interrotto, ma dobbiamo sempre più prestare attenzione alle nuove forme di estorsione, come la somministrazione di servizi, il rilevamento delle aziende.Sono fatti che non fanno seguire al fatto incendiario, al fatto esplosivo nessuna richiesta di denaro.
Certamente, in questo senso bisogna spingere i Prefetti a vedere anche con i loro occhi e non solo con quelli del pubblico ministero, laddove il pubblico ministero non si sia espresso in maniera negativa. ………………………
L’enigmaticità del Dott.SANTI GIUFFRÈ, Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, rivelano che il linguaggio burocratico, viene ancora utilizzato per nascondere incongruenze anche legislative.
“Certamente, in questo senso bisogna spingere i Prefetti a vedere anche con i loro occhi e non solo con quelli del pubblico ministero”?
Fatto Sta che:
In una delle RICHIESTE IN BASE ALLA Legge 44/99, IL SOTTOSCRITTO preannunciava “L’ABBANDONO” dell’attività che in effetti subito dopo è stata “fagocitata” dalle “Sofferenze Bancarie”,CAUSATE DAL “FERMO” deciso in conseguenza della “Pressione” ESTORSIVA Psicologica subita.
NUMEROSISSIME POSSONO ESSERE LE ULTERIORI, ARGOMENTAZIONI CHE POTREI SOTTOPORVI, MA C’E’ IL RISCHIO CHE MI DILUNGHI TROPPO, SEBBENE E’ D’OBBLIGO ESPORVI QUELLA CHE E’ STATO IL MIO DILEMMA INTERPRETATIVO DELLE NORME DELLA STESSA LEGGE 44/99.
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L’ART.4 RECITAVA TESTUALMENTE:
– Condizioni dell’elargizione.
1. L’elargizione è concessa a condizione che:
a) la vittima non abbia aderito o abbia cessato di aderire alle richieste estorsive; tale condizione deve permanere dopo la presentazione della domanda di cui all’art. 13;
EBBENE SE LA RICHIESTA ESTORSIVA C’E’ STATA ED IO NON HO ADERITO ancora oggi mi domando: CI SONO, O NON CI SONO LE CONDIZIONI DI CUI ALL’ART.4 DELLA LEGGE 44/99?
Lo Stato che doveva essere la mia Garanzia, non si è dimostrato “Riconoscente” con me, per averlo preferito, al “Connubio” con il malaffare, a prescindere dalle modalità che ho utilizzato per adire alla Legge 44/99.
Probabilmente quella voce occulta (Mazzetta o Tangente alias 30.000.000.£.) che dovevo prevedere nei Bilanci della mia Azienda mi avrebbe consentito di non avere oggi la necessità di rivolgermi a chiunque potesse avere la facoltà di aiutarmi,per avere Giustizia.
Nonostante tutto come azione propositiva continuo incessantemente a rappresentare sia alla Politica che si avvicenda a Governare, sia alla Società Civile, come dovrebbe essere un Antiracket sostenibile in Calabria.
Per quanto attiene alla mia attività Imprenditoriale io avevo già mollato qui in Calabria.
Nel 2010 avevo delocalizzato poiché ero stato costretto a dismettere il mio Opificio, Dusseldorf (DE) era diventata la mia Città di adozione.
Stessa attività ma con la morte nel cuore e nell’anima, poiché è triste, avvilente ed è come morire, dover abbandonare gli affetti, la casa e la speranza di poter vivere dignitosamente nella propria terra
Come tutti i CALABRESI che si trasferiscono all’estero anche io riconoscevo lo Stato, la Regione, il Comune in cui volevo continuare a vivere come la causa primaria del trasferimento all’estero.
Anche se il danno maggiore a mio avviso è sempre quello che subisce la comunità che rimane.
Per intenderci in tempi non assai remoti, i miei dipendenti si chiamavano:
Francesco,Giovanna,Maria,Umile ecc.ecc.ed erano Calabresi di Bisignano (CS);
I “Miei colleghi” in Germania si chiamano:
Edina,Helmut,Wintrud e non parlavano Italiano.
Nel 2016 decido di ritornare definitivamente, già da un po’ di tempo ero diventato un emigrante moderno, con solo brevi periodi trascorsi all’estero per poter essere in Calabria nel tentativo di reinserimi nel mercato del lavoro (Ma questa è un’altra storia che se volete la espongo in altra occasione).
Si profilavano delle nuove disposizioni legislative a livello Regionale che avrebbero dovuto migliorare la condizione delle Vittime della Criminalità Organizzata.
Dopo tanto peregrinare era stata emanata la Legge Regionale N° 9 del 26/04/2018.
Ma niente è stato come le previsioni in fase di stesura (Ho partecipato come stakeholder con l’invio di numerose proposte che sembravano essere recepite dal Presidente dell’allora Commissione Contro la Ndrangheta della Regione Calabria ON. Avv. Arturo Bova).
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Stralciata da tutte le previsioni INNOVATIVE E MIGLIORATIVE, si è praticamente rivelata una “Falsa riga” della Legge 44/99
Fatto sta che ad oggi è ferma con le “Quattro frecce”.
Sono necessari ed indispensabili degli interventi atti a mitigare il disagio socio/economico che una folta schiera di Vittime della Criminalità Organizzata senza lo Status Giuridico di Testimone di Giustizia, subiscono in Calabria.
Se a pensarci non è stato il Governo Centrale, dovrebbe pensarci il Governo Regionale della Calabria da dove HA ORIGINE IL PROBLEMA SOCIO/ECONOMICO DELLA NDRANGHETA.
A tal proposito Vi faccio una ennesima “Confidenza” per specificare meglio l’aspetto solo accennato nella precedente missiva:
In tanti ammiccano ad una certa “Continuità” con l’operato della compianta ex Presidente On. Avv. Jole Santelli, tanto che ha costretto le Sorelle a lanciare un monito di veto su questa “Strategia”, ove mai si ravvisassero le condizioni di una “Strumentalizzazione”.
Per questo, nel dubbio non ho ancora evidenziato una certa situazione che si era creata, non appena avevo esposto le mie vicissitudini legate al racket delle estorsioni e delle Leggi in vigore afferenti, alla compianta Presidente Jole Santelli, non appena insediata, come contatto Istituzionale.
Senza mai averla conosciuta direttamente ho avuto un suo “Assenso” ed una sua manifestazione di affiancamento (Ufficialmente) per la risoluzione della problematica, che benché esposta da un singolo, aveva recepito come di generale interesse per la collettività.
Come io avevo alla stessa esposto , il problema sostanziale per il mancato sviluppo territoriale della Calabria era, ed è tutt’ora quello di creare un’immagine di una Regione come la Calabria capace di garantire chi si era opposto e chi si opporrà (Realmente) per il futuro, alla ndrangheta.
Quindi bisognava e bisogna disporre di provvedimenti legislativi più confacenti con le necessità di chi vorrebbe opporsi al malaffare.
Atteso che quelli emanati anche recentemente nella Regione Calabria non avevano sortito nessun risultato tangibile in questo senso, bisognava e bisogna o riformarli aggiornandoli, oppure emanarne altri nuovi.
Succede che dopo aver esposto alla ex Presidente, la eventualità di mettere in atto una singolare iniziativa legislativa che partendo dalla Calabria potesse allargarsi in tutta Italia, ovvero quella di:
Avocare all’utilizzo esclusivo della Regione Calabria le somme di denaro contanti (Sequestrate e confiscate) alla Criminalità Organizzata in Calabria, da destinare a beneficio delle Vittime della Criminalità di Calabria, per particolari situazioni socio/economiche. LA COMPENSAZIONE DEI DEBITI GENERATI A CAUSA DI ATTIVITA’ ESTORSIVA, CON BENI E CAPITALI SEQUESTRATI ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA.
La Presidente On. Jole Santelli istituisce una NUOVA Commissione con apposito DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA N. 109 del 25.08.2020:La Commissione per la Semplificazione Legislativa.
Il sottoscritto, tempestivamente, giacché già opportunamente edotta la Presidente On. Jole Santelli, in data 18/09/2020 ha inviato:
Alla Commissione per la Semplificazione Legislativa
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA
REGIONE CALABRIA N. 109 del 25.08.2020
UFFICIO LEGISLATIVO
AVV. Mariarita Romeo Segretario della Commissione
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AL VAGLIO E GIUDIZIO DEI COMPONENTI:
Consigliere di Stato, Giuseppe Chiné (Presidente);
Avvocato dello Stato, Antonio Gangemi (Componente);
Prof.ssa Annarita Iacopino (Componente);
Avv. Antonello Lirosi (Componente);
Avv. Antonino Cimellaro (Componente);
Una proposta di riordino, integrazioni e semplificazione normativa della Legge Regionale N° 9 del 26/04/2018 identificabile come “Legge contro la Ndrangheta della Regione Calabria ” che benché di recente promulgazione, necessitava e necessita di essere inserita fra quelle suscettibili di essere: revisionate, aggiornate e semplificate, rispecchiando appieno il senso della istituzione della nuova Commissione di cui al DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA N. 109 del 25.08.2020.
Ciò richiesto atteso che:
Tale disposizione legislativa Regionale, N° 9 del 26/04/2018 identificabile come “Legge contro la Ndrangheta della Regione Calabria”, cosi come enunciata:
1. NON rappresenta i fabbisogni di tutti i Vessati della Criminalità Organizzata (Racket delle Estorsioni),Vittime incolpevoli,destinati a soccombere definitivamente,nel più completo “Silenzio” Istituzionale, per aver essenzialmente fatto il proprio dovere, rispettando le Leggi;
2. NON realizza, di conseguenza un livello di contrasto esaustivo alla ndrangheta, che rimane sempre insufficiente; 3. NON attua il concetto di EQUITA’ secondo il quale tutti i Calabresi, attraverso questa Legge avrebbero dovuto percepire che NON CONVIENE DELINQUERE pagando la tangente.
Fra tanti altri aspetti trattati in questa proposta ti evidenzio appunto quello che è più rilevante, ovvero la necessità di avocare all’utilizzo esclusivo della Regione Calabria le somme di denaro contanti (Sequestrate e confiscate) alla Criminalità Organizzata in Calabria.
Pertanto la stessa- Legge Regionale N° 9 del 26/04/2018- rientra nel settore omogeneo- LEGALITA’ E SICUREZZA suscettibile di revisione, aggiornamento e semplificazione.
LA REVISIONE, L’AGGIORNAMENTO E LA SEMPLIFICAZIONE della Legge n°9 del 26/04/2018,dovrebbero:
Punto n°1
∙ Eliminare i Limiti di Tempo fra l’accadimento vessatorio e l’azionamento delle previsioni della stessa Legge (REVISIONE E SEMPLIFICAZIONE);
Punto n°2
∙ Istituire il primo “ALBO DEI VESSATI” della Regione Calabria (INTEGRAZIONE);
Punto n° 3
∙ Eliminare le differenze giuridiche fra Vessati di serie “A” e Vessati di serie “B” istituendo :”I TESTIMONI DI LEGGE” (INTEGRAZIONE);
Punto n° 4
∙ Avocare all’utilizzo esclusivo della Regione Calabria le somme di denaro contanti (Sequestrate e confiscate) alla Criminalità Organizzata in Calabria, da destinare a beneficio delle Vittime della Criminalità di Calabria, per particolari situazioni socio/economiche. LA COMPENSAZIONE DEI DEBITI GENERATI A CAUSA DI ATTIVITA’ ESTORSIVA, CON BENI E CAPITALI SEQUESTRATI ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA.(INTEGRAZIONE)
Questa ultima MIA previsione pare destinata a ricevere consensi da altri comparti socio/economici Calabresi, anche se non sono già mancati e non mancheranno in Campagna Elettorale, i tentativi di “Plagio” dei Politichini d’assalto,
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che leggendo gli accenni da me pubblicati, o peggio “Sbirciando gli atti presentati”, cominciano appunto a plagiare questa MIA PROPOSTA.
Allo stato attuale l’Articolato della Proposta è AL VAGLIO E GIUDIZIO DEI COMPONENTI (Regolarmente Protocollata e recepita) della Commissione presso l’Ufficio Legislativo della Regione Calabria:
Consigliere di Stato, Giuseppe Chiné (Presidente); Avvocato dello Stato, Antonio Gangemi (Componente); Prof.ssa Annarita Iacopino (Componente); Avv. Antonello Lirosi (Componente); Avv. Antonino Cimellaro (Componente).
Quindi per essere più esplicito:Presso l’Ufficio Legislativo della Regione Calabria, AD INTEGRAZIONE DELLA LEGGE N° 9 del 26/04/2018 COSIDDETTA CONTRO LA NDRANGHETA, c’è una mia proposta, regolarmente protocollata ed in attesa di istruttoria, CHE E’ PERO’ DA CONSIDERARE SOLO IL PRELUDIO DI UNA PIU’ CONCRETA ED ARTICOLATA PROPOSTA DI LEGGE, PROTESA A SFALDARE DENINITIVAMENTE IN CONCETTO DI NDRANGHETA INIZIANDO A RENDERE INUTILE L’ESTORSIONE.
Abbiamo denunciato il Racket ,dopo anni di attese è cambiato poco anzi pochissimo, la Gente non ha la percezione che abbiamo fatto la cosa giusta.
Questo a causa delle contromisure Governative che seppur emanate nel corso del tempo NON hanno creato un’immagine di uno Stato, di una Regione che può garantire chi si oppone alla Ndrangheta.
Il concetto Istituzionale fino ad oggi avallato, che vorrebbe identificare un determinato territorio come “Isola Felice” , che di “Felice” ha in realtà solo il clima, ahimè anch’esso “Rackettizzato”, continua a far danni.Se al “Sud” in particolare in Calabria, per prima, da parte della Politica, non viene “sfaldato” il concetto di Ndrangheta, non ci saranno mai veri “Treni con destinazione Italia” su cui “Saltare”.
C’è da dire che purtroppo anche fra i vessati persiste un “Corporativismo”, che non rende onore alla “Categoria” , siano essi “Testimoni di Giustizia” conclamati, o “Più semplici Vittime della criminalità”.
Attualmente, ognuno fa da sé alla ricerca di un nuovo equilibrio in uno Stato sociale Regionale, che si sforza di non crollare, non c’è più il senso della “Squadra”, o forse non c’è mai stato.
E le “Eccezioni” non fanno altro che confermare questa ormai “Consolidata Regola” non scritta. Anche nel contesto del Racket e dell’antiracket, la vita dell’uomo pare apparentemente senza senso e senza scopo.
Quando l’incomunicabilità e la crisi di identità si rivelano nelle relazioni fra gli esseri umani, tanto da avere timore di commentare e/o relazionarsi per tentare di risolvere un problema (Apparentemente) comune, è evidente che a qualcuno conviene “Aspettare Godot”, fra passerelle, encomi e pacche sulla spalla.
Importante risolvere il “Proprio” problema, tentando di crearsi un’immagine da “Spendere” in altri contesti, individualizzati.
A “Farne le spese” saranno sempre i più deboli, come il sottoscritto anche in questo contesto, Vittime della Criminalità, senza “Status giuridico” a differenza dei più “Qualificati” Testimoni di Giustizia Istituzionalizzati, saranno sempre di più rilegati in un mortificante silenzio, pur essendo loro i più veri esempi di “Legalità” per non aver mai pagato tangenti o contributi per detenuti che dir si voglia.
Si, i “Vessati di serie B”, ormai destinati a diventare di serie “C”.
Non posso arrendermi, ma ci sono vicino!
Lode a chi si occupa di Anti-Ndrangheta,Mafia e Camorra.
Parlarne è necessario, ma la conoscenza di taluni aspetti afferenti un’antimafia/antiracket sostenibile, si acquisisce solo entrando in contatto diretto con il problema, per cui ci sono cose da “Manuale” altre no.
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A parte le Forze dell’Ordine, solo chi ha visto un pezzo della propria vita andare in fumo, può sapere come tentare di cambiare le cose.
Commiserarsi periodicamente, con “Luccicanti” Pubblicazioni e “Maestose Manifestazioni”,non servirà a niente, come sempre.
La responsabilità della Politica, anche in questo contesto, è grande, poiché:
Ormai è risaputo, è nel piatto in cui si mangia e nel letto in cui si dorme ed ama interessarsi anche di chi non si interessa a Lei.
La Politica ha grosse responsabilità anche per quanto attualmente succede a chi vorrebbe opporsi al malaffare, perché fino ad oggi non si è interessata adeguatamente di chi “Non ha più voce in Capitolo” per aver rinnegato il “Malaffare” e la tangente non l’ha MAI PAGATA.
“MAI PAGATA”, qui sta la differenza, che potrebbe controvertere la errata “CLASSIFICAZIONE” dei VESSATI.
Sarebbe auspicabile uno SCRITTO, supportato da un vero e proprio Progetto:
“Ndrangheta: “Dal Rifiuto, alla Rinascita, la “Calabria anche cosi, cambia verso”.
Ennesime STORIE di “Scoperte dell’acqua calda” :
FARANNO soltanto registrare un sensibile aumento del “Consenso Sociale”, anche alla metodologia del Racket delle Estorsioni.
Giuseppe La Riccia
p.s. un altro suo pensiero forte su CASA DEGLI ITALIANI