Cryptovalute: New Financial Technology – Nft: cosa fare? Niente ‘tavolo negoziale’, innanzitutto!

New Financial Technology.Cryptovalute: quasi certo fallimento della società e gli aspetti fiscali sia dal lato delle dichiarazioni dei redditi

New Financial Technology .L’epicentro della vicenda è nel trevigiano, ma la Nft si è diramata ovunque 

Utilizza il web ed una serie di “agenti”, investitori divenuti rivenditori del sistema. Un classico dei sistemi piramidali.

Come si presenta

Il nuovo “vestito”, questa volta costituito dal mondo delle cryptovalute e degli Nft, Non Fungible Token, anche se di Nft qui c’è solo l’acronimo, scelto furbamente.

Una volta “tolto il vestito” è facilissimo capire cosa è accaduto, cosa sta accadendo e cosa accadrà.

Il funzionamento spiegato da ADUC, il sistema piramidale

Le piramidi, funzionano benissimo ma solo fino a quando le somme richieste in uscita non superano le entrate

 In altri termini finché i prelevamenti non superano i versamenti: quando invece accade il contrario, quello è l’inizio della fine.

Nel caso di Nft è molto probabile che la tempesta abbattutasi sulle cryptovalute nello scorso mese di giugno abbia portato molti investitori a richiedere indietro il capitale

o quantomeno ad incassare il guadagno mensile del 10% anziché reinvestirlo.

A quel punto la piramide ha iniziato a crollare.

I rimedi per evitare il crollo

Alla  Nft si sono inventati il contratto “Bonus 180”:

il cliente si impegnava a non ritirare alcunché per sei mesi, ed alla fine del semestre avrebbe ricevuto un rendimento dell’80% al posto del 10% mensile.

Sono stati anche rilasciati degli assegni circolari a garanzia, emessi dalla JP Morgan di Miami in Florida, ma questi sono risultati falsi.

Per ricevere tali assegni i clienti hanno dovuto pagare (anche questo un giochetto visto altre volte).

La fine della società col suo comunicato

 Abbiamo riscontrato irregolarità, siamo costretti a sospendere l’attività fino a fine anno ed a partire da allora contiamo di riprendere entro sei mesi.

Appositamente scritto in maniera non diretta, in modo da sviare i meno attenti, il significato è: scordatevi qualsiasi somma di denaro per un anno intero (fine anno, poi altri sei mesi).

Quel comunicato, per chi conosce la materia, comunica: “E’ finita la commedia” (in realtà, tragedia).

Cosa accade ora?

Due dei tre soci sono scappati a Dubai mentre il terzo, l’avvocato romano Emanuele Giullini, amministratore unico della Nft, intervistato da La Repubblica (11 agosto)

ha affermato contemporaneamente di non sapere dove si trovi il denaro ma che “la restituzione del capitale non è in dubbio”.

L’unico pagamento sicuro è quello dei partecipanti al “tavolo negoziale” allo studio legale che li assisterà.

Il pagamento agli avvocati è infatti previsto in caso di “definizione di un accordo di restituzione e/o pagamento” e non in caso di effettivo pagamento.

Il comunicato in forma integrale di ADUC

Agli scenari prospettati come risultato del “tavolo negoziale” occorre quindi aggiungerne due.

 

SCENARIO 4:

Si stipula l’accordo con Giullini-Nft che promette di pagare “a partire dal…”. In seguito arriva un provvedimento della Procura della Repubblica di sequestro conservativo (dei soldi che si riusciranno a trovare).

Risultato: avrete pagato per l’assistenza legale per ricevere un “pagherò”, ma non incasserete un bel niente.

SCENARIO 5 (potrebbe avverarsi anche in contemporanea allo scenario 4):

Si stipula l’accordo con Giullini-Nft che promette di pagare “a partire dal…”, in seguito Nft fallisce.

Risultato: avrete pagato l’assistenza legale ma non incasserete un bel niente, e nel quasi impossibile caso abbiate incassato una qualche somma,

questa sarà oggetto di azione revocatoria o di indebito da parte del Curatore del Fallimento, che vi richiederà indietro le somme

dato che esiste una massa creditoria molto più ampia di quanto oggi si conosce e che nei fallimenti -si sa- vige la regola della “par condicio creditorum”. 

 

Perché i pagamenti non ci saranno? I motivi sono semplici.

– Lo stesso amministratore unico della società non sa dove si trovi il danaro.

– Gli altri due soci, uno dei quali già avvezzo a questo schema come detto sopra, sono a Dubai!

– La Procura della Repubblica può emettere provvedimenti di sequestro cautelativo in qualsiasi momento, e non tarderà a farlo.

– Nel quasi impossibile caso di pagamenti di Giullini-Nft a clienti, le somme incassate potrebbero facilmente essere soggette a revocatoria fallimentare oppure ordinaria

come anche ad azione di indebito (per ora non scendiamo in dettagli tecnici).

Alla luce di tanto, il nostro suggerimento è perentorio: non aderire ad alcun “tavolo negoziale”.

In fondo, basta porsi la semplice domanda: se l’avvocato Giullini afferma di non sapere dove si trovi il danaro della Nft (La Repubblica, 11 agosto), come fa a presentarsi al “tavolo negoziale” e stipulare contratti in cui promette di restituirlo?

Un antico proverbio napoletano recita “Avendo, potendo, pagando”. Tre gerundi per dire che “se li avessi, se potessi, ti pagherei”. E Giullini non ce li ha.

 

Pubblicheremo altri articoli con cui entreremo nei dettagli di altri aspetti della vicenda Nft, come il quasi certo fallimento della società

e gli aspetti fiscali sia dal lato delle dichiarazioni dei redditi sia da quello degli eventuali accertamenti e verifiche, tema quest’ultimo molto tecnico e su cui cui stanno circolando informazioni poco precise.

Saranno anche approfondite le responsabilità di tutti i soggetti chiamati in causa, soci ed “agenti” e le possibile mosse per tentare di ottenere un purtroppo molto complicato risarcimento.

 

 

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