20 Novembre 2024 01:02
Il camionista tedesco pirata che ha travolto e ucciso Davide Rebellin chiede di patteggiare tre anni
Com’era stato già preannunciato, il difensore di Wolfgang Rieke, il camionista tedesco sessantatreenne, attualmente detenuto nel carcere di Vicenza, che il 30 novembre 2022, a Montebello Vicentino, ha travolto e ucciso con il suo Tir, a soli 51 anni, Davide Rebellin mentre si stava allenando con la sua bici da corsa, dandosi poi alla fuga, ha presentato formale richiesta di patteggiamento per il proprio assistito.
Conseguentemente il giudice del Tribunale berico, dott. Roberto Venditti, ha revocato la già fissata udienza del 24 novembre, avanti il giudice monocratico della sezione penale dott.ssa Giulia Poi, dinanzi alla quale aveva disposto il giudizio immediato dell’imputato, fissandone un’altra per il 7 dicembre 2023, dalle ore 10, per la valutazione circa l’ammissibilità dell’istanza e la congruità della pena proposta, che sarebbe di tre anni. Si sarebbe partiti da una “base” di sei anni e mezzo poi via via ridotti per gli “sconti” previsti dalla scelta del rito alternativo e da altri elementi quali l’avvenuto risarcimento dei familiari della vittima, una delle condizioni sine qua non poste dal Pubblico Ministero titolare del fascicolo, il dott. Hans Roderich Blattner, per il suo assenso.
Il commento dei familiari del campione di ciclismo
I congiunti del campione di ciclismo che, attraverso l’area Manager Vicenza Alessio Rossato, si sono affidati per l’iter risarcitorio ormai chiuso a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e per la parte penale all’avvocato Davide Picco, del foro di Vicenza, hanno preso atto della richiesta ma ribadiscono tutte le loro contrarietà, anche a fronte della recidività di Rieke che era già fuggito un’altra volta dopo aver provocato un incidente, sempre in Italia, in Puglia, nel 2001.
Dopo un anno di sofferenze per la prematura e tragica perdita del loro caro, acuite dalle complesse fasi del procedimento penale e a tutte le vicende legate all’estradizione del camionista, la moglie, la mamma e i fratelli di Rebellin riaffermano la loro piena fiducia nella giustizia e la loro gratitudine all’autorità giudiziaria per tutto il lavoro svolto, ma confidano che la richiesta di patteggiamento possa essere rigettata, chiedono che l’imputato sia sottoposto a un giusto processo, che gli sia comminata una pena adeguata alle gravissime violazioni commesse e alla riprovevole condotta di guida tenuta e anche che la sconti in carcere: l’avv. Picco ha sempre presentato opposizione alle reiterate richieste del legale dell’autotrasportatore di misure alternative quali gli arresti domiciliari, sin qui sempre rigettate.