Oms, Ranieri Guerra, l’ex numero due dell’Oms Ranieri Guerra spiega anche perché disse la frase agli atti dell’indagine:

“Fare i tamponi a tutti è una cazzata’   (AGI )

Le dichiarazioni sono eclatanti, parliamo di Ranieri Guerra, uscito nel 2021 dall’OMS

Sull’inchiesta dei magistrati:

“La Procura ha fatto un lavoro straordinariamente dettagliato ed equilibrato, di grandissima onestà intellettuale

E aggiunge poi: “entrando nel merito delle questioni dopo che il gip di Venezia ha stabilito che non ci fu nessuna violenza privata da parte mia su Zambon.

Oggi sarei ancora all’Oms? Dico solo che quattro quinti sono rimasti lì fino a un mese fa e gli altri ci sono ancora….

Chi era Zambon?

Zambon afferma di aver subito pressioni dai vertici dell’OMS per modificare alcune date e possibili errori nel rapporto

e che la rimozione dello stesso rapporto avrebbe messo ancora più in pericolo la salute pubblica dei cittadini italiani.

In seguito alla pubblicazione, Zambon è stato anche convocato dalla Procura di Bergamo, il cui territorio di competenza è stato uno dei più colpiti nella scorsa primavera.

Zambon ha seguito prioritariamente i canali interni a tutela dell’organizzazione stessa invece che rivolgersi ad esempio ai media, e si è trovato in grave difficoltà.

E anche Guerra ebbe forti pressioni per il piano pandemico inadeguato e non aggiornato.

Ranieri Guerra poi parla apertamente dei tamponi, di cui si fece larghissimo uso durante il Covid, seppure ci fossero parecchi dubbi e  interrogativi sul lorovalore.

Guerra rivela all’agenzia stampa AGI

“fare i tamponi a tutti è la cazzata del secolo” il 15 marzo 2020, chiarisce:

“In quel momento bisognava aspettare 24-48 ore per avere gli esiti perché i tamponi dovevano passare dall’Iss, era un meccanismo assurdo perché la tempestività era tutto.

Occorreva prima di tutto isolare le persone e poi, chiaro, fare anche il tampone.

In Lombardia non era già più possibile farli perché il tracciamento era saltato e il virus galoppava”.

Ricordiamo  l’alert dell’Oms il 5 gennaio in Europa, eppure nulla per due mesi, salvo poi chiudere tutto il possibile, con danni all’economia e alla salute dei cittadini.

La situazione sanitaria non era chiara, neppure ai “saccenti” tutti informatissimi in tv, che nella sostanza più che fare comunicazione scientifica, portavano il loro personale contributo.

Contributo non sempre al di sopra delle parti, con Conte e Speranza che si vedevano chiaramente in difficoltà a “tamponare” giorno per giorno.

La condizione dell’Europa non era semplice, ma non ci fu un’immediata riunione degli stati, ognuno faceva e inventava ricette. E dobbiamo ancora chiamarli leader?

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