15 Novembre 2024 03:55
Orrore a Lecce: testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello da macellaio, accompagnata da un biglietto in cui è scritto “Così”, è stata lasciata davanti alla porta di casa della giudice leccese Maria Francesco Romano, sotto scorta da alcuni mesi dopo alcune lettere minatorie ricevute. (ANSA).
La testa dell’animale sarebbe stata ritrovata la notte tra giovedì e venerdì dalla stessa magistrata che poi ha avvisato le forze dell’ordine.
Sull’accaduto indaga la squadra mobile. scrivi articolo con frasi brevi e paragrafi rispettando seo e leggibilità
Orrore a Lecce: Giudice sotto scorta trova testa di capretto insanguinata davanti a casa
Nella tranquilla notte tra giovedì e venerdì, la giudice leccese Maria Francesco Romano, già sotto scorta per minacce ricevute, ha fatto una scoperta macabra. Davanti alla sua porta, una testa di capretto insanguinata era infilzata con un coltello da macellaio. Accanto, un sinistro biglietto con la sola parola “Così”.
L’orribile ritrovamento è stato prontamente segnalato dalle forze dell’ordine, che hanno avviato un’indagine affidata alla squadra mobile.
Sotto Scorta da Mesi
La magistrata Romano era già sotto stretta sorveglianza a causa di precedenti minacce ricevute, motivo per cui il gesto crudele e intimidatorio desta ulteriori preoccupazioni. La testa dell’animale, abbandonata in maniera cruenta, è stata scoperta dalla stessa giudice, che ha immediatamente avvertito le autorità.
Indagini in Corso
Al centro delle indagini c’è la squadra mobile, impegnata a risolvere il caso e garantire la sicurezza della magistrata. Gli investigatori stanno esaminando attentamente il contesto e analizzando eventuali collegamenti con le precedenti minacce.
Reazione dell’Opinione Pubblica
L’accaduto ha suscitato sconcerto e indignazione nell’opinione pubblica locale. La comunità esprime solidarietà nei confronti della giudice Romano, condannando fermamente atti così spaventosi e criminali.
In attesa di sviluppi nelle indagini, la città di Lecce si stringe intorno alla magistrata e chiede giustizia per un gesto tanto vile quanto inquietante