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Palermo, condannata Laura Bonafede l’amante del boss stragista Matteo Messina Denaro: 11 anni e 4 mesi

Palermo 06 Novembre 2024, Laura Bonafede, la donna che per anni era legata sentimentalmente al boss stragista e latitante Matteo Messina Denaro, è stata condannata a 11 anni e 4 mesi di carcere, per associazione mafiosa.
Una condanna richiesta dai pubblici ministeri Piero Padova e Gianluca De Leo, ad emettere la sentenza è stato il gup di Palermo, Paolo Magro.
Nell’ambito di questo processo l’imputata Laura Bonafede, inizialmente, era accusata di favoreggiamento, nel corso del processo poi con la ricostruzione e le prove gli inquirenti avevano modificato l’accusa in  associazione mafiosa.

“Io ho conosciuto un lato buono perché lui era una persona spiritosa, educata, divertente e mi faceva trascorrere quelle ore allontanandomi dalla mia quotidianità che era un poco pesante”, ha dichiarato Laura Bonafede, l’ex insegnate amante del boss Messina Denaro, e figlia dello storico capomafia di Campobello di Mazara, durante il processo.

Per la Procura la donna, non si sarebbe limitata ad “occultare” la latitanza del capo mafia, ma avrebbe gestito anche una rete di comunicazione, condividendo segreti e affari.

“Non ho mai fatto parte di nessuna associazione mafiosa, non ho mai convissuto con alcuno anche perché ho abitato con mia madre fino al 2021, si figuri se potevo dormire fuori casa, vai a trovare una giustificazione”.

“Le volevo dire soltanto, le volevo chiedere di valutare la mia posizione per quella che è e mi auguro di trovare in lei quel giudice di Berlino che tutti ci auguriamo di incontrare” – ha aggiunto la Bonafede.

Ma i pizzini i diari, i messaggi, e le lettere trovate al capomafia, dove l’ex maestra di Campobello di Mazara, ed il boss ricordavano i loro momento vissuti insieme, quando vivevano come una famiglia, in cui utilizzano un linguaggio cifrato, hanno fornito agli inquirenti una visione diversa, dalle dichiarazioni rilasciate dalla Bonafede, a quanto pare.

“Ci davamo un appuntamento in una via di Campobello… io salivo in macchina ce ne andavamo assieme. – ha aggiunto – fino al 2013 quando hanno arrestato sua sorella e lui in un incontro mi ha dato una lettera e in quella lettera c’era scritto che non potevamo più vederci perché i controlli a Campobello si erano intensificati e quindi non poteva rischiare”.

Tuttavia il rapporto tra l’amante ed il boss non si era mai interrotto, tanto che Messina Denaro, frequentava anche la figlia della donna, trattandola come una figlia.

“Le diceva a Martina dove si dovevano vedere e trascorrevano qualche pomeriggio insieme studiando – ha raccontato – A lui piaceva molto il latino e la aiutava nella storia e nel latino”.

Laura Bonafede descrive Messina Denaro come un uomo paziente e rassicurante, ma nel frattempo come ha fatto notare il gup ed il pubblico ministero :

“sono spariti degli anni in cui, non so se la signora se ne è accorta, saltavano delle autostrade in Sicilia e in Italia, saltavano anche gallerie d’arte, chiese, sono morti magistrati, sono morte donne incinte, non so se la signora l’ha saputo che sono morte donne incinte nel trapanese in quegli anni, però dal ’92 al ’96 non sappiamo che cosa è successo né la signora sa che cosa è successo”. 

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