24 Novembre 2024 06:14
La vicenda fu ricostruita a settembre dello scorso anno, dall’avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino, dinanzi alla Commissione nazionale antimafia.
Durante le audizioni di gennaio e febbraio, fu proprio Natoli a sostenere di aver seguito solo il fascicolo trasmesso dalla procura di Massa Carrara, intercettazioni comprese, provvedimento che l’ex pm Natoli, decise di archiviare, perché secondo lui , non sarebbe emerso nulla di penalmente rilevante.
L’indagine è guidata dal pool coordinato dal procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca.
Insieme a Pignatone indagati anche l’ex pm Natoli e il generale della Guardia di Finanza Screpanti.
Stamani, poco dopo le ore 11:00, Pignatone si è presentato al Palazzo di Giustizia di Caltanissetta, per l’interrogatorio,
Attualmente Pignatone presiede il tribunale della Città del Vaticano.
Intanto Pignatone ha dichiarato all’Ansa: “Ho dichiarato la mia innocenza in ordine al reato di favoreggiamento aggravato ipotizzato, mi riprometto di contribuire, nei limiti delle mie possibilità, allo sforzo investigativo della Procura di Caltanissetta”.
Con Pignatone indagato anche l’ex sostituto procuratore a Palermo, Gioacchino Natoli, (che ha fatto parte del pool di Falcone e Borsellino), e il generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti.
Lo scorso 5 Luglio fu proprio Natoli, ad avvalersi della facoltà di non rispondere.
I reati ipotizzati dalla Procura di Caltanissetta
La Procura sta indagando in quanto ipotizza che Pignatone «in concorso» con gli altri due indagati, insieme a Pietro Giammanco, (procuratore dell’epoca, deceduto nel 2018 ) – all’insabbiamento delle indagini su mafia e appalti.
Inchiesta su cui Paolo Borsellino iniziò a lavorare nel 1992, dopo la morte di Giovanni Falcone.
L’inchiesta in questione, del 1992, voleva fare luce sui reali rapporti e intenti tra i mafiosi palermitani Antonino Buscemi e Francesco Bonura, e il gruppo di Raul Gardini.
Accusato di aver insabbiato un’indagine della procura di Palermo, all’epoca guidata proprio da Natoli.
L’inchiesta era partita grazie ad una segnalazione pervenuta dalla procura di Massa Carrara, in merito ai mafiosi Buscemi e Bonura, fu proprio Natoli che nel 1992, dopo tre mesi, chiese l’archiviazione.