Riprendiamoci il comune, le risorse ai comuni, firma

Riprendiamoci il comune, le risorse ai comuni, firma pure a Crodo

Il Comune è l’ente locale che rappresenta la comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo e la coesione sociale.

Il ruolo ai Comuni, è stabilito dall’art. 118 che dice:

“le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni, salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario

siano conferite a Province, Città Metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza”.

Fra l’ultimo decennio del XIX secolo e i primi due decenni del XX secolo, nel nostro Paese si afferma il “socialismo municipale”

Riprendiamoci il comune. Come?  Attraverso l’acquisizione da parte dei Comuni di prerogative di governo del
territorio organizzate in vere e proprie aziende pubbliche, le famose “municipalizzate”.

Dentro queste esperienze, l’esercizio diretto dei servizi si collega alla realizzazione di istanze più generali, legate ai bisogni crescenti che si affermano tra i cittadini degli strati sociali più bassi

Strati piu’ bassi ai quali, dentro un’ottica egualitaria e redistributiva, si risponde attraverso l’avvio di una politica di spesa sociale sostenuta anche dagli utili creati dalle imprese municipalizzate.

Un ruolo e un protagonismo dei Comuni che, non a caso, verrà indicato come nemico giurato quando

a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, si afferma la dottrina liberista e si apre la stagione delle privatizzazioni.

Da quel momento, ruolo e funzione dei Comuni vengono messi in discussione e trasformati profondamente.

Quanto sopra viene riportato nel sito dell’iniziativa di legge popolare.

Sono due proposte di legge complementari, che ridisegnano il ruolo dei Comuni e il protagonismo delle comunità locali.

La prima proposta di legge riforma la finanza locale

, contrapponendo al pareggio di bilancio finanziario l’obiettivo per i Comuni di raggiungere il pareggio di bilancio sociale, ecologico e di genere.

La seconda proposta di legge chiede la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti,

attraverso la sua trasformazione in un ente pubblico che operi, in maniera decentrata e partecipativa, al servizio delle comunità locali.

Esempi di intervento comunale

Le opere scelte quali:

un asilo nido, un parco, un incubatore di imprese innovative, la messa a norma degli edifici scolastici, la sistemazione idrogeologica del territorio, la ristrutturazione della rete idrica etc.

– vengono finanziate attraverso il risparmio dei cittadini, depositato in libretti postali e buoni fruttiferi e consegnato alla Cassa Depositi e Prestiti territoriale.

Poiché questi risparmi hanno un rendimento minimo, la Cassa Depositi e Prestiti territoriale potrà finanziare gli interventi con un tasso altrettanto minimo.

[1] Fondazione ANCI – IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), La finanza comunale in sintesi, confronto fra Rapporto 2010 e Rapporto 2016.

[2] Fondazione ANCI–IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), I Comuni e il Partenariato Pubblico Privato,2020

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