Risse e violenza, disagio, droga, social

Risse e violenza, gli aspetti del  disagio giovanile sono molteplici e intrecciati tra loro.

Disagio e disoccupazione, modelli forti ma sbagliati con risse e violenza enfatizzate dai social e spesso sottovalutate dalla Magistratura, una delle piu’ importanti Istituzioni, e pensiamo al caso di Baby Gang, appena rilasciato.

  • Crisi economica e sociale, risse e violenza: La precarietà lavorativa, la disoccupazione giovanile e la crescente disuguaglianza sociale alimentano un senso di frustrazione e rabbia nei giovani, che spesso si traduce in comportamenti antisociali.
  • Mancanza di opportunità: La globalizzazione e l’automazione hanno reso il mercato del lavoro più competitivo e difficile da accedere per i giovani, soprattutto per quelli con un basso livello di istruzione o formazione.
  • Crisi del sistema scolastico: La scuola, in alcuni casi, non è più in grado di rispondere alle esigenze e alle aspettative dei giovani, che spesso la percepiscono come un luogo alienante e privo di stimoli.
  • Disgregazione familiare: La crescita del numero delle famiglie monogenitoriali e l’aumento delle separazioni e dei divorzi creano un clima di instabilità e insicurezza nei bambini e negli adolescenti, che può portare a comportamenti devianti.
  • Problemi di salute mentale: Disturbi come l’ansia, la depressione e i disturbi del comportamento alimentare sono in aumento tra i giovani, e spesso non vengono adeguatamente diagnosticati e curati.
  • Influenza dei media e dei social network: La diffusione di messaggi violenti e diseducativi attraverso i media e i social network può influenzare negativamente i comportamenti dei giovani.
Risse e violenza sono derivanti da comportamenti sociali frutto di famiglie disgregate e scarsi strumenti in mano ai Servizi Sociali dei comuni.
L’allarme, dati 2018 arriva da lontano da parte della “Federazione servizi dipendenze (FederSerD), della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) e del Coordinamento nazionale dei coordinamenti regionali che operano nel campo dei trattamenti delle dipendenze (InterCear).
Secondo i dati ufficiali relativi al 2018, si parla di 880mila ragazzi che hanno dichiarato di aver fatto uso di sostanze illegali, pari ad 1 ragazzo su 3 tra quelli che vanno a scuola tra i 15 ed i 19 anni.”
Risse e violenza, correre ai ripari prima possibile

Occorre lanciare un piano nazionale per “scovare” chi sono i giovani sofferenti, e le soluzioni di tipo assistenziale, culturale, lavorativo e anche di repressione nei casi più eclatanti, in particolare di coloro che “usano” la moda di certi Trapper che cercano solo di arricchirsi, senza curarsi dei danni sociali dei loro messaggi, che non dovrebbero essere “postati” sui Social principali. ( GIUSEPPE CRISEO-PRESIDENTE “CASA DEGLI ITALIANI”)

 

Trapper: modelli di successo o icone di comportamenti negativi? L’influenza sui social e le responsabilità

Il genere musicale trap, nato negli Stati Uniti negli anni ’90, negli ultimi anni ha avuto un’esplosione di popolarità in Italia, soprattutto tra i più giovani. I trapper, con i loro testi spesso provocatori e i loro stili di vita sfarzosi e trasgressivi, hanno conquistato un seguito enorme sui social network, diventando vere e proprie icone per molti adolescenti.

Ma quali modelli propongono questi artisti? Qual è il loro messaggio? E quale influenza hanno sui loro giovani follower?

Modelli di successo o icone di comportamenti negativi?

I trapper spesso ostentano ricchezza, successo e fama, spesso raggiunti attraverso mezzi discutibili o illegali. Spesso cantano di droga, sesso, violenza e criminalità, dipingendo un quadro di vita edonistico e materialistico. Questo stile di vita, amplificato dai social network, può attrarre i giovani che si sentono esclusi o emarginati, offrendo loro un’alternativa alle regole e alle convenzioni sociali.

L’influenza sui social e le responsabilità

I trapper hanno un seguito enorme sui social network, dove condividono la loro vita quotidiana con i loro fan. Questo permette loro di esercitare un’influenza significativa sui loro follower, soprattutto sui più giovani e impressionabili.

È importante però sottolineare che la realtà mostrata sui social è spesso distorta e idealizzata. Le auto di lusso, i gioielli costosi e le ville opulente che i trapper sfoggiano sui social non sono alla portata di tutti. Questo può creare frustrazione e disillusione nei giovani che si confrontano con la realtà quotidiana, fatta di scuola, studio e lavoro.

Inoltre, i testi e i video dei trapper spesso contengono messaggi violenti, misogini e sessisti. Questo può normalizzare comportamenti negativi e dannosi, soprattutto tra i giovani che ancora non hanno sviluppato un senso critico adeguato.

Quali responsabilità hanno i trapper?

I trapper, in quanto personaggi pubblici con un grande seguito, hanno una certa responsabilità nei confronti dei loro follower, soprattutto dei più giovani.

Dovrebbero essere consapevoli dell’influenza che hanno e utilizzare la loro piattaforma per promuovere messaggi positivi e costruttivi. Invece, spesso sfruttano la loro popolarità per diffondere messaggi negativi e dannosi.

Cosa possono fare i genitori e gli educatori?

Di fronte all’influenza dei trapper sui giovani, è importante che genitori ed educatori siano consapevoli del fenomeno e sappiano come affrontarlo.

È fondamentale dialogare con i ragazzi, aiutarli a sviluppare un senso critico e a distinguere la realtà dalla finzione. Inoltre, è importante insegnare loro i valori del rispetto, della tolleranza e della legalità.

In conclusione, il fenomeno dei trapper è complesso e controverso. La loro musica e il loro stile di vita possono avere un impatto negativo sui giovani, ma possono anche essere un’occasione per riflettere su temi importanti come la disuguaglianza sociale, la criminalità e la mancanza di opportunità.

È importante che tutti gli attori in gioco, dai trapper stessi ai genitori, agli educatori e alle istituzioni, collaborino per promuovere modelli positivi e costruttivi per le nuove generazioni.

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