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Cronaca

Sequestro di beni in provincia di Ragusa

SbardellaBy Sbardella17 Febbraio 2022Updated:18 Febbraio 2022Nessun commento2 Mins Read
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sequestro di beni in provincia di Ragusa
La posizione assunta era tale da inquinare il tessuto economico di quel territorio.

La DIA effettua un sequestro di beni nel ragusano nei confronti di un imprenditore operante nel settore del riciclo

Sequestro di beni in provincia di Ragusa

Sono la Procuratore della Repubblica di Catania, il Direttore della D.I.A. e il Tribunale di Catania – Sezione  Misure di Prevenzione ad aver proposto il sequestro dei beni.

Il decreto di sequestro riguarda in particolare un imprenditore operante nel settore del commercio di materie plastiche e nella raccolta di rifiuti nella provincia di Ragusa.

Il Centro Operativo della D.I.A. di Catania ha poi eseguito il decreto.

L’imprenditore destinatario del provvedimento è già stato condannato per traffico di stupefacenti ed è coinvolto anche in altre inchieste della Procura della Repubblica di Caltanissetta.

Organizzazione di stampo mafioso

Le autorità accusano l’indagato di aver fatto parte di un’organizzazione di stampo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni nei confronti di imprenditori agricoli. 

La Procura della Repubblica di Catania aveva fatto recentemente arrestare l’indagato perché si sarebbe avvalso della capacità intimidatrice propria di tale sodalizio mafioso.

L’uomo utilizzava l’intimidazione per monopolizzare la raccolta delle plastiche dismesse dalle serre della provincia di Ragusa obbligando a conferire esclusivamente ad una sola impresa. 

L’imprenditore si avvale anche dell’appoggio di esponenti di prim’ordine del clan Carbonaro-Dominante, inserito nell’organizzazione mafiosa denominata “Stidda”, presente  nell’hinterland ibleo  sin dagli anni ’80. 

Inquinamento del tessuto economico

Le indagini hanno accertato che il gruppo criminale aveva assunto una posizione di assoluto monopolio nel fiorente settore del riciclo delle materie plastiche impiegate in agricoltura.

La posizione assunta era tale da inquinare il tessuto economico di quel territorio.

Il Tribunale di Catania ha valutato positivamente gli elementi forniti dalla Procura della Repubblica e dalla D.I.A. e ha dedotto la pericolosità sociale dell’imprenditore.

Le autorità hanno disposto il sequestro, prodromico alla confisca, del patrimonio riconducibile all’uomo.

Tra i beni sequestrati figurano tre aziende operanti nel settore del commercio e riciclaggio della plastica.

Inoltre hanno sequestrato anche un immobile, tre autovetture ed un motociclo, per un valore di circa 3.000.000,00 euro. 

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