15 Novembre 2024 04:08
Suominen di Mozzate, gruppo finlandese, a rischio causa costi energetici elevati
Si produce e vendono rotoli di tessuto non tessuto per la realizzazione di salviette, conta su 92 dipendenti tra operai e impiegati.
La dichiarazione dell’azienda:
“Da quando l’incremento di domanda dovuto al Covid si è normalizzato, la concorrenza nel mercato delle salviette tessuto non tessuto in Europa è aumentata in modo considerevole
E aggiungono, “a causa soprattutto dell’aumento delle importazioni dalla Turchia e dalla Cina
– dice Klaus Korhonen, presidente e Ceo ad inrterim del gruppo finlandese – Allo stesso tempo, i costi energetici in Italia hanno raggiunto livelli record.
Lo stabilimento di Mozzate non è competitivo, e non ci aspettiamo che la sua competitività possa migliorare in maniera significativa in futuro.
Nella situazione attuale siamo purtroppo giunti alla conclusione di dover considerare la chiusura
della produzione di Mozzate per poter migliorare la competitività del nostro business europeo”.
La società cerca di sdrammatizzare:
“Faremo del nostro meglio per supportare i dipendenti coinvolti da questa procedura”.
La società madre del gruppo Suominen è Suominen Corporation, con sede a Helsinki, in Finlandia.
Nel 2020, la società contava un totale di 689 dipendenti, di cui 304 situati negli Stati Uniti, 137 in Italia e 129 in Finlandia. La società ha anche operato in Spagna e Brasile.[ 18 ]
La società ha diviso le sue operazioni tra due aree di business: le Americhe e l’Europa.
Suominen è un colosso del settore:
E’ uno dei maggiori produttori mondiali di non tessuti ed è il leader del mercato globale dei non tessuti per salviette.
Il produttore più grande, il gigante americano dei beni di consumo Kimberley-Clark,
Cosa usa?
Suominen usa prodotti realizzati con materie prime rinnovabili, riciclate o prive di plastica e tessuti non tessuti compostabili o completamente degradabili.[
23 ] Suominen utilizza fibre a base di cellulosa, come viscosa e lyocell.
Il settore è importante, parliamo di salviette, ma la concorrenza è forte e condizionata anche dai costi dell’energia e dalle politiche del lavoro italiane.
Politiche che non intervengono attivamente, e non è solo la cassa integrazione, un pannicello caldo che server sul momento, occorre una visione industriale nazionale.