Svezia. Schema Ponzi con marijuana. Procedimento giudiziario in tribunale svedese contro Facebook

Secondo un tribunale svedese, può essere avviata una causa contro il proprietario di Facebook, Mark Zuckerberg.

L’accusa e’ presunta complicità in una truffa su investimenti in cannabis.

L’avvocato svedese Lars Olofsson ha ottenuto il diritto di procedere da un tribunale di Luleå, in Svezia

dove nel 2011 è stato istituito il primo data center di Meta Platforms Inc. al di fuori degli Stati Uniti.

La causa è la prima di una serie pianificata da Olofsson contro le autorità di regolamentazione,

i media e gli avvocati per aver facilitato una truffa contro una serie di investitori, 800 dei quali si sono costituiti in class action.

“Grande vittoria”

Olofsson ha fatto sapere che la rapida decisione del tribunale, emessa entro 36 ore dal deposito della richiesta è una “grande vittoria”

che “invierà un messaggio a chi, interessato sul fatto, saprà che si stia procedendo a pieno ritmo, come già in altri casi”.

La causa nasce da un crescente scandalo in Europa su JuicyFields, una società fintech che offriva quote “per pianta” di raccolti di cannabis.

Il caso JuicyFields è diventato pubblico nell’aprile 2020

ed è esploso circa sei settimane dopo che l’autorità di regolamentazione tedesca BaFin aveva vietato la vendita delle sue azioni agli investitori tedeschi lo scorso giugno.

Scena del crimine

I meta server a Luleå, situata nell’estremo nord della Svezia proprio all’interno del circolo polare artico, “coprono circa un miliardo di utenti di Facebook e Instagram

e include la maggior parte dei miei clienti”, ha affermato Olofsson. “L’argomento è che questo è il luogo in cui è stato commesso il crimine.

È tramite questi server che i miei clienti sono stati esposti alla frode di JuicyFields”.

Olofsson ha affermato di aver identificato fino a 170 persone, banche, società e avvocati

con collegamenti alla massiccia frode sulla cannabis, che secondo lui ha derubato gli investitori di quasi 2,5 miliardi di dollari a livello internazionale.

Schema Ponzi
Gli osservatori affermano che JuicyFields è un classico schema Ponzi
in cui gli operatori pagano dividendi elevati ai primi investitori con i fondi di coloro che investono in seguito.

La causa contro Zuckerberg, tecnicamente un procedimento penale privato, lo accusa

in qualità di amministratore delegato di Meta, di essere stato gravemente negligente nel non riuscire a controllare chi ha utilizzato le piattaforme dell’azienda.

L’accusa inoltre è anche perché il suo comportamento negligente ha contemplato anche la violazione,

da parte della società, dei propri termini di servizio, una frode secondo il codice penale svedese, sanzionata con una una pena detentiva obbligatoria da due a sei anni.

(Hempt Today del 07/12/2022)

La truffa come funzionava, secondo Altroconsumo

Come funzionava l’investimento?

La piattaforma Juicy Fields permetteva di investire comprando direttamente quattro tipi di varietà di cannabis a scopo terapeutico

(JuicyFlash, JuicyMist, JuicyKush e JuicyHaze), da un minimo di 50 euro a un massimo di 2.000 euro, coltivate dalle aziende partner.

La società prometteva guadagni già dopo 90 giorni, e per oltre il 100%, a seconda delle varietà.

Si e’ arrivati all’indagine dopo varie segnalazioni.

Esperti di criptovalute hanno lanciato su YouTube un allarme: monitorando i movimenti delle società gruppo di cui fa parte Juicy Field:

, hanno notato una miriade di movimenti “sospetti”

Come funziona lo “schema Ponzi”?

È un esempio di schema Ponzi: i “primi arrivati” sono quelli che si vedono riconoscere i guadagni esorbitanti promessi in tempi brevi.

Si raccolgono i soldi e si cercano nuovi investitori. Man mano che arrivano i nuovi investitori coi loro soldi si pagano (in parte) quelli vecchi in modo da dimostrare la sicurezza dell’investimento,

Altro suggerimento di Altro Consumo:

Quando il flusso di nuovi investitori diminuisce, o ci sono “intoppi legali” come in questo caso, finiscono anche i soldi e lo schema salta lasciando (quasi) tutti sul lastrico.

Condividi sui social