20 Novembre 2024 09:22
Il Pubblico Ministero della Procura di Pesaro dott. Giovanni Fabrizio Narbone, al termine delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio per il giovane camionista leccese accusato di aver provocato il terribile incidente sull’Autostrada A14, nel territorio comunale di Gradara, costato la vita, il 7 febbraio di quest’anno, a Federico Tonin ed Elisabetta Barbieri nonché il ferimento di altre due persone: una tragedia grande che ha destato profonda commozione soprattutto tra le associazioni animaliste, le due vittime si dedicavano anima e corpo agli animali, erano “staffettisti” per le adozioni di cani e gatti e stavano effettuando proprio uno di questi viaggi per accompagnare diversi esemplari dai loro nuovi padroni. Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale pesarese, dott. Giacomo Gasparini, ha quindi fissato per il 18 gennaio 2022, alle ore 11, l’udienza preliminare di un processo da cui i familiari di Tonin e Barbieri, questi ultimi assistiti da Studio3A, si aspettano giustizia.
Come è emerso dall’inchiesta, basatasi sui rapporti degli agenti della polizia stradale di Pesaro che hanno effettuato i rilievi, S. M. T., 24 anni, di Recale (Lecce), a cui si contesta il reato di omicidio stradale con l’aggravante di aver causato il decesso di più persone che comporta il triplo della pena base, alle 4.55 (quindi in orario ancora notturno) sta percorrendo l’A14 alla guida di un autoarticolato Scania con semirimorchio con direzione sud/nord quando, giunto alla progressiva chilometrica 148+430, scatena l’inferno. “Per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza di norme della circolazione stradale – per citare l’atto del magistrato -, ed in particolare dell’art. 141 comma 2 del Codice della Strada, avendo omesso di conservare il controllo del veicolo condotto e di essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza”, il camionista, che si giustificherà sostenendo di aver accusato un colpo di sonno, sbanda a destra, invade la piazzola di sosta e si schianta contro la parte posteriore sinistra del semirimorchio di un altro articolato in sosta il cui conducente, per fortuna, almeno lui, non riporta particolari ferite. Come impazzito, il mezzo pesante condotto dall’imputato a seguito dell’urto devia verso sinistra e impatta contro il muro di cemento che delimita le due carreggiate autostradali ponendosi in posizione obliqua rispetto all’asse stradale e ostruendo in pratica la viabilità su tutte le corsie di marcia.
La prima grave conseguenza è che il passeggero dell’autoarticolato, un quarantaduenne di origini albanesi residente a Copertino (Lecce), trasportato in qualità di secondo autista professionale, viene sbalzato all’esterno dell’abitacolo: si salverà per miracolo ma riportando gravi fratture multiple in tutto il corpo per una prognosi di oltre 60 giorni. Non saranno invece così fortunati i volontari milanesi dell’Organizzazione no profit di tutela ambientale “4Zampe nel Cuore” occupanti un autocarro Fiat Ducato dell’associazione che sopraggiunge pochi istanti dopo nella stessa direzione. Federico Tonin, 46 anni, di Arconate (Mi), che è alla guida, e i due passeggeri, Elisabetta Barbieri, 62 anni, di Rho (Mi), e Alessandro Porta, 48 anni, di Busto Garofalo (Mi), sono partiti a mezzanotte da San Severo, nel Foggiano, in direzione Milano, per trasportare cani e gatti in adozione al nord, per dare loro un futuro migliore presso le loro nuove famiglie. Tonin non può avvedersi se non quando ormai è troppo tardi di quell’ostacolo che occupa di traverso praticamente due corsie e mezzo su tre: come accertano gli agenti della Polstrada, infatti, a causa dell’interruzione dell’alimentazione elettrica determinata dal precedente incidente, l’autoarticolato, privo di luci, non è visibile a quell’ora, le cinque, di una giornata d’inverno in cui è ancora buio pesto, né d’altra parte, essendo appena accaduto, vi poteva essere alcuna segnalazione del sinistro. Il disperato tentativo di frenata a pochi metri dal tir è inutile, lo scontro tremendo: Federico Tonin e Betty, com’era chiamata da tutti Elisabetta Barbieri, muoiono praticamente sul colpo per i gravissimi politraumi riportati. Uscirà ferito ma vivo da quel groviglio di lamiere, miracolato, solo Alessandro Porta. Nel terribile impatto muore anche un pastore tedesco che i volontari stavano trasportando, mentre gli altri animali, che si sono salvati, saranno condotti a destinazione da un camionista spagnolo di passaggio che si offre generosamente di portare a termine il loro viaggio.
La Procura di Pesaro ha subito aperto un procedimento penale per omicidio stradale iscrivendo nel registro degli indagati S. M. T. e ora ne ha chiesto il processo. Per essere assistiti, i familiari dell’incolpevole Elisabetta Barbieri, e anche Alessandro Porta, attraverso l’Area Manager e consulente legale Sabino De Benedictis si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e ora si aspettano una risposta dalla giustizia penale.