26 Dicembre 2024 23:53
Truffe del “finto addetto dell’acquedotto”, altre 6 ordinanze di custodia cautelare ad Asti.
I Carabinieri di Asti hanno concluso una nuova operazione che ha portato a diverse catture e perquisizioni a carico di una banda operativa nel Nord Italia, specializzata in truffe ai danni di persone anziane.
Hanno lavorato all’operazione una sessantina di militari del Comando provinciale di Asti e del primo reggimento Carabinieri di Moncalieri, oltre all’unità cinofila di Volpiano per la ricerca di armi ed esplosivi.
I sei soggetti, tutti dimoranti nel Comune di Asti, sono ritenuti responsabili di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in abitazione in particolare in danno di vittime deboli quali le persone anziane.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, attraverso numerosi servizi di pedinamento e osservazione, analisi dei filmati di videosorveglianza sulle vie di comunicazione e nei centri frequentati dagli indagati, riconoscimenti fotografici e attività tecniche, nonché escussione delle vittime direttamente al proprio domicilio, hanno permesso di identificare i sei presunti autori dei reati commessi con la tecnica del “finto addetto dell’acquedotto”, i quali a bordo di una Mercedes GLA o di un’Audi A3, entrambe di colore scuro e dal motore molto potente tale da assicurare elevatissime prestazioni, hanno portato a segno numerosi colpi a partire dal 2023 non solo nel territorio piemontese, ma anche in altre Regioni limitrofe.
Diciotto gli episodi contestati, commessi tra gennaio e aprile di quest’anno sul territorio piemontese, lombardo ed emiliano.
Il consolidato modus operandi emerso nel corso delle indagini vedeva i presunti autori qualificarsi come tecnici dell’acquedotto, gli stessi, una volta guadagnato l’accesso nelle case prescelte, riuscivano ad ingannare le anziane vittime sottraendo loro oggetti preziosi e denaro.
In tredici dei diciotto eventi per cui si procede, si contesta inoltre il reato di rapina aggravata, in quanto gli indagati, durante l’azione criminosa, utilizzavano sostanze urticanti (sostanze alla capsaicina o simili) i cui effetti aggravano lo stato di vulnerabilità delle vittime.
Nel corso dell’operazione oltre a dare esecuzione ai provvedimenti cautelari di custodia, per tre destinatari in carcere e per gli altri tre ai domiciliari, hanno effettuato anche diverse perquisizioni in abitazioni nella loro disponibilità ed impiegate dagli indagati come ricovero “sicuro” delle autovetture e degli strumenti utilizzati per perpetrare i reati.