22 Novembre 2024 11:44
Silvio Berlusconi. I tempi sono maturi. Ora il passaggio di consegne ai figli di Silvio Berlusconi
Sono cinque i figli di Silvio Berlusconi ed ora i tempi sono maturi sull’eredità ed intesa tra loro. Mancherebbero solo i dettagli formali nei quali i legali stanno lavorando. Il fine è che l’eredità venga accettata senza chiedere il beneficio di inventario senza allungare i tempi.
DEFINITO L’ACCORDO
Le indiscrezioni che arrivano da fonti vicine alla famiglia indicano per definito il perimetro e gli accordi. Pertanto Marina e Pier Silvio, saranno gli azionisti di maggioranza di Fininvest, e i fratelli minori Barbara, Eleonora e Luigi. Doveroso aggiungere che dopo la scomparsa del Cavaliere, all’interno della famiglia Berlusconi tutto è stato vagliato con atteggiamenti di concordia e distensione.
POCHI GIORNI ALL’ANNUNCIO
Nel giro di qualche giorno, la famiglia dovrebbe dunque annunciare l’accettazione dell’eredità. A quel punto scatterà la fase due con la suddivisione delle quote, un possibile parziale riassetto societario al vertice e nella governance per attuare la divisione del patrimonio voluta dal padre. Restano ancora da definire le modalità con cui saranno soddisfatti i lasciti previsti da Silvio Berlusconi per il fratello Paolo (100 milioni), Marta Fascina (100) e Marcello Dell’Utri (30).
LE VOLONTA’ DI SILVIO BERLUSCONI
Silvio Berlusconi aveva indicato con estrema chiarezza e sintesi, quali fossero le sue volontà: a Marina e Pier Silvio è stata assegnata tutta la quota ‘disponibile, ovvero un terzo del patrimonio ereditario. Vale per Fininvest, che ha in portafoglio tra l’altro le aziende quotate Mfe-Mediaset, Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum, ma anche per tutto il resto. L’aveva già deciso il 2 ottobre 2006 quando era ancora sposato con Veronica Lario, che in quel momento rientrava quindi in pieno nell’asse ereditario, ma non viene citata.
«Lascio ai miei figli …»
«Lascio la disponibile – in parti eguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi».
Tutto sommato è facile dividere tra gli eredi di Silvio Berlusconi il capitale di Fininvest: si tratta di contare le azioni. Il 53% va a in parti uguali a Marina e Pier Silvio e il 47% agli altri tre fratelli. Tutto il resto? Ville, barche, opere d’arte, investimenti personali, i conti in banca? Se il rapporto è, grosso modo, 60/40 ovvero 60% del patrimonio a Marina e Pier Silvio e il 40% pro-quota agli altri tre fratelli, si dovranno attribuire i beni con queste proporzioni.
I 4 miliardi dell’eredità
A 4 miliardi di valore complessivo dell’eredità ci si arriva con stime abbastanza attendibili e conservative, considerando nel perimetro il 61% di Fininvest che era del Cavaliere e corrisponde a 2,7 miliardi di patrimonio netto consolidato. Poi c’è il resto. E vengono subito in mente le grandi ville. Le più rappresentative dell’epopea berlusconiana sono San Martino ad Arcore e Certosa in Sardegna. Di quest’ultima esiste anche un perizia recente che la valuta 259 milioni anche se in passato erano circolate voci di offerte fino a 450 milioni. Il problema di come dividere tra i fratelli queste lussuose proprietà non esiste perché fanno capo a una holding immobiliare, la Dolcedrago, che verrà semplicemente ripartita nelle proporzioni ereditarie: circa 30% ciascuno Marina e Pier Silvio, 13,3% ciascuno Barbara, Eleonora e Luigi.
I BENI QUALI QUADRI, MOBILI E BARCHE
Fuori da gabbie societarie restano alcuni immobili, tra cui la dimora storica di Milano-San Gimignano, il villino «Due Palme» di Lampedusa e Villa Campari sul Lago Maggiore. Totale immobili, a spanne, 6-700 milioni. Il capitolo più complesso riguardava tutti quei beni per i quali era necessario un minuzioso inventario: mobili, opere d’arte, arredi ecc. Sulle imbarcazioni ci sarebbe già da tempo un tacito accordo di utilizzo tra i fratelli. Dunque l’accettazione dell’eredità che trova tutti i Berlusconi allineati è la cornice condivisa dentro la quale poi, eventualmente, tutto si aggiusta.
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