Giorgetti. La riforma della governance europea e le idee e proposte dell’Italia

Giorgetti mira a cosa?

A contemperare l’equilibrio dei conti pubblici e l’indispensabile sostegno agli investimenti.

Una sfida non da poco ma che non scoraggia il nostro ministro forte dei suoi contatti e relazioni mondiali.

Come dimostrano i numerosi viaggi ad altissimo livello.
L’approccio di Giorgetti viene definito come “realistico” dal medesimo:

“approccio realistico, perché tornare alle regole sospese 3 anni fa non è coerente con l’elevato livello dei debiti pubblici accumulato a seguito della pandemia.

La giornata a Milano è l’occasione per mettere dei “paletti” italiani:

” La Commissione presenterà entro breve una proposta legislativa sulla quale avremo ancora modo di confrontarci”.

E aggiunge poi:

Le conclusioni del Consiglio Ecofin sintetizzano gli elementi della Comunicazione condivisi per l’elaborazione della proposta legislativa di riforma.

Cos’è l‘Ecofin?

L’Ecofin è l’acronimo che sta a indicare il consiglio di economia e finanza, responsabile delle politiche economiche e fiscali e delle regolamentazioni dei servizi finanziari dell’Unione Europea.

Prendono parte all’Ecofin tutti i ministri dell’economia e delle finanze degli stati membri dell’Ue.

Giorgetti parla di “integrazione della programmazione di bilancio e di politica economica attraverso l’elaborazione di piani nazionali strutturali”.
Qual è il fine?

“concentrare l’attenzione sulla crescita e sulle sue ricadute in termini di evoluzione del rapporto tra il debito e il PIL“.

Legiferare e portare le medesime regole in tutta Europa porta ad entrare nel merito di quanto avviene nei singoli stati e devono esserci:

“percorsi di aggiustamento differenziati per ciascun paese, che consentirà di superare le complicazioni

e le incongruenze emerse nell’applicazione di regole comuni graduate da numerose eccezioni e clausole di flessibilità.

Un percorso complesso ed articolo che se non tiene conto delle particolarità e degli aspetti diversi, rischierebbe di far “esplodere” l’unità europea.

Giorgetti forte della sua esperienza e relazioni, parla di “margini di flessibilità” per evitare ” che la riforma possa introdurre elementi di eccessiva rigidità”.

In caso di eventi particolarmente pesanti per l’economia?

Giorgetti lavorare come? La direzione è l “esplicita previsione di una clausola di salvaguardia country-specific per shock asimmetrici, assente nel precedente set di regole.

Come muoversi in questa “giungla” di interessi particolari nazionali contrastanti?

Giorgetti parla della “individuazione di un unico indicatore per la sorveglianza fiscale, la spesa primaria netta”.

Il riferimento è a quanto sta accadendo questi giorni sul mondo della finanza che rischia di trascinare al ribasso aziende e banche importanti

“Il nuovo sistema dovrebbe evitare inoltre problemi di compliance in caso di turbolenze sui mercati finanziari, che pertanto non richiederanno aggiustamenti di bilancio”.

E spiega poi:

“chiarire il perimetro dell’aggregato di spesa sottoposto al tetto e le modalità di verifica del rispetto dei piani concordati”.

Gli esempi? “Le  spese possano essere escluse dall’aggregato di riferimento, in particolare rispetto alle diverse tipologie di ammortizzatori sociali”.

La strada indicata da Giorgetti:

“le future regole di bilancio dovranno assicurare un maggior grado di “titolarità” nazionale.

Per farlo, sarà però necessario prevedere momenti di dialogo tra le Autorità europee e gli Stati membri”

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