L’amore, l’inquietudine, la gioia e la poesia nella difficoltà del momento

L’amore, l’inquietudine, la gioia La silloge parla del vissuto quotidiano in cui ognuno può ritrovarsi.

L’inquietudine, la gioia, la perdita, ossia tasselli di ogni esistenza, in cui l’uomo è immerso.

L’amore, l’inquietudine, la gioia. Senza diventarne schiavi ma cibandosi anche dell’aspetto onirico.

«Non voglio demonizzare la realtà – afferma l’autrice – ». La poesia riveste un ruolo salvifico nei momenti di difficoltà.

«Negli alti e bassi del quotidiano potersi rifugiare in una passione diventa fonte viva, è linfa che scorre e riporta in carreggiata

è scoprire quanto siamo belli se sappiamo guardarci dentro. Il giusto stimolo porta a dimenticare l’impossibile».

Cinque liriche sono, infatti dedicate al periodo buio della pandemia, quando – afferma Alice – durante il lockdown, è stato come vivere ai domiciliari da innocenti.

«Ci siamo dovuti “fermare”, verbo quasi sconosciuto nel mondo attuale;

ci siamo dovuti spogliare delle abitudini, degli affetti, delle attività che ognuno reputava fondamentali, abbiamo dovuto riscoprire l’essenziale, riconoscerlo e saperlo aspettare nel suo ritorno».

E, poi, la scelta di dedicare un’Ode alla Noia, stimolata dalla tendenza sempre più comuna all’apatia, all’inerzia.

«Mantenere l’occhio incuriosito, lo sguardo che scruta, la mente che vuole conoscere cose nuove è fondamentale per non cadere in quella che nell’ode chiamo “l’altra morte”:

quella psicologica che porta ad omologarci e a vivere di verbi al condizionale. La noia è mancanza di sé, impariamo a riscoprirci». 

Testo liberamente tratto da

Federica Grisolia

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