biglietto di stato a corso legale fabio sanfilippo
L'introduzione di un biglietto di stato in Italia all'interno dell'eurozona è impraticabile e pericolosa. Viola i Trattati Europei, rischia di creare instabilità finanziaria e danneggiare l'economia italiana. Un'idea da non prendere in considerazione.

Sogni proibiti o concreta minaccia per la stabilità economica?

Biglietto di Stato : Ecco perché introdurre una valuta parallela all’euro in Italia

è un’idea da non prendere in considerazione

Un sistema monetario a due livelli: un azzardo per l’euro

Fabio Sanfilippo ne dichiarò la fattibilità già nel lontano 2015. A quell’epoca forse anche più fattibile :

“Se recuperassimo l’idea di Aldo Moro nell’ emettere “biglietti di stato a corso legale” senza bisogno di chiedere banconote in prestito per mezzo di Banca d’ Italia – Bce, potremmo non soltanto assolvere i vari bisogni del popolo italiano, ma anche varare un bel corso gratuito di criminologia monetaria e bancaria”.

“La sua importanza era dettata da una funzione, quella di immettere denaro senza debito rendendola solvibile, almeno in parte, poiché serviva per pagare gli interessi per i quali il sistema bancario non emetteva moneta e strozzava il paese, come invece fa ora

L’idea di affiancare all’euro un biglietto di stato italiano, circolata di recente in alcuni dibattiti, è tanto affascinante quanto pericolosa. Se da un lato potrebbe rappresentare un’illusoria via d’uscita per alcune problematiche economiche italiane, dall’altro, nella realtà, presenta ostacoli insormontabili e rischi concreti per la stabilità dell’intera area euro.

Biglietto di Stato, è’ impraticabile?

Innanzitutto, l’introduzione di una valuta parallela contrasterebbe apertamente con i principi basilari sanciti dai Trattati Europei, che sanciscono l’unicità della moneta all’interno della zona euro. Un simile atto unilaterale da parte dell’Italia configurerebbe una violazione palese degli accordi, con potenziali conseguenze legali e politiche di grave portata.

Inoltre, con il biglietto di stato a corso legale, sarebbe la creazione di un sistema monetario a due livelli genererebbe inevitabilmente instabilità finanziaria. La comparsa di due valute con diverso valore e diversa credibilità scatenerebbe speculazioni incontrollate, fluttuazioni selvagge dei tassi di cambio e una pericolosa frammentazione del mercato unico europeo.

Le conseguenze per l’Italia sarebbero pesanti:

Le imprese ed i cittadini italiani si troverebbero ad affrontare l’incertezza di un sistema duale, con ripercussioni negative su investimenti, commercio e risparmio.

La perdita di fiducia nella nuova valuta italiana potrebbe tradursi in un aumento dei tassi d’interesse e in un generale deterioramento delle condizioni economiche del paese.

L’introduzione di un biglietto di stato comporterebbe sfide tecniche e logistiche di notevole entità, dalla creazione di una nuova infrastruttura per la gestione della valuta alla definizione di regole complesse per la conversione tra euro e biglietti di stato.

Un’idea senza consenso

L’ipotesi di un biglietto di stato italiano incontrerebbe una forte opposizione da parte degli altri paesi membri dell’eurozona, delle istituzioni europee e di una significativa fetta dell’opinione pubblica italiana stessa. La sua realizzazione richiederebbe un consenso politico che appare, allo stato attuale, del tutto improbabile.

Ricordando Moro :  “Moro per arrivare all’emissione di banconote cartacee usò un doppio escamotage: l’Italia poteva emettere monete ma non banconote che dovevamo acquistare dalla “mamma” BCE che allora si chiamava Fondo Monetario Internazionale, le monete venivano pertanto coniate dalla Zecca di Stato. Dopo aver permesso l’emissione di monete a valore 500 lire fu fatta una deroga che permise l’emissione contemporanea del cartaceo, potevano infatti coesistere 500 lire in forma metallica e cartacea, in quanto pure essendo di metallo era comunque considerata come moneta da emettere dalla nostra Zecca.

In conclusione

L’introduzione di un biglietto di stato in Italia all’interno dell’eurozona si configura come un’opzione non solo impraticabile, ma anche pericolosa per la stabilità economica e finanziaria del paese e dell’intera area euro. L’Italia dovrebbe invece concentrare i propri sforzi sul rafforzamento della cooperazione europea e su una gestione più efficace della politica monetaria all’interno del quadro esistente dell’eurozona.

Evitare di percorrere strade alternative che rischiano di compromettere la stabilità e la prosperità dell’Italia e dell’Europa rappresenta la scelta più saggia e lungimirante.

 

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