22 Novembre 2024 02:43
Prysmian richiama il governo Draghi sulla fibra ottica
In provincia di Salerno, in cui lavorano in 300 oltre a 200 di indotto. Da li’ “escono 8 milioni di chilometri di fibra ottica. Dei quali nel mercato nazionale sono venduti appena 500mila chilometri”.
In questi numeri sta il nocciolo di un problema sul quale e qui sta il nodo che ha portato alla presa di posizione di Prysmian: pesano le mancate scelte da parte del governo Draghi, secondo i vertici del gruppo.
Prysmian è in Italia organizzata in due business: Cavi e Sistemi Energia e Cavi e Sistemi Telecom. Il primo settore si occupa della produzione di cavi per la trasmissione e la distribuzione di elettricità, il secondo di cavi per le telecomunicazioni e di cavi in fibre ottiche per la trasmissione di dati.
Gli stabilimenti Prysmian in Italia sono a Merlino, Giovinazzo, Pignataro Maggiore, Ascoli Piceno, Quattordio, Pozzuoli, Battipaglia nonché bisogna distinguere gl’ultimi due che si chiamano quasi ugaule, ma localizzati in territori diversi; Livorno in Toscana, Livorno Ferraris nel Vercellese.
Da maggio 2007 Prysmian Cavi e Sistemi è quotata in borsa mentre da settembre 2007 è entrata a far parte dell’indice S&P MIB delle principali aziende italiane.
Le dichiarazioni inaspettate di Valerio Battista, AD del gruppo
“È necessario che l’Europa e l’Italia capiscano che non si può lasciare il pallino della tecnologia nelle mani dei soggetti stranieri. Altrimenti alla fine ci scopriremo senza tecnologie”.
La frase è stata pronunciata al Sole 24 Ore, dove l’amministratore delegato sembra essere soddisfatto solo a metà nel giorno in cui la Commissione Ue ha deciso di imporre dazi anti-dumping tra il 19,7% ed il 44% sulle importazioni di cavi in fibra ottica dalla Cina.
“Finalmente, dopo anni di lavoro, e qui parlo in veste di vicepresidente di Europacable, siamo riusciti a dimostrare che le aziende cinesi facevano dumping con aiuti di Stato non indifferenti”.
L’ammonizione a Mario Draghi
Sono altre le questioni che smorzano gli entusiasmi del numero uno di Prysmian, fino a far dire al Ceo di questo gruppo – fra i leader mondiali nella produzioni di fibra ottica con ricavi per 9,29 miliardi nei primi nove mesi – che “avanti così non si può andare” e che “mentre la scorsa settimana abbiamo approvato il piano di investimenti nella nostra fabbrica francese, in Italia non siamo in grado di farlo”.
Insomma, sì agli investimenti in Francia, ma l’azienda si dice al momento indisponibile a programmare investimenti in Italia.
In questi numeri sta il nocciolo di un problema sul quale e qui sta il nodo che ha portato alla presa di posizione di Prysmian: pesano le mancate scelte da parte del governo Draghi, secondo i vertici del gruppo.
L’amministratore delegato di Prysmian nella conversazione con il quotidiano confindustriale, chiarisce senza alcun dubbio la differenza con quel che accade in Francia: “Li’ sono stati imposti standard per la realizzazione delle reti in fibra ottica. In Italia no. Auspichiamo che con l’avvio dei bandi di gara per il Piano 1 Giga venga recepito il nostro allarme e che anche in Italia promuova l’utilizzo di fibra ottica di qualita’ e di produzione nazionale e europea”.
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