7 Ottobre 2024 10:47
In vista delle elezioni del 25 settembre l’agricoltura esca vincente e torni centrale nel dibattito quotidiano con scelte sensate.
Ѐ quanto auspica Cia-Agricoltori Italiani nel suo ultimo appello prima delle elezioni e così come sintetizzato nel documento dell’organizzazione, già presentato in queste ultime settimane ai candidati politici.
Un decalogo in tre capitoli: emergenze, Pnrr, orizzonte Europa. Più una sezione dedicata alle aree interne.
“Tempo scaduto! È lo slogan del testo e quello che ripetiamo a politica e istituzioni – spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Il Decreto Aiuti ter, sebbene abbia accolto alcune delle nostre più importanti richieste, non basterà. Le imprese agricole sono allo stremo, strette tra i rincari record di materie prime ed energia, dal +170% dei fertilizzanti al +130% del gasolio, gli effetti della lunga siccità che ha tagliato le produzioni per oltre 3 miliardi, l’inflazione galoppante. In queste condizioni, abbiamo assolutamente bisogno di stabilità e di un governo operativo che attui nuove misure di sostegno al comparto”.
D’altra parte, continua Fini, “l’agricoltura è il settore più esposto alle crisi, da quelle climatiche a quelle di mercato, eppure se ne sente parlare troppo poco. Ma quello che fa più arrabbiare è che sembra scontato aumentare i prezzi dei prodotti a causa dei rincari per qualsiasi tipo di attività; invece, l’agricoltura, stranamente, deve cercare di mantenere i prezzi ai livelli degli scorsi anni”.
Senza interventi ulteriori, però, “le imprese saranno costrette a farlo, per non chiudere, con conseguenze immediate sulla spesa alimentare dei consumatori”. Ecco perché, conclude il presidente di Cia, “ai candidati chiediamo di mettere mano a un piano agricolo di rilancio per salvare famiglie, aziende e Made in Italy”.
Prendendo esempio dal decalogo predisposto dall’organizzazione per le forze politiche in campo perchè l’agricoltura torni centrale.
EMERGENZA ENERGETICA:
- Credito d’imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, incluso riscaldamento delle colture in serra, per il 2022-2023. Incentivi fiscali per sostenere l’acquisto di altri fattori produttivi (mangimi, fertilizzanti, sementi e piantine);
- Autorizzare in sede Ue le imprese agricole a immettere in rete energia elettrica prodotta con il fotovoltaico oltre i propri livelli annui di autoconsumo.
PER L’EMERGENZA IDRICA:
- Esonero dei contributi previdenziali e credito agevolato per imprese agricole dei territori in stato di emergenza per la siccità;
- Ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idro-potabile. Progetto infrastrutturale di piccoli invasi/laghetti attuabile con tempistiche certe e procedure semplificate.
EMERGENZA CINGHIALI:
- Commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi con pieni poteri e coordinamento di una cabina di regia con le Regioni per riformare la legge 157/1992;
- Superamento del regime de minimis nell’ambito del sistema di indennizzi alle imprese agricole.
L’EMERGENZA DI MANODOPERA:
- Semplificazione e maggiore flessibilità degli strumenti per il reperimento della manodopera agricola, anche attraverso l’innovazione digitale.
PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA:
- Portare a compimento le riforme per poter ricevere nei tempi stabiliti le risorse negoziate. Facilitare le procedure per l’attuazione del Piano.
ORIZZONTE EUROPA:
- Contrastare i sistemi di etichettatura come il Nutriscore, che penalizzano il Made in Italy. Tutelare le eccellenze agricole italiane di fronte a ingiustificati rischi per la salute umana e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità;
- Promuovere una politica commerciale Ue che valorizzi l’agricoltura e garantisca il rispetto della reciprocità delle regole. Impegno sui dossier strategici, dalla revisione del sistema Dop-Igp alla visione di lungo termine per le aree rurali; dalla Strategia Farm to Fork a quella della Biodiversità.
Attenzione di Cia anche alle aree interne perchè Agricoltura torni centrale
Accanto a queste dieci proposte, Cia insiste sul proprio cavallo di battaglia dello sviluppo delle aree interne, che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie nazionale e sono legate a doppio filo con l’agricoltura italiana.
Una valorizzazione che passa per la transizione digitale e la meccanizzazione agricola; incentivi a reti e distretti a vocazione territoriale; potenziamento del turismo rurale; sostegno a forme di agricoltura sociale; crescita di filiere agroenergetiche locali.
Allo stesso tempo, serve anche una riorganizzazione dei servizi alla persona, con più infrastrutture stradali, sanitarie e scolastiche, evitando il progressivo spopolamento e abbandono di aree fondamentali per il Paese.