fatturato

Quanti tipi di giochi vengono praticati dagli italiani per tentare la fortuna o passare semplicemente del tempo in compagnia?

Il settore dell’intrattenimento è evidentemente uno dei più vasti che esistano, in quanto include numerose industrie specifiche. Tra i videogame, i giochi di carte e le slot che si possono giocare online la varietà di scelta è ampia. Prendiamo il caso dei giochi da sala, che avevano conosciuto una certa spinta con l’esplosione di Internet: nel 2020 il fatturato è stato di un terzo inferiore rispetto a quello dell’anno precedente, con una raccolta di meno di 40 miliardi di Euro.

 

Il Libro Blu 2020 del settore Giochi

 

Mette in videnza una flessione anche nelle lotterie, per le quali si spendono attualmente poco più di 2 miliardi contro i 2 miliardi e mezzo del 2019. La Lombardia rimane comunque la regione che produce la maggiore mole di gioco e, ad oggi, le piattaforme digitali seguitano a rimpolpare periodicamente i propri palinsesti con nuovi contenuti.

Discorso a parte, invece, meritano i videogame, la categoria di giochi gestita dai dispositivi elettronici stanno ormai monopolizzando l’intero mercato del divertimento. La rete ha permesso di far comunicare i gamer da ogni parte del mondo e i titoli sono diventati sempre più complessi e soprattutto competitivi. Si tratta pur sempre di un movimento che genera un indotto da 200 miliardi in tutto il globo, di cui 2,2 in Italia.

I dati rivelano un aumento di almeno il 20% rispetto al quinquennio precedente

Sono circa 160 le imprese che si dedicano esclusivamente all’ambiente videoludico e la previsione è che nei prossimi anni nasceranno nuove posizioni lavorative per i giovani, considerando che chi si divide tra hardware e software da mettere in commercio ha in media poco più di 30 anni.

Non tutti giocano per le stesse motivazioni. Più del 70% degli italiani ritiene che i videogame siano un passatempo divertente e i giovani li utilizzano anche per socializzare, mentre c’è chi sostiene che impugnare un gamepad e seguire l’azione sullo schermo aiuti a migliorare i riflessi.

Da qualche tempo a questa parte i videogiochi riescono a promuovere anche un aspetto puramente culturale, grazie alla riproduzione di zone geografiche realmente esistenti o a trame ispirate alla storia di antichi imperi. Insomma, non è detto che bisogni accendere una console esclusivamente per divertirsi.

I videogiochi sono pronti a conoscere una nuova era rivoluzionaria, che nemmeno le slot si aspettano.

Sony ha inglobato Bungie e Microsoft ha stretto rapporti stretti con Activision Blizzard, il che significa che entro il 2023 i nuovi titoli videoludici potrebbero sfruttare tecnologie mai viste prima e segnare definitivamente il passaggio alla “Next-gen”. Quella della PlayStation 5, per intenderci. Una macchina uscita nei negozi più di un anno fa, ma ancora lontana dall’esprimere tutto il suo vero potenziale.

Ma chi è, di fatto, che spende frequentemente diverse ore a settimana per calarsi nei panni del gamer? Secondo i censimenti più recenti sono perlopiù i ragazzi tra i 15 e i 30 anni a giocare online, ma l’età media si sta rapidamente alzando. Naturalmente, la stessa dipende dal contesto.

Va da sé che chi partecipa a una lotteria o si riversa nei tornei di carte via web, possieda di solito una carta d’identità più ingiallita rispetto a chi impiega un paio di minuti a scegliere un titolo su uno store digitale e iniziare a giocare…

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