27 Dicembre 2024 02:29
In aumento gli investimenti nelle rinnovabili anche nel 2024, ma l’attuale quadro normativo frena la crescita (e gli effetti saranno evidenti già a partire dal 2026).
All’Italian Renewables Investment Forum 2024, l’evento organizzato da Green Horse Advisory e Althesys al Maxxi di Roma, si è discusso dei temi più caldi per i protagonisti della transizione energetica in Italia, primo fra tutti un contesto normativo instabile ed incerto, che rischia di paralizzare il settore
Negli ultimi cinque anni il mercato italiano delle energie rinnovabili è cresciuto in modo significativo, anche grazie ai numerosi progetti finanziati da investitori internazionali. L’Italia ha fissato un obiettivo ambizioso nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec): coprire il 65% del fabbisogno elettrico con energia rinnovabile entro il 2030. Un obiettivo sfidante se si considera che attualmente, la quota in Italia è pari al 36,8%, ancora lontana da quella di altri Paesi europei come la Spagna (52%), la Germania (50%) e la Francia (27%), che però conta sul nucleare.
L’Italia avrebbe tutte le potenzialità per raggiungere questo obiettivo, alla luce dei trend di crescita della potenza rinnovabile installata, ma è destinata a scontrarsi con l’attuale quadro regolatorio.
Dall’inizio dell’anno, sono stati installati in Italia quasi 5 GW, un risultato incoraggiante, anche se siamo ancora lontani dagli 8 GW annuali necessari per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030. Questo traguardo è frutto degli investimenti compiuti negli ultimi anni, in gran parte attribuibili agli investitori internazionali.
L’attuale quadro normativo rischia di rendere gli iter autorizzativi ancora più lunghi e complessi con un conseguente rallentamento degli investimenti e ripercussioni sulla capacità installata che diventeranno evidenti a partire dal 2026.
È quanto emerso all’Italian Renewables Investment Forum 2024, l’evento, organizzato da Green Horse Advisory e Althesys al Museo Maxxi di Roma. Che ha raccolto i maggiori investitori nazionali e internazionali del mondo delle rinnovabili.
I numeri in crescita per investimenti nelle rinnovabili
Nel 2023 sono stati registrati 80,1 miliardi di euro di investimenti per 1.180 operazioni (+23% rispetto all’anno precedente), per una potenza di 50,9 GW (+31%) – fonte IREX -, che testimoniano il forte interesse degli investitori per il mercato italiano delle rinnovabili.
Tra le numerose tendenze emerse si scorgono segnali positivi per fotovoltaico e agrivoltaico, che da soli costituiscono oltre la metà della potenza (56%), un boom delle iniziative che riguardano i sistemi di storage in modalità sia stand alone sia abbinati, ma anche una forte crescita dei progetti di eolico offshore.
Sul fronte autorizzativo (permitting), il settore si trova in una situazione di “attesa” sia per capire come si muoveranno le Regioni nell’attuazione del DM Aree Idonee, sia per valutare quale sarà il destino del solare a seguito dei divieti introdotti dal DL Agricoltura.
Gli investitori internazionali stanno guardando all’Italia con grande attenzione e si aspettano segnali positivi dal Governo il prima possibile. È urgente anche l’attenzione verso i prezzi: l’Italia è il paese dove l’energia costa di più in Europa, conseguenza dell’elevata dipendenza dal gas. Da più parti è stato evidenziato come un deciso aumento delle rinnovabili nel mix energetico italiano sia la risposta più adeguata perché questo primato negativo si riduca, a beneficio del sistema industriale e dei privati cittadini.
Le incognite per il settore
Il settore soffre per la mancanza di un contesto regolatorio stabile nel tempo e coerente con la strategia energetica nazionale, a partire dagli obiettivi che l’Italia si è impegnata a raggiungere entro il 2030. I decreti Agricoltura ed Aree Idonee, tanto attesi, ora rischiano di rallentare – se non bloccare – le installazioni (soprattutto il fotovoltaico), mentre i provvedimenti che potrebbero favorirle sono ancora in fase di definizione.E con essi gli investimenti nelle rinnovabili.
Ritardi permangono anche sull’avvio del decreto FER X che è ancora oggetto di confronto con Bruxelles.
È in discussione anche il Testo Unico Rinnovabili, concepito per mettere ordine nei processi autorizzativi ma che sembra lontano da riuscire a semplificare gli iter. Le uniche note positive – è emerso dai lavori – riguardano la pubblicazione dello schema di incentivazione FER 2 per le rinnovabili innovative (e di cui si aspettano le regole operative del GSE) e l’impugnazione da parte del governo della moratoria della regione Sardegna che ha sospeso per 18 mesi i processi di autorizzazione e fermato la costruzione di impianti già avviati.
Carlo Montella, co-founder e managing partner Green Horse Advisory, ha aggiunto: “Gli investitori nostri clienti ci hanno confermato un forte interesse a investire nel nostro Paese, a condizione che il contesto normativo consenta investimenti a lungo termine basati su regole chiare e coerenti. Modifiche del quadro regolatorio di riferimento in parte retroattive e non coerenti con l’assetto normativo e l’indirizzo tracciato negli ultimi anni minano la credibilità del nostro Paese. Il perseguimento degli obiettivi di nuova capacità rinnovabile nei prossimi anni, la necessità di installare sistemi di accumulo e realizzare nuove infrastrutture di rete per consentire a quest’ultima di far fronte ad un nuovo e molto più distribuito assetto produttivo, l’opportunità di creare e presidiare una nuova filiera tecnologica in corso di definizione e la necessità di integrare l’agricoltura nella produzione di gas rinnovabili ed energia elettrica (biometano e agrivoltaico) impongono una visione di insieme ed un approccio strategico, coordinato e sistemico che ad oggi è mancato. Solo così sarà possibile rendersi autosufficienti e ridurre strutturalmente il costo dell’energia per famiglie ed imprese”.
“Continua la fase di crescita straordinaria per gli investimenti nelle energie rinnovabili in Italia – ha detto Alessandro Marangoni, ceo di Althesys – nonostante le sfide economiche globali e quelle nazionali derivanti dalle complessità normative e autorizzative. Tra gli elementi da sottolineare c’è sicuramente il crescente interesse proveniente da molti player anche internazionali per progetti di accumulo, ma anche lo sviluppo dell’eolico offshore. Restano però sul futuro del settore una serie di incognite che influenzeranno le scelte degli investitori: il ridimensionamento sensibile dei prezzi elettrici in Europa, dopo due anni di picchi; la tenuta della capacità della rete, sottoposta a carichi crescenti anche a causa della cattiva distribuzione regionale sbilanciata al Sud; infine, il Governo ha annunciato il ritorno del nucleare, ovviamente di nuova generazione, una tecnologia che potenzialmente potrebbe condizionare lo scenario energetico del prossimo decennio e drenare in futuro risorse previste per le rinnovabili”.
Relatori
Hanno partecipato all’incontro anche i rappresentanti delle istituzioni e del top management dei principali player italiani: Giuseppe Argirò, amministratore delegato CVA; Gianni Vittorio Armani, direttore Enel Grid; Gaetano Armao, presidente CTS per le autorizzazioni ambientali della Regione Siciliana; Paolo Arrigoni, presidente del GSE; Salvatore Bernabei, ceo Enel Green Power; Federico Boschi, capo dipartimento energia, ministero dell’Ambiente; Luca Dal Fabbro, presidente Iren; Alessandro Della Zoppa, head of renewables Eni Plenitude; Pier Lorenzo Dell’Orco, ceo Italgas Reti; Francesco Del Pizzo, direttore strategie di sviluppo rete e dispacciamento Terna; Alessandra Pasini, co-founder e presidente Zhero; Elisabeth Rizzotti, founder e coo Italy Newcleo; Toni Volpe, ceo Nadara.