Scuola dell’ Infanzia a cura del magnifico rettore ISFOA pubblicato dalla casa editrice ISFOA University Press
SCUOLA DELL’INFANZIA RUOLO ED IMPORTANZA NELL’EDUCAZIONE SOCIALE E’ IL TITOLO DEL 28ESIMO VOLUME DI STEFANO MASULLO PUBBLICATO DALLA CASA EDITRICE I.S.F.O.A. UNIVERSITY PRESS
La Scuola dell’Infanzia fa parte del Sistema Integrato di Educazione e di Istruzione dalla nascita ai sei anni , ed è il primo gradino del percorso di istruzione:
ha durata triennale, non è obbligatoria ed è aperta a tutti gli infanti di età compresa fra i tre e i cinque anni.http://unisfoa.eu
La Scuola dell’Infanzia concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale dei bambini promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento e mira ad assicurare un’effettiva uguaglianza delle opportunità educative.http://unisfoa.eu
Nel rispetto del ruolo educativo dei genitori, contribuisce alla formazione integrale dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza la continuità educativa con il nido e con la scuola primaria.http://assoconsulenza.eu
Il Decreto del Presidente della Repubblica n.89 del 2009 ha disciplinato il riordino della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione.http://unisfoa.ch
Fanno parte del sistema nazionale di istruzione le scuole dell’infanzia statali e paritarie a gestione pubblica e privata.http://unisfoa.ch
L’interazione con la figura adulta gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo infantile, a partire dai primissimi giorni di vita.http://unisfoa.eu
Diversi studi in ambito psicologico e neurologico hanno messo in luce come il neonato non si sviluppi grazie ad una maturazione delle strutture messe a disposizione geneticamente, ma bensì lo sviluppo di capacità e competenze del bambino avviene tramite interazione tra l’organismo e l’ambiente (http://assoconsulenza.eu)
Pertanto, nel progettare un’offerta di asilo nido si deve partire da un presupposto teorico fondamentale:
il bambino non deve e non può essere considerato una tabula rasa che “genitori ed educatori devono riempire, ma è una persona con caratteristiche proprie che attraverso la relazione con l’altro e gli altri riesce ad esprimere le sue potenzialità e caratteristiche. Compitodell’educatore non è quello di insegnare al bambino delle cose, ma quello di accompagnarlo ed educarlo” . (http://unisfoa.ch)
Il termine “asilo” cominciò ad essere utilizzato in Italia intorno agli anni Trenta, per indicare un’istituzione assistenziale ed educativa pensata per la cosiddetta “seconda infanzia”. (http://unisfoa.eu)
Il primo asilo di carità per l’infanzia fu aperto aCremonanel 1829 dal sacerdote cremonese Ferrante Aporti, nome che si ricorda per l’influenza nel cambiamento della concezione educativa infantile.http://assoconsulenza.eu
Secondo Ferrante Aporti, infatti, l’asilo doveva essere un vero luogo di insegnamento e di assistenza, che favorisse un corretto sviluppo intellettuale, morale e fisico sin dalla prima infanzia, per preparare bambini e bambine per l’istruzione elementare. (https://youtu.be/7RQPzyui6Gk)
Gli asili nido ebbero un grosso impulso con la nascita dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI).https://youtu.be/7RQPzyui6Gk
L’ONMI fu il primo grande organismo parastatale con lo scopo di promuovere iniziative assistenziali e dare risposte “politiche per la protezione e l’assistenza della maternità e dell’infanzia. (https://youtu.be/oyFR4dayogI)
Parlare di ONMI significa quindi parlare di un complesso sistema di strutture destinate alla prima infanzia: il consultorio per lattanti e divezzi o consultorio pediatrico (art. 132 del Regolamento del 1926); il dispensario per la distribuzione del latte (art. 200); l’asilo per lattanti e divezzi che ospitava i bambini a tempo pieno (art. 136); l’asilo-nido per lattanti e divezzi sino a tre anni che fu istituito in ogni stabilimento dove lavoravano almeno 50 donne di età superiore ai 15 anni (art. 137); l’asilo-nido o presepe, struttura che maggiormente corrisponde all’attuale asilo-nido.