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Siderurgia nazionale

Roma, 18 mar Giorgetti in cabina di regia pone il problema della tutela della siderurgia nazionale, dunque Ilva. In sostanza “siamo tra incudine e martello, tra aumento costi energia e carenza materia prima”.

Il ministro dello sviluppo economico lancia un duplice allarme per produzione acciaio in Italia. “Servono rottami” e “tutela della materia prima che abbiamo nel Paese

E inoltre” ha detto agli altri ministri per “poter garantire la produzione” e ha invitato tutti a una riflessione su Ilva e, in particolare, se modificare le quantità di acciaio prodotte a tutela del prodotto nazionale.

Il peso della siderurgia in Italia

La  Siderurgia, nel sistema industriale nazionale pesa 70mila addetti diretti e un valore di quasi 60 miliardi di euro.

La crisi documentata

Nel corso del 2019 l’Italia ha toccato più di 23 milioni di tonnellate di produzione di acciaio, registrando una riduzione contenuta (-5,3%) simbolo di resilienza industriale nazionale.

A pesare anche la frenata all’export, proseguita poi nel 2020 di oltre il 18%, a causa di una flessione sia delle quantità che dei prezzi.

L’acciaio a cosa serve?

I principali utilizzi sono nelle costruzioni, alla meccanica, dall’auto al medicale e alimentare, alla cantieristica.

Alessandro Banzato, presidente di Federacciai in un’intervista a Industria Italiana:

L’acciaio conta molto: gruppi con fatturati miliardari, come Duferco, Arvedi di Cremona, Danieli di Buttrio, Feralpi di Lonato del Garda, le Acciaierie Venete di Padova,

 Ori-Martin di Brescia, FinMar (Marcegaglia) di Mantova, e altri. E da noi sono presenti anche importanti produttori stranieri, come la già menzionata ArcelorMittal, come l’indiana JSW che ha acquisito lo stabilimento Lucchini di Piombino,

Oppure come ThyssenKrupp in Acciai Speciali Terni, che rappresenta il 15% del fatturato industriale umbro. Senza questo settore l’Italia non potrebbe funzionare, a meno che non si voglia immaginare per il Paese un regresso al Medioevo.

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