Vladimir Zelensky a Sanremo,

Vladimir Zelensky a Sanremo, l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi ha scritto parole pesanti.

L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi  ha diffidato i vertici Rai

la Commissione di Vigilanza e la Commissione Stabile per il Codice Etico Rai ad avviare un procedimento urgente finalizzato a verificare i presupposti giuridici e normativi

e valutare la correttezza delle scelte espletate dalla Direzione Artistica di Sanremo con rifermento alla scelta degli ospiti.

La valutazione presente nella diffida presentata alla Rai: “Festival non è luogo per propaganda bellica”

l’Adnkronos ha preso visione, si legge che “il rischio di spettacolarizzazione della guerra è in re ipsa contrario a Sanremo ed al codice etico

e prosegue in questi termini

in quanto non è Sanremo il luogo in cui far incontrare (e per il contraddittorio sarebbe doveroso se si vuole fare informazione) due Presidenti di due Stati in Guerra

e infine “altrettanto evidente è il rischio di incentivare invece l’odio razziale“.

Cosa prevede il regolamento RAI:

tutela dei minori, pubblicità, diretta e indiretta, e più in generale relativa alle comunicazioni commerciali e product placement, divieto di discriminazioni, di incitamento alla violenza e all’odio, tutela delle minoranze, onorabilità delle persone, diritto alla riservatezza dei dati personali, pluralismo, proprietà intellettuale, diritto d’autore e diritti connessi, nonché alle previsioni del Codice Etico Rai“.

Gli italiani,  nella stragrande maggioranza, sono stufi della guerra che ci porta preoccupazione e costi in termini economici.

Bisogna spingere la PACE, caso mai questo potrebbe essere il punto importante e se proprio non potesse fare a meno, la RAI potrebbe inserire un messaggio del PAPA.

Mettere una questione così grave, al centro di uno spettacolo mondiale che dovrebbe essere il fulcro e l’immagine della canzone italiana, all’intervento del Festival a chi giova?

La questione non è scegliere, sappiamo chi ha attaccato e chi si sta difendo

ma dietro si vedono chiaramente interessi economici che nulla hanno a che vedere con la sofferenza e la morte della guerra.

Poteva essere uno spettacolo rilassante, uno spazio tranquillo e creativo, ma così di rischia di politicizzare e creare divisioni: la musica deve unire, non dividere.

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