21 Novembre 2024 15:33
Vladimir Zelensky a Sanremo, l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi ha scritto parole pesanti.
L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi ha diffidato i vertici Rai
la Commissione di Vigilanza e la Commissione Stabile per il Codice Etico Rai ad avviare un procedimento urgente finalizzato a verificare i presupposti giuridici e normativi
e valutare la correttezza delle scelte espletate dalla Direzione Artistica di Sanremo con rifermento alla scelta degli ospiti.
La valutazione presente nella diffida presentata alla Rai: “Festival non è luogo per propaganda bellica”
l’Adnkronos ha preso visione, si legge che “il rischio di spettacolarizzazione della guerra è in re ipsa contrario a Sanremo ed al codice etico
e prosegue in questi termini
in quanto non è Sanremo il luogo in cui far incontrare (e per il contraddittorio sarebbe doveroso se si vuole fare informazione) due Presidenti di due Stati in Guerra
e infine “altrettanto evidente è il rischio di incentivare invece l’odio razziale“.
Cosa prevede il regolamento RAI:
tutela dei minori, pubblicità, diretta e indiretta, e più in generale relativa alle comunicazioni commerciali e product placement, divieto di discriminazioni, di incitamento alla violenza e all’odio, tutela delle minoranze, onorabilità delle persone, diritto alla riservatezza dei dati personali, pluralismo, proprietà intellettuale, diritto d’autore e diritti connessi, nonché alle previsioni del Codice Etico Rai“.
Gli italiani, nella stragrande maggioranza, sono stufi della guerra che ci porta preoccupazione e costi in termini economici.
Bisogna spingere la PACE, caso mai questo potrebbe essere il punto importante e se proprio non potesse fare a meno, la RAI potrebbe inserire un messaggio del PAPA.
Mettere una questione così grave, al centro di uno spettacolo mondiale che dovrebbe essere il fulcro e l’immagine della canzone italiana, all’intervento del Festival a chi giova?
La questione non è scegliere, sappiamo chi ha attaccato e chi si sta difendo
ma dietro si vedono chiaramente interessi economici che nulla hanno a che vedere con la sofferenza e la morte della guerra.
Poteva essere uno spettacolo rilassante, uno spazio tranquillo e creativo, ma così di rischia di politicizzare e creare divisioni: la musica deve unire, non dividere.
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