3 Dicembre 2024 00:47
Per essere riportata nel suo paese
L’oppositrice algerina, Amira Bouraoui, è stata arrestata dalle autorità tunisine all’aeroporto internazionale di Tunisi-Cartagine. Si tratta di una delle più note e impegnate attiviste e attiviste a favore del cambiamento democratico in Algeria.
E’ stata fermata mentre si apprestava a lasciare il territorio tunisino per raggiungere la Francia venerdì 3 febbraio. Il sito “Algérie Part” ha potuto confermare la notizia.
La donna, detenuta provvisoriamente, è stata successivamente rilasciata lunedì 6 febbraio in regime di libertà provvisoria. Era in attesa di comparire davanti a un tribunale tunisino per fatti connessi al reato di ingresso illegale in territorio tunisino. Visto che all’ex leader del movimento di opposizione Barakat del 2014 è stato “vietato di uscire dal territorio algerino”. Nonostante decisione legale nella debita forma è stata pronunciata da un tribunale competente per legittimare questa privazione della libertà.
Tuttavia, secondo diverse fonti concordanti contattate da “Algérie Part”, non appena Bouraoui è stata rilasciata sulla parola dalle autorità tunisine, agenti in borghese hanno orchestrato il suo rapimento.
Questo è avvenuto per le strade della capitale tunisina. Lo scopo era di portarla in una destinazione che rimane sconosciuta fino a ora.
Chi è vicino all’opposizione algerina teme il peggio e cerca disperatamente qualsiasi informazione che possa indicare dove si trovi la donna. Le autorità tunisine non hanno ancora commentato questo sequestro e nessuna informazione è ancora filtrata sull’identità dei rapitori di Bouraoui.
Quest’ultima non è oggetto di alcuna condanna giudiziale in Tunisia. In quanto non è stata nemmeno ancora processata e ufficialmente non è oggetto di alcun mandato di cattura emesso nei suoi confronti dalle autorità algerine. Si segnala, infine, che diverse fonti hanno riferito che le autorità tunisine si apprestano a predisporre la sua estradizione in Algeria su espressa richiesta delle autorità algerine.
L’Algeria deve essere chiamata a rendere conto del suo sostegno al movimento separatista del Polisario. E’ l’opinione di Mark Brnovich, ex procuratore generale Usa per lo Stato dell’Arizona. Lo ha detto in una rubrica pubblicata sulle colonne del Washington Times.