Dopo casi avvelenamento studentesse per fermare movimento di protesta

I casi di avvelenamento di studentesse in Iran hanno spinto gli attivisti per i diritti umani a chiedere le dimissioni dei ministri dell’Istruzione e della Salute di Teheran. Hanno rilasciato una dichiarazione in cui condannano l’avvelenamento deliberato e seriale di studentesse.

Gli attivisti hanno chiesto la formazione di una cellula di crisi urgente con la partecipazione di medici e specialisti iraniani indipendenti. E’ stato chiesto anche l’intervento delle famiglie di studenti e avvocati indipendenti, oltre a specialisti che hanno seguito da vicino questa tragedia umana, secondo Iran International.

La dichiarazione afferma inoltre:

“Questo comitato dovrebbe essere formato con il pieno sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità, della Croce rossa e di Medici senza frontiere. Data la necessità di tempo e l’entità e la natura sistematica del disastro. Questo al fine di prevenire altre vittime e chiarire la verità sulla questione”.

Ha anche invitato il governo dell’Iran a destituire i ministri dell’Istruzione e della Salute in quanto responsabili di questa tragedia.

Ha anche sottolineato che “l’attacco chimico alle scuole femminili deve essere riconosciuto come un atto contro la sicurezza nazionale, e gli autori e coloro che sono coinvolti nell’attacco devono essere perseguiti”.

Tra i firmatari della dichiarazione: Arya Yekta, Asih Amini, Alma Bedrosian, Sarah Amat Ali, Shirin Ebadi, Leila Borzand, Masih Alinejad, Mahdia Kalrou e Naima Doostdar.

Sono più di 1.000 le ragazze che si sono ammalate dopo essere state avvelenate dallo scorso novembre, secondo Reuters.

Diverse attiviste hanno accusato l’establishment religioso al potere di essere dietro l’avvelenamento. Questo come rappresaglia per la loro precedente partecipazione alle manifestazioni contro il regime.

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