26 Dicembre 2024 14:10
Accusati di violenze durante le manifestazioni contro il regime di Teheran
L’Iran ha giustiziato il 19 maggio tre uomini accusati di violenza durante le proteste antigovernative dello scorso anno. Questo nonostante le obiezioni delle organizzazioni per i diritti umani.
Mizan, il sito web della magistratura iraniana, ha annunciato le esecuzioni di Majid Kazemi, Saleh Mirhashemi e Saeed Yaghoubi. Le autorità li accusano di aver ucciso un agente di polizia e due membri del gruppo paramilitare Basij a Isfahan. Nel mese di novembre durante le proteste che si svolgevano a livello nazionale.
Le organizzazioni per i diritti affermano che i tre sono stati sottoposti a torture, costretti a confessioni televisive e gli è stato negato il giusto processo.
Le proteste sono scoppiate lo scorso settembre dopo la morte di una donna di 22 anni, Mahsa Amini, che era stata arrestata dalla polizia morale del paese per presunta violazione del suo rigido codice di abbigliamento islamico. Le manifestazioni si sono rapidamente trasformate in appelli per il rovesciamento della teocrazia che ha governato l’Iran dalla Rivoluzione islamica del 1979.
Le manifestazioni si sono in gran parte placate negli ultimi mesi, anche se ci sono ancora sporadici atti di sfida. In particolare il rifiuto di alcune donne di indossare il velo obbligatorio.
L’Iran ha giustiziato un totale di sette persone in relazione alle proteste. Le ONG denunciano che sono stati condannati da tribunali segreti per la sicurezza dello stato e gli è stato negato il diritto di difendersi.