22 Novembre 2024 13:41
Manifestazioni notturne sono scoppiate in diverse città iraniane, scandendo slogan anti-regime. I manifestanti hanno bruciato il quartier generale dei Basij e una foto di Qassem Soleimani a Qom.
Nuove manifestazioni si sono registrate ieri sera in diverse parti dell’Iran contro il regime. Diverse zone della capitale iraniana, Teheran, hanno assistito a un nuovo metodo di protesta. I cittadini scandivano slogan dai balconi e dalle finestre contro il regime iraniano. Gli slogan scanditi erano: “Morte al dittatore”, “Morte al Khamenei”, “Morte alla Guardia Rivoluzionaria” e “Morte alla Guardia Rivoluzionaria”.
Infatti, queste proteste hanno scosso i quartieri di Sattar Khan, Shahrak Naft, Southern Shahin, Shahran, Salsabil, Sadatabad e Darband.
Inoltre, nei quartieri di Mashhad, la seconda città più grande dell’Iran, si sono registrate sporadiche proteste. Lo stesso è accaduto a Kermanshah nell’Iran occidentale. La più grande città curda in Iran è stata teatro a sporadici raduni di protesta nei suoi vari quartieri.
Le proteste in Iran proseguono dal 16 settembre. Si manifesta all’insegna dello slogan “Donna, vita, libertà”. Tutto è iniziato dopo l’uccisione di Mahsa Amini, avvenuto mentre era sotto la custodia della polizia morale.
La scintilla delle proteste ha raggiunto almeno 161 città iraniane. Almeno 460 manifestanti, tra cui decine di bambini e donne, sono stati uccisi.
Le autorità hanno arrestato circa 20.000 persone e condannato a morte 41 manifestanti con l’accusa di “molestie”.
I pasdaran hanno arrestato in Iran 70 giornalisti in totale dall’inizio delle proteste. Lo rivela il Comitato di follow-up sulle condizioni dei giornalisti detenuti del Sindacato dei giornalisti iraniani. In un documento ha rivelato un elenco definitivo delle condizioni di 35 giornalisti. Il riferimento è a quelli arrestati durante le proteste in Iran e che sono ancora in carcere.
Dall’inizio della rivolta popolare, l’Iran ha arrestato, secondo il rapporto del comitato e sulla base di rapporti ufficiali e ufficiosi, circa 70 giornalisti. Circa la metà dei quali sono stati rilasciati su cauzione.