Italia a rischio? Rischi dovuti alla nostra appartenenza alla NATO

Italia a rischio. Secondo il sito Forze italiane, non è così semplice accedere alle basi Nato, dove si svolgono attività di:

  • Addestramento militare;
  • Spionaggio;
  • Sperimentazione di apparecchiature segrete.

L’Italia è pronta? Non proprio e lo dice il Ministro Guerini

 “ispira una riflessione sull’opportunità di dotare il nostro paese di uno strumento militare ancora più moderno, efficiente e addestrato”,.

in modo da “essere pienamente in grado di aiutare la politica di deterrenza della Nato, sempre all’interno di un’ottica di carattere europeo”.

La riforma dell’Esercito a cosa servirà secondo Guerini. Italia a rischio

porsi in maniera più credibile e risoluta a tutela e difesa dei principi fondanti dell’Unione europea”.

La persona giusta al posto giusto? Non esattamente, di  professione è consulente assicurativo.

Al di là di queste “piccolezze” non da poco, ma si sa che conta il partito e solo quello (PD), se lo dice il Ministro che non siamo pronti, perchè insistere con l’appoggio militare?

Migliore la difesa con l’esercito europeo, e però se non siamo pronti rischiamo di essere trainati dai tedeschi come al solito!

Torniamo alla NATO, dove sono le basi? Italia a rischio

Tra le basi Nato più importanti troviamo:

  • Camp Darby, in provincia di Pisa e a breve distanza da Livorno, dove si trova un deposito di munizioni e bombe;
  • Gaeta dove nel porto della città è ospitata la nave ammiraglia e il comando della VI flotta;
  • Ghedi, in provincia Brescia in Lombardia, dove si trova un deposito di bombe nucleari;
  • Aviano, nel Friuli Venezia Giulia, dove è presente la più grande base aerea americana del Mediterraneo;
  • Vicenza dove si trova il comando US Army per l’Europa del sud.

altre fonti:

RegionecittàNometipologiaForza armataNote
Friuli Venezia-GiuliaAvianoBase aerea di AvianoBase aereaUSAFSito ufficiale
VenetoVicenzaCaserma EderleBase militareUS ArmySito ufficiale
VenetoVicenzaCamp Del DinBase militareUS ArmySito ufficiale
ToscanaPisaLivornoCamp DarbyBase militareUS ArmySito ufficiale
LazioGaetaGaeta Naval Support ActivityBase navaleUS Navy[7]
CampaniaNapoliNaval Support Activity NaplesComando logisticoUS Navy (VI flotta)Sito ufficiale
CampaniaGricignano di AversaCarney ParkCentro ricreativo militareUS NavySito ufficiale
PugliaSan Vito dei NormanniBase aeronautica di San VitoBase aereaUSAFdisattivata nel 1994
SiciliaNiscemiNaval Radio Transmitter Facility (NRTF) NiscemiBase radioUS Navy
SiciliaSigonellaBase aerea di SigonellaBase aereaUS NavySito ufficiale

Fonte: (EN) Department of Defense, Base Structure Report (BSR) – Fiscal Year 2015 Baseline (PDF), su acq.osd.mil. URL consultato il 4 agosto 2016 (archiviato dall’url originale il 5 luglio 2016).

Presenza del nucleare in Italia. Italia a rischio

 Ci sarebbero pure 70 testate nucleari nelle basi aree militari di Aviano e Ghedi, fonte: Forze Italiane

Militari statunitensi presenti in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Al 30 settembre 2015 erano dislocati in Italia 11 799 militari statunitensi[5]. Al 30 settembre 2019 erano 12 902[6].Personale militare

TipologiaTotale al 2019ArmyNavyUSMCUSAFFonte
Personale militare e dipendenti delle forze armate12.9023.9553.9923184.636
TipologiaTotale al 2015ArmyNavyUSMCUSAFFonte
Personale militare e dipendenti delle forze armate11.7994.3153.638193.827[5]

Personale civile al 2015

TipologiaTotale assunti direttamenteTotale stranieriCiviliStranieri assunti direttamenteStranieri assunti indirettamenteTotale dipendenti civiliFonte
Personale civile e dipendenti delle forze armate5.6053.2302.3763.229165[5]

Chi paga?

L’Italia paga ogni anno circa il 37% dei costi delle basi e del personale militare Usa.

Gli Usa pagano ai Paesi ospitanti i danni ambientali, ma nel rapporto della Commissione governativa del 2005 questi sono stati “limitati”.

Altri costi e rischi

​​Il NATO Rapid Deployable Corps – Italy (NRDC-ITA) è un Comando multinazionale con sede in Solbiate Olona, Varese. L’ Italia fornisce il 75% del personale: Ufficiali, Sottufficiali Graduati e militari di truppa, il rimanente 25% è costituito da militari provenienti da altre nazioni.

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